La vittoria di Trump
di GIANFRANCO LA GRASSA
Trump ha vinto. Grande soddisfazione per l’insoddisfazione che provoca tra i benpensanti pol.cor, siano essi giornalisti embedded (di guerra e di pace), femministe, umanitaristi, personaggini gay friendly, “immigrazionisti”, ambientalisti ed altro pattume del genere, generalmente spostato in fondo a sinistra. In fondo a destra, invece, resta sempre il cesso culturale che oggi può far festa tirando lo sciacquone ma senza liberarsi da una certa puzza di merda che l’accompagna da generazioni. In ogni caso, niente più di questo leggero solluchero però, perché non sarà The Donald a cambiare le sorti del pianeta o le politiche statunitensi verso il mondo.
L’arrivo alla Casa Bianca del multimiliardario newyorchese segnerà probabilmente qualche piccolo mutamento tattico nella complessa strategia della prima potenza planetaria che si è spinta molto avanti nel periodo obamiano. Per questo, non illudetevi, è “Trump”e-l’œil, effetto ottico che non durerà a lungo e mostrerà presto la pasta multiforme di cui sono fatti gli Usa. Cambiando i Presidenti, gli obiettivi restano, benché ricalibrati sull’evolversi degli eventi.
Dunque, per favore, non cadiamo nell’errore che accompagnò l’elezione di Obama, coi soliti visionari del piffero che speravano in un orizzonte di solidarietà e di giustizia sociale perché il primo presidente nero (o meglio chiaroscuro) della storia americana era salito al trono, nel regno della democrazia e della libertà autoproclamate. Come ha detto brillantemente Gianfranco La Grassa, si pensi che stiamo parlando di un uomo, appoggiato da qualche centinaio di Generali dell’esercito che vuole diminuire i finanziamenti alla Nato, alla Marina e Aviazione Usa, incrementando invece quelli all’esercito di terra. Una scelta del genere è pregna di ben altre conseguenze.
E’ in atto una piccola svolta con la quale si cercherà di solidificare il magma caotico fin qui prodotto sui vari scenari internazionali. L’America non arretrerà con Trump ma stabilizzerà alcune situazioni un po’ sfuggite di mano e aprirà altri fronti (anche l’Europa è avvisata). Volete festeggiare per questo? Fate pure ma non mi sembra una scelta dettata da raziocinio ed intelligenza. Il neoeletto ha dichiarato in campagna elettorale che, in caso di vittoria, avrebbe migliorato i rapporti con la Russia, rivisto il ruolo della Nato e ridefinito lo spessore di alcune alleanze. Vedremo cosa ciò significherà in termini concreti. Sono convinto che per ogni soluzione prospettata nei teatri ora al centro della nostra attenzione si schiuderanno nuovi problemi in altre aree.
E’ quello che ci suggeriscono le dinamiche multipolari ormai avviate, che non dipendono dalle opzioni di singoli leader, benchè potenti, ma dai processi storici in atto. Godiamo delle gaffe dei vari Lerner ma non lasciamoci annebbiare la vista dalle stesse sciocchezze.
Fonte:http://www.conflittiestrategie.it/la-vittoria-di-trump
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