Le “relazioni pericolose” dei governi di Cile e Israele
di L’INTERFERENZA (Stefano Zecchinelli)
L’esercito israeliano, da diversi anni, utilizza armi sofisticate per rendere invalidi i palestinesi invece di ucciderli; in Cile, in queste settimane, l’esercito ha utilizzato gli stessi metodi dei sionisti utilizzando armi provenienti da Israele. Lo Stato profondo israeliano, fin dai tempi dell’Operazione Condor, è operativo in America Latina sovrapponendosi agli USA in una vera e propria doppia penetrazione imperialista.
Perché sionisti e neoliberisti procedono in questo modo? Per diverse ragioni. Intanto, gli invalidi, non potendo più svolgere nessuna attività lavorativa, finiscono sotto l’ala protettiva (si spera) del Welfare State e dei movimenti (nel caso cileno) di assistenza civile.
In questo modo, trovandosi davanti a migliaia di persone mutilate da assistere, lo stato sociale inevitabilmente collassa; il boicottaggio, la mancanza delle risorse e la repressione poliziesca caratterizzano il capitalismo di paesi come il Cile ed Israele. Il neoliberismo ed il sionismo in questo modo producono disperazione sociale invalidando i ceti più deboli della popolazione; una sorta di controrivoluzione preventiva che serve anche da monito per tutti gli altri.
Cile ed Israele non nascondono le loro relazioni politico-miliari: “Oggi le forze armate di Cile e Israele non tentano neppure di nascondere la loro alleanza, citando sul sito web dell’ambasciata cilena in Israele l’intenzione di “incrementare i legami con…Israele per rendere possibile lo scambio di competenze, addestramento ed esperienze.” Nel 2018, durante la visita di quell’anno in Cile del generale israeliano Yaacov Barak, Cile e Israele hanno firmato un accordo in cui si parla di promuovere ulteriore “cooperazione nella formazione, nell’addestramento e nella dottrina militare”’’ 1. Sotto la consultazione militare israeliana, l’estrema destra cilena ha deciso di trasformare i giovani manifestanti in invalidi permanenti avendo, seguendo la ricetta dei Chicago Boy, da diversi decenni devastato la sanità nazionale. Niente cure per chi, dopo aver perso casa e lavoro, si troverà anche senza gambe.
L’avvocato cileno-palestinese, Emilio Dabed, ha confermato il legame del sionismo col governo Pinera: “In entrambi i casi i palestinesi e la popolazione indigena del Cile vivono in una condizione di eccezione imposta loro dai colonizzatori e in base alla quale il popolo colonizzato è (visto come) né titolare di diritti di cittadinanza né soggetto politico, ma piuttosto come una minaccia – corpi da governare con una violenza normata nelle leggi.” (Ibidem) Furono armi israeliane a proteggere Pinochet; nell’imbarazzo dell’opinione pubblica mondiale, Israele non ha voluto declassificare le documentazioni riguardanti le relazioni pericolose con un dei più abietti dittatori della seconda metà del secolo scorso.
L’attivista Daniel Silberman, figlio di David Silberman, arrestato nel 1973 e desaparecido nel 1974, sostiene che “trascorsi 40 anni, Israele non alcun motivo per tenere secretati i documenti” 2. Il giornalista David Lifodi ci informa come: ‘’Una cosa è comunque certa: almeno fino al 2013, il commercio di armi tra Israele e Cile è proseguito. Sotto la presidenza di Piñera, l’impresa israeliana BlueBird Aero Systems si è aggiudicata commesse per tre milioni di dollari, da parte dell’esercito cileno, per l’acquisto dei mini-droni SpyLite, come confermato dalla stessa Difesa di Tel Aviv, nonostante il vicepresidente di BlueBird Aero Systems abbia nicchiato a questo proposito. In quella circostanza il Cile aveva acquistato per la prima volta dei droni, mentre nel 2011, ancora con Piñera presidente, il Cile aveva ratificato un accordo commerciale con Elbit System per la compravendita dei velivoli di ultima tecnologia Hermes 900’’ (Ibidem).
L’imperialismo israeliano, dai primi anni ’70, con la mediazione degli USA considera l’America Latina un mercato di sbocco della sua industria bellica, ostacolando i movimenti progressisti, coordinando la repressione e violando i diritti umani. Israele, è un ingranaggio della controrivoluzione neoliberista mondiale.
Sono due le ragioni per cui Tel Aviv è tanto attiva in Sudamerica: (1) l’industria bellica; (2) la disponibilità sionista a fare il lavoro sporco per conto della CIA. Secondo il giornalista cubano del Granma, Marc Vandepitte: “Lo stato ebraico dipende dagli Stati Uniti. Senza l’appoggio finanziario e militare della Casa Bianca quel paese non sopravvivrebbe, né potrebbe essere una potenza dominante in Medio Oriente. Tel Aviv, in cambio, è disposto a fare il lavoro sporco per la potenza che la protegge. Si tratta dello stesso ruolo giocato dagli anticastristi a Miami.
In cambio del sostegno di Washington le organizzazioni terroristiche fanno il lavoro sporco. In quasi tutte le operazioni militari e paramilitari più importanti in America Latina dagli anni settanta, si incontrano le facce dei “Miami boys”. Qualche esempio: nelle guerre dei “contras” contro i Sandinisti, più recentemente nel fallito golpe in Venezuela nel 2002 e in quello dell’Honduras nel 2009’’ 3. Il legame dell’estrema destra israeliana con la mafia di Miami è documentata dai giornalisti cubani in contatto con l’intelligence, ciononostante lo stato sionista molte volte si propone in quanto potenza imperialistica indipendente in concorrenza con la stessa Washington.
Il sionismo(da non confondere con l’ebraismo) rappresenta una minaccia per tutti quei movimenti e quei popoli che non accettano il dogma capitalista.
Le armi sioniste vennero utilizzate contro il popolo indio mapuche, torturatori del MOSSAD stroncarono le vite di militanti della sinistra di classe; dal MIR (Movimento della Sinistra Rivoluzionaria) al FPMR (Fronte Patriottico Manuel Rodriguez). Chavez aveva ragione nel reclamare l’espulsione di Tel Aviv dalla Corte Suprema Internazione, come ha ragione da vendere Evo Morales nel ritenere il Cile “l’Israele dell’America Latina”.
Fonte: http://www.linterferenza.info/esteri/le-relazioni-pericolose-dei-governi-cile-israele/
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