La scarsità monetaria ai tempi del coronavirus
di DAVIDE MURA
Il coronavirus sta facendo emergere con sempre più evidenza l’obiettivo ultimo del dogma neoliberista. In particolare, offre al mondo la sua vera e indiscutibile natura, e cioè quella di un sistema preordinato esclusivamente a garantire il dominio del “mercato” (intendendosi questo come il capitalismo finanziario) sui popoli e le istituzioni democratiche. Un sistema imperniato sul concetto di “scarsità monetaria”, e cioè sull’idea che la moneta, essendo artificiosamente definita “merce”, sia naturalmente scarsa. Sicché, i popoli, in un tale sistema, per garantirsi un meccanismo pubblico di assistenza sanitaria, previdenziale e di istruzione (il cosiddetto welfare), devono scegliere se pagare più tasse per ottenerli ovvero pagarne di meno e rinunciarvi, non potendo lo Stato provvedervi in deficit, e cioè senza preventivare le debite coperture (vincoli di bilancio).
L’idea della moneta scarsa – congegnata attraverso il pareggio di bilancio e la banca centrale indipendente – rispecchia dunque un meccanismo subdolo, il cui scopo è essenzialmente quello di neutralizzare le democrazie sociali, ripristinare le forti diseguaglianze ottocentesche e traghettare il welfare dal piano pubblico (considerato “troppo costoso” in regime di pareggio di bilancio) a quello privato, creando così potenziali (e formidabili) margini di profitto per il grande capitale. Del resto, chi è che non sarebbe disposto a spendere per curarsi? Chi è che non sarebbe disposto a spendere per avere una pensione dignitosa? Il fatto è che quando questo genere di servizi passano in mano privata, la spesa pro-capite inizia a lievitare e i risparmi a diminuire, tanto che le fasce più deboli della popolazione iniziano a non potersi più permettere quel genere di servizi (o almeno non tutti insieme e non tutti della stessa qualità), rinunciandovi in tutto o in parte, perché per loro diventa una scelta tra il mangiare e il curarsi, tra il curarsi e l’istruirsi, tra l’istruirsi e avere una pensione.
Il coronavirus ha fatto emergere questo disegno in tutto il suo inquietante splendore. E bisogna essere particolarmente ciechi o digiuni di macroeconomia per non vederne i contorni negli attuali tentativi di risolvere l’incombente crisi economica con l’utilizzo di quegli strumenti (MES et similia) che prevedono pregnanti condizionalità che vanno a incidere in modo invasivo sulla sovranità degli Stati interessati, impattando con devastante efficienza sui loro processi democratici e sulle loro economie. Ma del resto, è proprio questo l’obiettivo ultimo del neoliberismo (eurocratico): neutralizzare le democrazie costituzionali.
Fonte: https://www.davidemura.com/la-scarsita-monetaria-ai-tempi-del-coronavirus-6655/
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