La ribellione contro l’impero del Dollaro si allarga
da RETE VOLTAIRE (Manlio Dinucci)
In pochi mesi la ribellione contro l’impero americano si è trasformata in fatti concreti: la quota del dollaro nelle riserve mondiali è calata nel 2022 al 47%. Il Segretario al Tesoro statunitense, Janet Yellen, è stata costretta a dichiarare: «Quando usiamo sanzioni finanziarie legate al ruolo del dollaro c’è il rischio che nel tempo possano minare l’egemonia del dollaro».
Mentre il segretario USA alla Difesa Lloyd Austin convoca in Germania il “Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina” per fornire sempre più armi a Kiev e alimentare la guerra in Europa, il ministro degli Esteri russo Sergueï Lavrov è in visita in Brasile, Venezuela, Nicaragua e Cuba. In America Latina, che gli USA considerano il loro “cortile di casa”, sta nascendo un progetto che, sviluppandosi, minerebbe le fondamenta del potere economico statunitense nella regione. Brasile e Argentina hanno stretto un accordo per creare una nuova moneta comune da usare al posto del dollaro negli scambi commerciali tra i due paesi e altri paesi latino-americani. In Brasile Lavrov ha incontrato il presidente Lula, che chiede esplicitamente “la fine del dominio commerciale del dollaro”.
Lo stesso obiettivo viene enunciato nel comunicato sul partenariato strategico tra Brasile e Cina, emesso al termine della visita del presidente Lula a Pechino: “Brasile e Cina hanno concordato di rafforzare gli scambi in valute locali.” I due Paesi, che fanno parte dei BRICS, hanno anche concordato di promuovere congiuntamente la Nuova Banca per lo Sviluppo, la principale istituzione finanziaria dei BRICS in alternativa alla Banca Mondiale dominata dagli USA. Anche negli scambi commerciali tra Cina e Russia, raddoppiati nel giro di un anno, vengono adottate le rispettive monete in sostituzione del dollaro. Lo stesso criterio viene usato negli accordi che la Cina conclude con un numero crescente di Paesi eurasiatici nel quadro della Nuova Via della Seta.
Di fronte alla crescente ribellione all’impero del dollaro, pilastro del predominio occidentale, i ministri degli Esteri del G7, riunitisi in Giappone, rispondono con un vero e proprio comunicato di guerra: annunciano altre sanzioni alla Russia e intimano alla Cina e ad altri paesi di “cessare l’assistenza alla guerra russa, a costo di gravi conseguenze”. E mentre gli Stati Uniti e i loro alleati schierano forze sempre più numerose, anche nucleari, contro la Cina, i ministri degli Esteri del G7 avvertono la Cina di “astenersi da minacce e uso della forza.
FONTE: https://www.voltairenet.org/article219197.html
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