Il più grande appalto del secolo
da KELEBEK BLOG (Miguel Martinez)
Molto, molto tempo fa, l’umanità si divise in due, tra quelli che facevano la fila per farsi vaccinare contro il Covid, e quelli che accettavano di farsi licenziare, pur di non farsi vaccinare.
In questo conflitto, avevo due ferme incertezze.
La prima, che essendo laureato in lingue orientali e non in medicina, ci capivo il giusto; e che magari anche molti laureati in una delle centomila medicine ci capivano il giusto, e che tutte le voci che mi arrivavano, da una parte o dall’altra, erano frutto di pregiudizi più che di profonde e documentate riflessioni.
Per cui non ho mai dato eccessivo peso alle critiche contro il contenuto dei vaccini, tanto che mi sono anche vaccinato per amore di quieto vivere, e sono ancora vivo.
La seconda ferma incertezza, era che si trattava dell’Appalto del Secolo (poi scoppiò la guerra che rende ancora di più, e mi confondo).
Vedete, diversi anni fa, ho vissuto uno scambio intenso: io insegnavo inglese ai funzionari della Glaxo (oggi un impronunciabile GSK plc), e i funzionari della Glaxo, conversando in inglese, mi insegnavano in cambio come funziona il mondo dell’industria farmaceutica.
In questo dialogo con persone spesso simpatiche, dirigenti e tecnici e venditori mi hanno insegnato come si fanno gli studi medici:
la megaditta X fa un prodotto, contatta un Noto Accademico per testarlo, dicendo che lo pagheranno solo se i risultati sono favorevoli
il Noto Accademico presenta uno studio in cui dice di aver fatto un tot di esperimenti, elencati in dettaglio tecnicamente ineccepibile, da cui emerge che il prodotto è abbastanza buono (mai esagerare!)
nessuno pagherà mai per fare un controesperimento: il peer review riguarda solo la forma, in cui il Noto Accademico è un esperto.
Tralascio i discorsi tra l’ammirato e l’invidioso che mi facevano poi, sul tenore di vita del Noto Accademico
Con lo studio redatto dal Noto Accademico, il venditore della ditta farmaceutica va dal direttore dell’ospedale X, e si scrive insieme il bando, che prevede che il prodotto vincente deve corrispondere esattamente alle specifiche del prodotto presentato dalla ditta in questione.
Poi mi chiamavano a fare da interprete (in questo caso non per la Glaxo) e scoprivo ad esempio che il bando per le siringhe specificava la lunghezza esatta di aghi prodotti proprio dalla ditta il cui agente aveva scritto il bando. A buon rendere, perché il prossimo appalto lo poteva scrivere la ditta concorrente, quindi niente cattivo sangue, e soprattutto nessuno così indispettito da pagare per smentire gli studi scientifici pagati dal vincitore.
Poi si arrivava nello spicciolo, a promuovere le prescrizioni da parte di singoli medici. Ad esempio regalando inviti a conferenze di aggiornamento da svolgersi in note località marinare brasiliane: la parte scientifica si svolgeva solo la mattina; pomeriggio e soprattutto sera liberi. E il bello che pagavano per una persona sola.
Medico italiano in viaggio di lavoro che studia l’efficacia di una nuova bevanda in Brasile. Tra poco manda un messaggio alla moglie che se ne sta a Coglioniano Veneto.
Questa era la norma quando non c’erano emergenze. Immaginatevi la pacchia, quando a comprare e imporre il prodotto del Privato è lo Stato con autoblindo e licenziamenti.
E se l’emergenza è tale che si fa sostanzialmente, prima il prodotto e poi la prova.
Grazie ai miei istruttori, quindi ho avuto la fortuna di intuire cosa stava succedendo.
E ogni tanto fa piacere sapere di averci capito davvero qualcosa!
Pino Cabras sul suo canale Telegram racconta così ciò che Francesco Forciniti (ex-parlamentare fuoruscito dalle 5 Stelle) riassume di una puntato di Report che non ho visto. Fate quindi tutta la tara al riferito del riferito, ma il quadro mi sembra chiaro:
Francesco Forciniti, con il quale ho avuto l’onore di condividere tante battaglie parlamentari giuste e coraggiose, ha riassunto mirabilmente l’inchiesta di Report sui cosiddetti vaccini anticovid:
Dal 2020 ad oggi l’Italia ha speso 4,4 miliardi di euro per 381 milioni di dosi.
Più della metà sono già finite in discarica oppure ci finiranno a breve perché scadute o non aggiornate, con buona pace della svolta green.
Gli stati nazionali sono stati esautorati dalla trattativa con le case farmaceutiche, perché la Commissione europea ha negoziato in nome e per conto di tutti i Paesi membri.
Il primo contratto prevedeva un costo di 15 euro a dose, poi inspiegabilmente salito a 19 con un secondo accordo.
Le condizioni contrattuali (rigorosamente secretate) prevedono l’esonero da qualsivoglia responsabilità per i produttori su eventi avversi, la pubblicazione dei dati solo nel 2025 e l’impossibilità di utilizzarli in tribunale.
Il direttore generale dell’AIFA in una chat privata definì questi contratti un “capestro presa in giro per analfabeti con l’anello al naso”.
Quando ci si è resi conto che le dosi acquistate erano troppe si è rinegoziato l’accordo per prenderne di meno, ma le dosi alle quali si è rinunciato sono state comunque pagate a Pfizer con un indennizzo pari a 10 euro a dose, quindi gli stiamo pagando pure ciò che non ci hanno dato.
Nonostante ciò siamo vincolati fino al 2026 a prendere almeno 12 milioni di dosi all’anno quando si prevede di utilizzarne a malapena 2.
Ursula Von Der Leyen ha contrattato personalmente tali condizioni con il capo di Pfizer Bourla attraverso delle chat sul cellulare.
I dati sull’efficacia nel lungo periodo delle dosi erano falsi.
Mentre le istituzioni massacravano cittadini e PMI con green pass e super green pass, gli utili della Pfizer sono passati dai 9 miliardi di utili del 2020 ai 32 miliardi del 2022.
FONTE: https://kelebeklerblog.com/2024/02/12/il-piu-grande-appalto-del-secolo/
Bravo Andrea!Articolo interessantissimo! dove é finito l’articolo “NON E’ DTATO IL COVID…” che é diventato introvabile io l’ho letto ma non posso piu’ rileggerlo…