OPEC+ compatto contro gli USA: ufficiale il taglio alla produzione di petrolio
di L’ANTIDIPLOMATICO (redazione)
I membri del gruppo di paesi OPEC+ hanno rilasciato una serie di dichiarazioni per approvare un importante taglio alla produzione di petrolio che già era stato annunciato all’inizio di questo mese.
Queste dichiarazioni sono state rilasciate in risposta alle accuse durissime di alcuni funzionari statunitensi, i quali hanno accusato l’Arabia Saudita di aver “costretto” i suoi partner dell’OPEC a sostenere il taglio, presumibilmente per “aumentare le entrate russe e smussare l’efficacia delle sanzioni [occidentali]”.
Washington ha continuato lamentando che diverse nazioni del Golfo l’hanno contattata “privatamente” per dire che non erano d’accordo con la decisione dell’OPEC+.
“Vorrei chiarire che l’ultima decisione dell’OPEC+, che è stata approvata all’unanimità, è stata una pura decisione tecnica, senza alcuna intenzione politica”, ha twittato ieri il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed al-Mazrouei.
I would like to clarify that the latest OPEC+ decision , which was unanimously approved was a pure technical decision, with NO political intentions whatsoever.
— سهيل المزروعي (@HESuhail) October 16, 2022
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Anche l’amministratore delegato della Kuwait Petroleum Corporation, Nawaf Saud al-Sabah, ha accolto con favore la decisione dell’OPEC+, precisando che il suo paese “è desideroso di mantenere un mercato petrolifero equilibrato”.
Allo stesso modo, la Oil Marketing Company (SOMO) irachena in una dichiarazione ha spiegato che le decisioni dell’OPEC+ sono “basate su indicatori economici e sono prese all’unanimità”.
“C’è un consenso completo tra i paesi OPEC+ sul fatto che l’approccio migliore per affrontare le condizioni del mercato petrolifero durante l’attuale periodo di incertezza e mancanza di chiarezza sia un approccio preventivo che supporti la stabilità del mercato e fornisca al futuro la guida di cui ha bisogno”, precisa ancora la SOMO.
Il ministro dell’Energia algerino Mohamed Arkab ha definito “storico” il recente taglio della produzione e ha espresso piena fiducia nella decisione dell’organizzazione durante un incontro svoltosi ieri con il segretario generale dell’OPEC Haitham al-Ghais, il quale ha sottolineato che “queste affermazioni… sono la prova che la decisione era corretta.”
Il ministero dell’Energia dell’Oman, da parte sua, ha anche rilasciato una dichiarazione a sostegno della decisione, attraverso Twitter: “La recente decisione dell’OPEC+ di tagliare la produzione è in linea con le sue precedenti decisioni in termini di affidamento sui dati di mercato e sulle sue variabili, il che era importante e necessario per rassicurare mercato e sostenerne la stabilità”.
تبنى قرارات #أوبك بلس على اعتبارات اقتصادية بحتة و على حقائق العرض و الطلب في السوق والاستجابة لها باستباقية و أسلوب عملي و موضوعي. pic.twitter.com/DOnauP3IKI
— وزارة الطاقة والمعادن – سلطنة عمان (@Mog_Oman) October 16, 2022
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Il giorno prima, il ministro del petrolio del Bahrain, il dottor Mohamed Bin Daina, ha ribadito che la decisione di tagliare la produzione “è stata presa all’unanimità e dopo un approfondito studio tecnico del mercato globale”.
Il 5 ottobre, l’OPEC+ – un blocco di oltre 20 nazioni OPEC e non, inclusa la Russia – aveva annunciato un taglio della produzione di petrolio di due milioni di barili al giorno (bpd) per il prossimo novembre, ovvero il taglio più grande dall’inizio della pandemia da COVID.
La decisione è stata presa nonostante le intense pressioni della Casa Bianca, la quale sperava di mantenere bassi i prezzi del carburante in vista delle imminenti elezioni di medio termine, poiché il partito democratico di Joe Biden sta affrontando molte difficoltà con perdite di consensi.
Dopo che per l’ennesima volta non sono riusciti a costringere i loro partner del Golfo ad aumentare i livelli di produzione al fine di mantenere bassi i prezzi del carburante, i funzionari statunitensi si sono dati da fare per una risposta adeguata, persino facendo rivivere un atto legislativo che consentirebbe agli stati sovrani di essere citati in giudizio in un tribunale federale.
Inoltre, Washington ha accusato l’Arabia Saudita di aver orchestrato il taglio a “beneficio della Russia” dopo che il regno ha risposto alle suppliche degli Stati Uniti con un “clamoroso no”.
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