Dopo la vittoria di Putin, il falco Usa Lindsey Graham vola a Kiev…
da PICCOLE NOTE (Davide Malacaria)
Vinte le elezioni, Putin si appresta a visitare la Cina, segnalando che l’alleanza tra l’orso e il Dragone è destinata a un incremento. Quanto alle reazioni occidentali al voto, risulta alquanto bizzarro che non ne venga riconosciuto l’esito.
Bastava dare un’occhiata ai grafici del Levada Center, un istituto di monitoraggio della Russia riconosciuto anche in Occidente come credibile, per avere contezza delle percentuali di gradimento di Putin tra i russi. Tali percentuali, infatti, rispecchiano l’esito delle elezioni.
L’Ucraina in saldo
Insomma, nulla è cambiato rispetto a prima delle elezioni quando, nonostante Putin fosse bollato come invasore, la sua presidenza era riconosciuta come legittima, benché deprecata dall’Occidente. Al di là del particolare, va sottolineata la visita di Lindsey Graham a Kiev avvenuta subito dopo le elezioni.
Il falco Usa, che ritiene la guerra ucraina “un ottimo affare per gli Usa“, ha voluto inviare un segnale al mondo: i neocon sono ancora sugli scudi e possono ancora portare avanti la loro guerra infinita in Ucraina, nonostante l’allontanamento di Victoria Nuland dal Dipartimento di Stato.
Nella sua visita, la solita follia sanguinaria. Incontrando Zelensky lo ha spronato a continuare a combattere e lo ha sollecitato a far approvare presto la nuova legge sulla coscrizione, molto più ampia dell’attuale; e ad abbassare l’età della leva, attualmente prevista dai 27 anni in su (Washington Post).
Evidentemente il proverbio “armiamoci e partite” ha estimatori anche oltreoceano. E poco importa che la sollecitazione tende a incrementare la mattanza ucraina al parossismo. Tale la dinamica insita nella guerra alla Russia fino all’ultimo ucraino.
Quanto agli aiuti americani, indispensabili per la macchina bellica ucraina, Graham si è detto fiducioso che alla fine i repubblicani, che stanno bloccando la legge alla Camera, voteranno la nuova norma che sta per passare al Senato. Sta prendendo forma l’idea che gli aiuti vengano inviati come prestito, con l’Ucraina chiamata a risarcirlo a fine guerra.
Di fatto, gli Stati Uniti si comprerebbero l’Ucraina, dal momento che per Kiev, che uscirà incenerita dal conflitto, sarà impossibile ripagare quanto ricevuto e i relativi interessi per almeno un secolo, sempre che lo Stato continui a esistere dopo la sconfitta che è ormai destino manifesto (a meno dello scatenarsi della terza guerra mondiale).
A la guerre comme à la guerre
Quanto all’invio di truppe francesi in Ucraina – di oggi la notizia che Parigi starebbe approntando un contingente militare alla bisogna – risulta di grande interesse l’intervista al generale transalpino André Coustou, il quale afferma che attualmente le forze francesi, in una guerra ad alta intensità come quella ucraina, potrebbero tenere “un fronte di 80 Km per 3 giorni”…
Inoltre, i russi hanno un’arma che l’Occidente non possiede né può intercettare, i missili ipersonici, che possono affondare “tutte le portaerei americane”, aggiungendo che “attualmente non siamo in grado di affrontare la Russia”.
Quindi, dopo aver spiegato che questa follia non è nell’interesse della Francia, ha aggiunto che sono i circoli internazionali che influenzano in maniera decisiva il presidente americano a decidere, non gli Stati sovrani (la Francia, ha affermato, “è un protettorato”).
Il popolo ucraino, ha chiosato, è “vittima” di un disegno che è nell’interesse dei circoli di cui sopra. Quanto alla guerra, ha concluso che nessuno che sia “realista” può credere che si possa vincere…
E’ ora di finirla…
Da un generale al candidato dei partiti di sinistra per la presidenza della Commissione europea alle prossime elezioni europee, l’austriaco Walter Baier, il quale ha dichiarato che ha ragione papa Francesco, che è ora di alzare “bandiera bianca” e avviare negoziati per chiudere questa maledetta guerra.
Bizzarro, ma anche no, che a rilanciare le ragioni del Papa, che nel caso specifico ha solo ribadito la dottrina cattolica sui conflitti, sia un politico di sinistra, mentre in seno al Ppe le sue parole sono cadute nel vuoto, nonostante tanti dei partiti aderenti si richiamino alla religione cristiana. Tant’è.
FONTE: https://www.piccolenote.it/mondo/dopo-vittoria-putin-graham-vola-a-kiev
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