Democrazia o Denaro-crazia? Come gli oligarchi influenzano le elezioni negli USA
di L’ANTIDIPLOMATICO (Redazione)
Negli Stati Uniti, la corsa alle elezioni presidenziali 2024 si profila come la più costosa di sempre, con cifre da capogiro in gioco per Kamala Harris e Donald Trump. Circa cinquanta megadonatori hanno investito complessivamente oltre 2,5 miliardi di dollari nei comitati elettorali e in altre organizzazioni di sostegno ai due candidati. Tra questi donatori spiccano nomi come Bill Gates e Mike Bloomberg per Harris, mentre Elon Musk e Timothy Mellon sostengono Trump, ciascuno con cifre che superano i 50 milioni di dollari.
La Corte Suprema, con la decisione del 2010 nel caso Citizens United, ha permesso contributi illimitati ai “super PAC”, aprendo le porte all’influenza diretta dei miliardari sulla politica. Questo contesto ha dato luogo a un ruolo preponderante delle élite economiche, che ora finanziano entrambi gli schieramenti con l’aspettativa di poter esercitare un’influenza sul governo e proteggere i propri interessi.
Le cifre sono impressionanti: solo a metà ottobre si contavano già circa 3,8 miliardi di dollari raccolti tra i due partiti. Mentre Silicon Valley e Wall Street finanziano massicciamente Harris, le industrie della difesa e del settore industriale sostengono Trump. La posizione di entrambi i candidati dipende in gran parte dagli interessi economici di chi investe milioni di dollari nelle loro campagne.
Questo fenomeno evidenzia una realtà innegabile: le elezioni nella “più grande democrazia del mondo” sono sempre più uno scontro tra oligarchi, dove i grandi donatori determinano il destino dei candidati, trasformando il processo elettorale in un gioco dominato dal denaro e dagli interessi privati.
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