Pisellonio d’Ucraina
da CONFLITTI E STRATEGIE (Gianfranco La Grassa)

Esistono Paesi vivi e attivi, governati da gente seria, ed esistono Paesi decadenti, gestiti da autentiche rovine politiche. Quando Mario Draghi, da premier non eletto (si dice così, ma non è che gli eletti siano poi sempre migliori, anzi spesso si equivalgono), ci offriva l’opportunità di scegliere tra il condizionatore e la pace, ci sarebbe dovuta essere una sollevazione generale. Non dico del popolo, ma di quei settori dello Stato che avrebbero dovuto scontrarsi con gli altri gruppi dello stesso i quali avevano assecondato la sua discesa in campo, consentendo un tale scempio nazionale.
Non si può oggi presentare come una mente illuminata un individuo che, dopo aver detto simili sciocchezze e dopo aver sostenuto che con le sanzioni la Russia sarebbe crollata, ora, dopo essere stato sbugiardato dagli eventi, ci impartisce pure la lezioncina sull’Europa che non conta nulla. Zelensky, il buffone, è lo specchio delle classi dirigenti che lo sostengono. Del resto, non potrebbe essere diversamente, a un pagliaccio che si esibisce corrisponde sempre un intero circo che lo contiene.
È chiaro che Putin (o, meglio, i russi di cui è rappresentante) non potranno mai trattare con un comico criminale da strapazzo e con i suoi agenti stranieri. A questo punto l’unica soluzione per uscire dall’impasse è la rimozione di Zelensky e l’individuazione di un altro Presidente, con cui si possa trattare facendosi qualche concessione reciproca, che non sarà mai proporzionata, così che tutti possano salvare la faccia. È la storia che lo insegna. Chi perde ed esce dalla guerra cede qualcosa e riceve in cambio la fine delle ostilità, almeno quelle più evidenti. I russi sanno che non devono umiliare i Paesi, i governi cambiano, le situazioni pure, e un domani occorrerà ristabilire rapporti meno tesi con quelli che verranno. Certo non si preoccupano di non umiliare gli attuali leader europei, che presto passeranno alla storia delle barzellette e che hanno già fatto abbastanza per squalificarsi da soli.
Non vedo altra soluzione a questa guerra. L’Ucraina, al di là di eventuali mutilazioni territoriali (che non sarebbero la fine del mondo poiché la cartina geografica europea ha da secoli confini mobili e cangianti), non può che tornare a far parte dell’orbita russa, e gli europei con i loro padroni americani dovranno farsene una ragione, come è stato per decenni in passato. Prima Zelensky e il suo entourage escono di scena e prima ci si potrà sedere a un tavolo con delle soluzioni realistiche, che in tempi di subbuglio come i nostri saranno in ogni caso temporanee. Dopodomani potranno accadere cose ancora più gravi, ma ci sarà tempo per affrontarle.
La caduta dei burattini non sarà indolore per i burattinai che finora hanno presentato Pisellonio d’Ucraina come l’eroe europeo. Ma, sparito il buffone di corte, anche i capi dell’Ue e i governi che lo hanno foraggiato saranno costretti, per dignità, a un passo indietro. Fatto fuori il pagliaccio, via anche i pagliacci e mezzo.
Questo si rende necessario anche per alzare il livello della nostra scena politica, perché se il mondo ribolle non ci si può affidare né a un tecnico dei condizionatori né ad armaioli incapaci persino di farsi i conti quando partono in guerra col culo degli altri.
FONTE: http://www.conflittiestrategie.it/pisellonio-ducraina





Commenti recenti