Alt Right: gli anticomunisti del XXI secolo
di L’INTERFERENZA (Stefano Zecchinelli)
Lo scontro inter-imperialistico è dominato dal conflitto fra i cosmopoliti liberali e l’Alt Right nazionalista; si tratta di due fazioni dell’oligarchia capitalista USA profondamente anti-sociali ed anti-patriottiche (nei confronti della patria altrui…). Il sito di ‘’sinistra’’ Intercept, nel 2016, sintetizzava così le posizioni del gruppo di Bannon: “Bannon ha fatto [del sito] Breitbart, letto ardentemente da suprematisti bianchi, uno spazio per scrittori pro-Israele e lettori anti-semiti”. Gli antisemiti fanno capo ai neonazisti statunitensi, per la precisione l’ex capo del Ku Klux Klan, David Dukes, personaggio dalle posizioni complesse, ma negazionista dei crimini nazisti fra cui la Shoah. Dall’altra parte, Bannon ha riciclato molti ‘’anarchici capitalisti’’, apologeti di Reagan e fautori di una economia tanto protezionista quanto basata sulla distruzione delle organizzazioni sindacali. Il discorso di Trump all’ONU è eloquente: con l’Alt Right, l’anticomunismo torna ad essere l’ideologia dominante della borghesia USA. Una sorta di anticomunismo del ventunesimo secolo e, a breve, vedremo che cosa significa.
Con la sua buffonata alle Nazioni Unite, Trump ci ha riferito come il ‘’socialismo’’ sudamericano minaccerebbe il cosiddetto ‘’mondo libero ‘’. I neoconservatori consideravano l’Islam politico l’ostacolo più importante alla globalizzazione capitalistica, mentre l’Alt Right punta il dito contro gli Stati indipendenti e non neoliberisti. Non si tratta di antisocialismo ma di contrapposizione al nazionalismo progressista; l’Iran viene osteggiato non in quanto Repubblica Islamica, ma per timore dell’ “espansionismo antimperialista persiano” ovvero la possibile costituzione di un blocco egemonico antisionista sul fronte mediorientale. La supremazia nazionalista USA comporta il disconoscimento delle patrie altrui, quindi l’anticomunismo del ventunesimo secolo implica l’avversione verso il patriottismo repubblicano e popolare.
Il fondamentalismo religioso svolge un ruolo importantissimo; per Bannon il cattolicesimo è, senza mezzi termini, ‘’cristianesimo rosso’’ quindi un ostacolo al realismo politico ‘’yankee’’. Il suo riferimento ‘’teologico’’ sono le lobby evangeliche alleate del ‘’sionismo religioso’’ e razzista. Per questo negli USA si può essere neonazisti, antisemiti ed ammiratori di Israele nello stesso tempo. Lo studioso tradizionalista Aldo Braccio rileva: ‘’L’Occidente, secondo Bannon – intendendosi con ciò precisamente l’alleanza Stati Uniti/Europa – deve rifondarsi su una rinnovata e consolidata struttura a tre pilastri: il capitalismo appunto, il nazionalismo e i valori giudaico-cristiani; il primo deve liberarsi dagli eccessi introdotti dal “partito di Davos” (l’èlite finanziaria), il secondo garantirà una pluralità di soggetti e identità, mentre i valori giudaico-cristiani devono costituire il fondamento dell’Occidente, le sue radici’’ 1. Certamente, l’ideologo di Breitbart rivendica l’imperialista (come confermò lo stesso generale De Gaulle) sbarco in Normandia, ma i suoi riferimenti politici restano, negli USA come in Europa, organizzazioni legate all’estrema destra razzista con gruppi più neonazisti che altro. Una sorta di xeno-fascismo all’americana.
Adesso ha fondato Il Movimento, il cui direttore politico è l’ebreo polacco Mischael Modrikamen fino a qualche anno fa vicino al Partito popolare europeo. Nel 2016, questo losco figuro venne invitato all’International Leader Summit di Gerusalemme portando solidarietà ai coloni sionisti di Giudea e Samaria. Firmò una dichiarazione alquanto imbarazzante dove si propugnavano i (falsi) valori del giudeo-cristianesimo: ‘’Come guardiani della nostra civiltà basata sui valori giudeo-cristiani, ci impegniamo a proteggere i nostri patrimoni culturali, le rispettive tradizioni nazionali e la sovranità delle nazioni’’ 2. Ci troviamo innanzi ad una riproposizione del patto fra nazisti ed estrema destra sionista oppure l’Alt Right rivendica uno statuto reazionario autonomo comprendente tanto i neonazisti quanto i neo-sionisti? Gli antifascisti liberali, che hanno fatto pericolose concessioni alla ideologia capitalista post-moderna, sono totalmente incapaci di affrontare il fenomeno – certamente preoccupante – di questa destra alternativa. Il fenomeno va seguito e monitorato con costante attenzione.
L’imperialismo anglo-statunitense ha, come dicevo, due fazioni: una cosmopolita e l’altra nazionalista. Il cosmopolitismo dei Clinton, che appoggia il polo imperiale della UE, è entrato in rotta di collisione col nazionalismo territoriale israeliano. Il giornalista marocchino Youssef Hindi, studioso della escatologia messianica giudaica, ha avanzato una ulteriore ipotesi: la destra sionista vuole distruggere la UE, facendola pagare cara ai burocrati europeisti per il sostegno dato agli accordi sul nucleare iraniano. L’anti-musulmanesimo della destra xenofoba è un’arma interessante nelle mani di un animale politico, cinico e mentitore, del calibro di Netanyahu. Le contraddizioni di Bannon verrebbero, almeno in parte, spiegate con questa nuova rivelazione.
La lobby sionista ha due componenti: una legata ai Clinton, quindi promotrice della globalizzazione neoliberista compresa la globalizzazione del crimine; l’altra nazionalista, vicina al governo israeliano. Lo scontro fra Soros e Netanyahu si colloca all’interno di questa ‘’guerra’’ inter-oligarchica.
Per Aldo Braccio: ‘’Ma è nella proposta geopolitica che gli scenari delineati da Bannon confermano e anzi radicalizzano la politica statunitense, a difesa dell’Occidente e contro la sovranità e gli interessi reali dell’Europa: il nemico additato è infatti – nella reiterata e folle prospettiva dello “scontro di civiltà” – l’Islam (talvolta etichettato come fascismo islamico, contro cui “la guerra è cominciata”)’’. Ed ancora: ‘’ In alcuni interventi Bannon sembra propendere all’Islam nella sua generalità e interezza, in altri nella sua accezione “radicale”; cosa significhi radicale lo si capisce meglio dai Paesi che Bannon mette nel mirino: Turchia e Iran, considerati i peggiori “regimi” e i più pericolosi fra i Paesi islamici, cui si accompagna nella graduatoria dei nemici assoluti la Cina’’. In che cosa l’Alt Right è una costola dei neoconservatori e dove si differenzia? La Cina, più dell’Iran e della Russia, è il nemico principale dell’amministrazione Trump; l’anticomunismo è l’anti-patriottismo del ventunesimo secolo. Qual è l’obiettivo di Il Movimento: spezzare la Via della Seta legando la struttura economica del capitalismo israeliano al complesso militar-industriale USA. Questo “modello” potrebbe essere la nuova ideologia (sciovinista) per gli Stati europei e l Piano B dell’establishment.
http://pergiustizia.com/il-caso-bannon-gli-usa-contro-leurasia/
https://www.maurizioblondet.it/bannon-e-i-suoi-amici-che-cavalcano-i-populisti/
Fonte: http://www.linterferenza.info/esteri/alt-right-dallanticomunismo-al-sionismo/
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