Misteri e segreti degli alauiti
di ALBERTO NEGRI
La città è morta. Così avevano detto allora i suoi abitanti in fuga, con poche e desolate parole, senza insistere troppo, come se avessero annunciato la scomparsa di un parente da tempo gravemente malato. Un rifugiato che avevo incontrato a Damasco era stato esplicito nel descrivere la rovina e mi aveva chiesto stupito: «Perché vai ad Aleppo?». Ma era lì che dovevamo andare. Anche se la guerra civile già divampava, le leggende ancora abbondavano sulla strada tra Latakia e Aleppo. In una si raccontava che in un villaggio chiamato Martaban gli abitanti invitavano i viaggiatori a bere vino e a giacere con le loro mogli e le figlie: se non avessero accettato il rifiuto sarebbe stato considerato un affronto. Leggende orali che avevano un fondo di verità in antichi rituali tramandati in testi che però nessuno aveva mai letto.
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