La Corea del Nord minaccia di riprendere lo sviluppo del nucleare
di SICUREZZA INTERNAZIONALE
La Corea del Nord ha avvertito gli Stati Uniti che considererà seriamente di tornare a sviluppare le armi nucleari se Washington non metterà fine alle severe sanzioni economiche contro il regime.
In una dichiarazione rilasciata venerdì 2 novembre, il Ministero degli Esteri del Paese asiatico ha dichiarato che Pyongyang potrebbe decidere di ritornare alla politica abbandonata in seguito all’incontro con il presidente statunitense, Donald Trump, avvenuto il 12 giugno, quando il leader nordcoreano, Kim Jong-un, si era impegnato per la denuclearizzazione del suo Paese. Da allora, sono stati fatti pochi progressi in questo senso, e Washington ha fatto pressioni per continuare a mantenere le sanzioni contro la Corea del Nord fino a quando non si verificherà una “denuclearizzazione definitiva e pienamente verificabile”. Pyongyang aveva accusato gli Stati Uniti definendo le sue richieste un “atteggiamento da gangster”.
Nella dichiarazione nordcoreana di novembre, inoltre, viene nuovamente richiesto a Washington di eliminare le sanzioni. “Il miglioramento delle relazioni e le restrizioni sono incompatibili” si legge nel documento. Secondo Al Jazeera in lingua inglese, si tratta dell’ultimo segno della frustrazione della Corea del Nord nei confronti degli Stati Uniti. A ottobre, i media statali nordcoreani avevano già pubblicato un lungo commento che accusava Washington di fare “il doppio gioco”, criticando implicitamente Trump per i suoi commenti volti a vietare a Seoul di eliminare le sanzioni contro Pyongyang.
Il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, sta da tempo favorendo il miglioramento delle relazioni con la sua controparte nordcoreana, proponendo vasti investimenti e progetti congiunti come incentivi per fare dei passi avanti verso la denuclearizzazione della Corea del Nord. Gli Stati Uniti, invece, sono stati irremovibili, dichiarando che la pressione sul Paese dovrebbe essere mantenuta fin quando il suo programma relativo agli armamenti non verrà totalmente smantellato. Venerdì 2 novembre, il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha ripetuto che le sanzioni non verranno eliminate fino a quando Pyongyang non manterrà l’impegno relativo alla denuclearizzazione del Paese, aggiungendo che incontrerà la sua controparte nordcoreana la prossima settimana.
Le tensioni con gli Stati Uniti in merito allo sviluppo del programma missilistico erano scoppiate nel 2003, quando Pyongyang abbandonò il Trattato di non-proliferazione nucleare (NPT), facendo altresì naufragare un accordo quadro con gli USA che prevedeva lo scambio tra forniture energetiche e la sospensione dell’armamento nordcoreano. Quando Pyongyang, nel 2006, effettuò il primo test nucleare, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU adottò alcune Risoluzioni all’unanimità, condannando le azioni nordcoreane e imponendo sanzioni, che sono state aumentate nel corso del tempo con la speranza di fermare le mire della Corea del Nord. Tra le misure restrittive si contano un bando sulle importazioni di armi e delle tecnologie che aiuterebbero il regime di Pyongyang a raggiungere il proprio obiettivo nucleare.
L’aumento dei test missilistici nucleari da parte del governo di Pyongyang, durante il 2017, aveva preoccupato la comunità internazionale, che aveva imposto una ulteriore serie di sanzioni sul Paese asiatico, colpendo tra gli altri settori anche quello del carburante e delle esportazioni, nel tentativo di convincerlo a porre fine al suo programma nucleare e a sedersi al tavolo delle trattative. La situazione era cominciata a cambiare quando, durante il suo discorso di fine anno, Kim aveva espresso il desiderio di vedere gli atleti nordcoreani prendere parte alle Olimpiadi Invernali, che si sono tenute in Corea del Sud a febbraio 2018. Tale azione aveva permesso di ristabilire inizialmente i contatti fra Pyongyang e Seoul, che avevano portato allo stabilimento di un contatto diplomatico del regime di Kim con Washington, fino allo storico incontro del 12 giugno.
Sicurezza Internazionale è il primo quotidiano italiano dedicato alla politica internazionale.
Consultazione delle fonti inglesi e redazione a cura di Chiara Romano
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