Il nuovo ruolo dell’Italia: così prova a mediare sulla Libia
di GLI OCCHI DELLA GUERRA (Lorenzo Vita)
(Dal nostro inviato a Palermo) Sono due le novità più importanti che emergono da queste prime ore del vertice per la Libia iniziato a villa Igiea, a Palermo. In primo luogo, la confermata presenza di Haftar chiude il cerchio circa la presenza di tutti i quattro leader principali del paese in Sicilia. In secondo luogo, l’altra novità non meno importante è inerente alla modalità con la quale si svolgerà il summit. Poco dopo aver tirato un sospiro di sollievo ed aver incassato la sicurezza circa la presenza del generale della Cirenaica nel capoluogo siciliano, per bocca dei suoi portavoce presenti a villa Igiea il premier Conte ha rivelato la modalità di svolgimento del summit: “Ci saranno dei bilaterali – spiegano i rappresentanti di Palazzo Chigi a Palermo – Il presidente del consiglio incontrerà singolarmente le delegazioni libiche. Ci saranno dei bilaterali che inizieranno già dopo cena in questo lunedì sera. Conte incontrerà anche Haftar”.
Smentita, sempre dalla presidenza del consiglio, anche la notizia secondo cui erano in via di organizzazione dei summit paralleli a Palermo per convincere Haftar ad atterrare in Sicilia: “Tutto verrà svolto qui a Villa Igiea, non ci saranno altri mini summit”.
Lo svolgimento dei bilaterali
Non si tratta solo di una questione di forma. La prima giornata di questo summit infatti, dona spazio più alla parte cerimoniale che operativa dell’evento. Ma la scelta del formato è fortemente indicativa proprio in vista di martedì, quando per l’appunto si terranno i lavori veri e propri. Il fatto che Palazzo Chigi annunci lo svolgimento dei bilaterali, implica come probabilmente tra i principali attori libici non siano maturi i tempi per degli incontri in comune che riguardino tematiche comuni sul paese nordafricano. Un fatto di non secondaria importanza. Haftar del resto non gradisce la presenza di alcuni appartenenti alla fratellanza musulmana, a loro volta alcuni membri delle delegazioni di Misurata non vedono di buon occhio aprire un tavolo con l’uomo forte della Cirenaica.
Evidente dunque come a Palermo sia anzi preferibile evitare contatti troppo stretti tra i leader libici, principali e non. La soluzione è quindi quella di incontro singoli tra il presidente del consiglio italiano e le delegazioni che provengono da Tripoliania, Cirenaica e Fezzan. Questo dovrebbe valere anche per le delegazioni internazionali: i 30 paesi presenti incontreranno in bilaterali specifici (ed in via di definizione) i vari gruppi libici. Si inizia lunedì sera, si proseguirà poi durante tutta la mattinata di martedì.
Il ruolo dell’Italia
In questo contesto, Roma potrebbe dunque esercitare il ruolo di mediatrice. Lo stesso premier Conte in un’intervista a La Stampa, ha ribadito la sua volontà di mediare tra le posizioni di Haftar e quelle di Al Serraj. Il format che sta prendendo forma a Palermo, faciliterebbe le velleità italiane: il governo potrebbe riportare proposte e dichiarazioni delle varie singole fazioni ed essere in prima fila nel provare a mettere al proprio posto le varie tessere del mosaico libico. La base è data dal piano Onu illustrato nei giorni scorsi dall’inviato delle Nazioni Unite Ghassan Salamé, anche lui presente a Palermo.
La Libia è fondamentale per la sicurezza dell’Italia.
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A questo punto il vertice di Palermo potrebbe assumere, come già preventivato nei giorni precedenti, l’aspetto di un vero e proprio trampolino in vista di future conferenze. Dalla Sicilia quindi, il governo spera di aver impiantato un semplice ma importante punto di partenza: per sapere se questa strategia avrà successo o meno, servirà aspettare i bilaterali di martedì.
Fonte: http://www.occhidellaguerra.it/libia-il-ruolo-di-mediatore-dell-italia/
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