In pochi nutrivano ottimismo sugli esiti e invece si è concluso con un accordo il ventunesimo vertice bilaterale tra l’Unione europea e la Cina, in corso oggi a Bruxelles, dopo che Pechino ha accettato sostanzialmente tutte le richieste dell’Ue per i diversi punti inizialmente controversi della bozza di dichiarazione congiunta con le conclusioni del summit. L’accordo arriva nella stessa giornata in cui Donald Trump ha minacciato l’Ue promettendo 11 miliardi di dollari di dazi. Nell’elenco del presidente Usa, anche diversi prodotti made in Italy. Mentre Trump alza la voce, Pechino è invece passata all’incasso ottenendo anche messaggi tranquillizzanti sulle sue imprese di Tlc, con rassicurazioni e aperture sul 5G Huawei da parte di Juncker e Tusk.
Al vertice hanno partecipato, per l’Ue, proprio il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune (Pesc), Federica Mogherini, e per la Cina il premier Li Keqiang e il ministro degli Esteri, Wang Yi. Innanzi tutto, gli europei hanno ottenuto che nel punto sulla riforma dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto), Pechino accettasse per la prima volta di mettere in discussione le sovvenzioni dello Stato cinese all’industria (menzionando “l’obiettivo di rafforzare le regole internazionali sui sussidi industriali”), senza chiedere in contropartita la messa in causa anche dei sussidi agricoli (che per l’Ue avrebbe significato una rimessa in causa della Politica agricola comune).
In secondo luogo, nel paragrafo sull’impegno a favore del multilateralismo figura il riferimento al rispetto del diritto internazionale e dell’Onu, inizialmente osteggiato dai cinesi, seppure con uno strano giro di parole (“rispetto del diritto e delle norme internazionali che governano le relazioni internazionali, con al centro le Nazioni Unite”). Questi erano i due punti controversi che restavano ancora ieri sera e che sono stati risolti poche ore prima dell’inizio del vertice.
Inoltre, la dichiarazione finale segna passi avanti, rispetto all’analogo documento uscito dal precedente vertice del 2018, su diverse altre questioni chiave per gli europei: la fine del trasferimento forzato di tecnologie come contropartite per gli investimenti cinesi; l’impegno a lavorare per la scomparsa delle barriere alle imprese straniere sul mercato interno cinese (“level playing field”); l’impegno a lavorare insieme per la riforma dell’Omc; l’impegno a risolvere i punti ancora controversi nel negoziato sulla tutela delle indicazioni geografiche, e a concludere formalmente il negoziato stesso entro la fine del 2019; l’impegno a “concludere entro il 2020 un ambizioso accordo complessivo Ue-CINA sugli investimenti”, e a conseguire entro il 2019 “i decisivi progressi necessari” a questo fine. C’è, infine, e non meno importante, l’impegno di entrambe le parti ad affrontare il nodo della sovraccapacità nella produzione mondiale dell’acciaio, con un rapporto che verrà prodotto a giugno di quest’anno.
“I negoziati – ha detto Tusk durante la conferenza stampa finale del vertice – sono stati difficili, ma alla fine fruttuosi. Siamo riusciti a concordare una dichiarazione congiunta, che stabilisce la direzione per il nostro partenariato basato sulla reciprocità. Questo – ha concluso – è stato il nostro sforzo comune ed è il nostro successo comune”.
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