Il controllo di Twitter da parte di Musk, che si auto-definisce “assolutista della libertà di parola“, agita molti osservatori. C’è chi teme che con il patron di Tesla al comando del social possa diventare una ‘arena di odio’. Altri sono convinti che la sua crociata ‘anti-censura’ non risolverà i problemi che flagellano il social da anni. Musk non ha ancora chiarito nel dettaglio cosa farà con Twitter. Il patron di Tesla si è infatti limitato a dire che Twitter ha bisogno di essere “trasformata” e che dovrebbe basarsi su un algoritmo open-source. A quale tipo di leadership intende ispirarsi non è chiaro, anche se negli ultimi tweet sembra lasciar trapelare che il suo modello non sarà Bill Gates. Il fondatore di Microsoft è stato di recente criticato da Musk, che lo ha preso in giro per aver scommesso contro Tesla dipingendosi allo stesso tempo paladino della lotta al cambiamento climatico.
Si interrogano sull’impatto che Musk avrà sulla società anche i dipendenti di Twitter preoccupati dalla volontà del miliardario-visionario di voler smantellare le politiche di moderazione dei contenuti e, soprattutto, di voler procedere con il delisting della società (cioè: toglierla dalle negoziazioni della Borsa) di fatto sottraendola ai riflettori pubblici e lasciando a Musk mano libera su come procedere. Mentre il consiglio di amministrazione è al lavoro per definire i dettagli dell’offerta, i dipendenti non nascondono la loro frustrazione nelle chat private e lamentano il silenzio dei vertici che li hanno lasciati all’oscuro. Nonostante le molte perplessità Musk è riuscito a convincere diversi azionisti della bontà della sua offerta da 54,20 dollari per azione, un livello – ha spiegato nel corso di una girandola di incontri – che il management di Twitter da solo non riuscirà mai a raggiungere. Con parte degli investitori dalla sua parte e soprattutto una maggiore chiarezza sui finanziamenti per l’operazione – ha raccolto 46,5 miliardi di dollari di impegni per la transazione – Musk ha ammorbidito la posizione del consiglio di amministrazione, inizialmente contrario all’acquisizione tanto da approvare una poison pill anti-scalata. I ripetuti contatti degli ultimi giorni con i componenti del cda avrebbero poi rimosso gli ultimi ostacoli spianando la strada all’intesa, ormai a portata di mano e con la quale Musk diventa un ‘barone dei social’ pronto a rivoluzionare il settore così come ha fatto con l’industria automobilistica.
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