di L’ANTIDIPLOMATICO (Agata Iacono)
E’ di oggi (ieri ndr) la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro, in una clinica privata di Palermo, dove pare fosse ricoverato da almeno un anno.
Già due mesi fa, a novembre 2022, Salvatore Baiardo, indicato come persona di fiducia di boss mafioso, dichiarava a Massimo Giletti per “Fantasmi di mafia”, su La7: «L’unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo” e sul nuovo governo: “Che arrivi un regalino?…Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?». E sulla trattativa Stato-mafia: «Non è mai finita».
Più volte è stato ipotizzato che lo Stato, i suoi apparati, sapessero benissimo dove fosse il “latitante n.1” e che la trattativa per la sua consegna fosse in corso da tempo, viste le condizioni di salute del Boss e la veneranda età, oltre al fatto che “boss” probabilmente non lo è più da anni, così come la mafia non corrisponde più all’immaginane che la narrativa avrebbe voluto farci credere.
La trattativa Stato Mafia continua, afferma Baiardo. Dallo sbarco degli “alleati” in Sicilia.
Da quando si firmò la resa incondizionata a Cassibile l’otto settembre con la famosa carrozza di Luki Luciano.
Da quando l’Italia è diventata colonia Usa e chiunque abbia cercato di rivendicarne l’autonomia e la sovranità, è stato ucciso o minacciato con l’aiuto eclatante della manovalanza criminale.
Da Mattei a Moro, da Falcone a Borsellino.
Quindi? A cosa serve questa entusiasta cattura in pompa magna oggi di un uomo malato fantasma di se stesso?
Poiché il governo Meloni è in enorme difficoltà ad affrontare la crisi, geopolitica, economica, sociale, che investe l’Italia, patria serva supina dell’Europa e della Nato, governata da interessi sovranazionali, cosa resta da fare?
L’inflazione e il caro vita distruggeranno quel poco che resta dalla criminale gestione covid, la crisi energetica derivata dalle sanzioni non si risolve certamente con un intervento sulle accise, il caro bollette non è sostenibile.
I cittadini (per quanto addomesticati a considerare i diritti come mere concessioni, indotti dalla strategia della paura a rivaccinarsi, mandare armi all’Ucraina, mangiare insetti e vedere Zelensky a Sanremo), ad un certo punto, prima o poi, esplodono.
Come creare una distrazione di massa che si basi su una propaganda identitaria della destra che non siano i porti o i rave party? Come far passare la perdita ulteriore di sovranità, benessere e libertà da “destra”? Ed ecco servito Matteo Messina Denaro sul piatto d’argento della propaganda mediatica.
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