Francia in rivolta contro la riforma delle pensioni: la polizia mena e arresta
di L’INDIPENDENTE (Valeria Casolaro)
Nella serata di lunedì 20 marzo a Parigi e in numerose altre città della Francia si sono svolte proteste improvvisate, a seguito del voto dell’Assemblea Nazionale per porre la fiducia al governo del primo ministro Borne. La mozione era stata presentata dai partiti di opposizione a seguito della decisione di Macron di proseguire con la riforma delle pensioni, nonostante le proteste dei cittadini esplose in tutto il Paese che hanno coinvolto milioni di francesi. I voti per sfiducia al governo sono stati 277, appena 10 in meno di quelli necessari per raggiungere la maggioranza richiesta. I cittadini, tuttavia, non si sono dati per vinti, e hanno dato vita ad accese proteste, nel corso delle quali si sono verificati scontri anche violenti con la polizia. Nella capitale sono stati schierati oltre 2000 poliziotti, mentre sono state 234 le persone fermate (287 in tutto il Paese). Per il 23 marzo prossimo i sindacati hanno indetto un nuovo sciopero generale, allo scopo di bloccare il Paese.
La polizia ha smentito le notizie secondo le quali sarebbe stato fatto un uso eccessivo della forza nel corso delle manifestazioni di ieri sera, ma sui social sono numerose le immagini degli arresti, anche violenti, e delle persone trattenute. Anche il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon ha parlato di «numerosi arresti violenti». Il prefetto di Parigi, Laurent Nunez, in riferimento ad un episodio nel corso del quale un poliziotto ha sferrato un pugno a un manifestante, ha dichiarato che si tratta di episodi che possono verificarsi «in caso di emergenza» e «quando i funzionari pubblici vengono chiamati in causa in modo violento». In tutto il centro della capitale sono stati appiccati incendi a cassonetti e oggetti di varia natura, azioni che hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco.
Le proteste non hanno riguardato solamente la capitale: a Lione oltre 500 persone sono scese in piazza, mentre diverse centinaia si sono riversate nelle strade di Lille e a Rennes sono state bloccate le principali vie di accesso alla città. Mélenchon ha annunciato che è arrivato il momento della «sfiducia popolare» e ha invitato i francesi a proseguire con le proteste. Nel frattempo, importanti disagi sono stati causati dal blocco delle raffinerie e dallo sciopero dei trasporti, della nettezza urbana, della sanità e di numerosi altri settori, che si hanno annunciato di voler proseguire a oltranza fino al ritiro della riforma.
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