Lidl conviene sempre? Ma anche no
di VOCIDALLAGERMANIA (redazione)
Lidl compie 50 anni. La catena di discount ha aperto la sua prima filiale Il 16 maggio 1973 a Ludwigshafen-Mundenheim. E secondo la dirigenza aziendale, questa ricorrenza deve essere festeggiata in modo adeguato. La festa, infatti, si protrarrà per ben “20 settimane” con “numerose e allettanti offerte di compleanno, sconti, concorsi, eventi e collezioni retrò”. Inoltre, saranno presenti “importanti personalità”, fra queste l’intrattenitrice Barbara Schöneberger e la star della commedia Max Giermann, e soprattutto la regina del pop tedesco Helene Fischer. Nel ruolo di volto radioso di una campagna pubblicitaria enorme e certamente non economica, diventerà un’ospite fissa nei nostri salotti di casa. Oh, cielo!
Ma non ce lo meritiamo? Dopo tutto, senza di noi, i clienti, Lidl non sarebbe quello che è oggi: un impero del commercio, il quarto più grande al mondo, con 13.300 filiali (compreso Kaufland), 550.000 dipendenti e un fatturato annuo di oltre 133 miliardi di euro. Una mega-corporation che di recente si è addirittura promossa come “motore di innovazione” per spingere la zoppicante digitalizzazione del Paese e sfidare i giganti tecnologici di Stati Uniti e Cina in termini di intelligenza artificiale (AI).
Spaghetti Milionario
Tutti noi abbiamo contribuito a renderlo possibile, forse è iniziato mezzo secolo fa, quando volevamo pagare un pacco di pasta solo la metà rispetto al negozio dietro l’angolo. E che oggi dovremmo essere felici di non pagare più 99 centesimi per un pacco di spaghetti a marchio Lidl, ma 79 centesimi. Merito di una “battaglia degli sconti” all’interno del settore, che da oltre un anno sta facendo cassa sui consumatori con la sua politica dei prezzi lunari, che non sembra essere dovuta solo all’inflazione. Tanto per ricordare: prima della guerra in Ucraina, da Lidl, Aldi e simili gli spaghetti si vendevano ancora a 49 centesimi.
Ci sono persone che trovano tanta ricchezza indecente, oscena e antisociale e che sostengono che queste cose dovrebbero essere vietate, cioè politicamente proibite, non solo perché una casta numericamente minuscola si trova di fronte a un esercito globale di miliardi di persone povere e sfruttate. Troppo denaro è anche associato a troppo potere e influenza, che di solito funzionano in modo da esacerbare ulteriormente le disuguaglianze e le ingiustizie, aumentando la povertà e la sofferenza in tutto il mondo. E poi ci sono contemporanei attenti che non credono a Schwarz, ai fratelli Aldi e ai boss di Penny nella loro presunta strategia a basso costo, perché i prezzi dei discount si stanno avvicinando sempre più a quelli della concorrenza cosiddetta ad alto prezzo, e questo accade non solo dall’inizio delle grandi crisi dei nostri tempi. Tanto più che se Schwarz fosse davvero lo zio simpatico della porta accanto, come avrebbe potuto accumulare così tanti beni?
Il disincantatore di Aldi
Tali obiezioni e contestazioni tuttavia non risuonano negli omaggi dei principali media in occasione del 50° anniversario dell’azienda. Il tono dominante invece è quello dell’ammirazione, del rispetto per un uomo d’affari accorto che ha trasformato Lidl in un marchio globale con abilità, diligenza e perseveranza. Soprattutto, a Schwarz viene riconosciuto il massimo merito per come è riuscito a scavalcare Aldi, che inizialmente era il suo cane da guardia, e a farlo retrocedere al secondo posto nel cosiddetto segmento dei bassi prezzi qui in Germania, lasciandolo quattro posizioni dietro di sé nella classifica delle catene con il piu’ alto volume di vendita a livello globale.
“Cosi’ come Dieter Schwarz ha insegnato ad Aldi la paura”, titolava l’Handelsblatt, rivelando i “sette segreti del successo dell’eccezionale imprenditore”. WirtschaftsWoche ha rivelato solo “sei segreti del successo” del “re dei discount”, uno dei quali è: “Proteggi la tua privacy! E questo si riferisce alla sua timidezza davanti ai riflettori, alla sua stretta solitudine, che gli permette, in quanto “tedesco più ricco, di passeggiare senza troppe preoccupazioni nella sua città natale di Heilbronn”, indisturbato da “fastidiose offerte commerciali e dubbie richieste di donazioni o altre intrusioni”.
“Eccessivo profitto”
È stato questo programma di impoverimento generale nel segno delle riforme Hartz applicate al mercato del lavoro, unito a una redistribuzione senza precedenti dal basso verso l’alto (parole chiave: riforma dell’imposta sulle società, deregolamentazione, privatizzazione), a preparare il terreno per la grande “storia di successo” di Dieter Schwarz. La spesa a basso costo era già di moda a quell’epoca, e Aldi e Lidl ne erano i pionieri. Dall’inizio degli anni 2000, tuttavia, lo shopping a basso costo per molti è diventato una necessità e sempre più una questione esistenziale. I discount ne hanno tratto profitto e continuano a farlo oggi, perché oltre alla clientela classica, anche la classe media, ora a rischio declassamento, affolla i loro negozi.
Il fatto che Schwarz abbia colto il cambiamento più rapidamente di quanto abbiano fatto i suoi concorrenti, ad esempio puntando prima su un assortimento integrato fatto da articoli di marca o sul commercio online, può essere attribuito al suo istinto commerciale. Tuttavia, il fatto di averne fatto un superuomo trascura le circostanze politico-economiche e il contributo dei suoi “sostenitori” politici. Soprattutto, si ignorano i numerosi sacrifici su cui si è basato il suo trionfo. Non c’è solo la folla di clienti che, in quanto impoveriti, non possono fare a meno del low cost, e che tuttavia già da diversi mesi si sono visti applicare dal loro discount preferito prezzi poco caritatevoli che, secondo gli esperti del settore, indicano “una presa di profitto eccessiva”.
A ciò si aggiungono altre gravi conseguenze che colpiscono il genere umano e la natura nel suo complesso e che sono da addebitare anche e soprattutto ai discount: il consumo eccessivo di carne e verdura a basso costo, l’allevamento in fabbrica alla Tönnies con gabbie e pulcini in batteria, il turbo-allevamento, le montagne di rifiuti da imballaggio e i danni alla salute e all’ambiente che ne conseguono. Per non parlare della forte marginalizzazione delle professioni tradizionali, come i panettieri, i macellai e i fiorai, in favore di una sempre maggiore concentrazione del mercato, con una tendenza all’aumento dei prezzi e alla diminuzione della qualità. Il tutto è reso ancora più devastante dal fatto che il modello dei discount tedeschi, con tutti i suoi lati oscuri, da tempo ha varcato le frontiere all’interno e all’esterno dell’Europa, con Lidl in particolare che ha attirato l’attenzione con la sua aggressiva espansione all’estero.
Campus formativo alle porte di casa
Tutto questo fa parte del curriculum complessivo di Dieter Schwarz. Come gli attacchi alla codeterminazione all’interno delle aziende documentati dal sindacato Ver.di nel 2004 nel “Libro nero di Lidl” e i casi di spionaggio, pressione sul lavoro, straordinari non pagati e carenze nella tutela della salute. Oppure lo scandalo venuto alla luce nel 2008 sulla sorveglianza sistematica dei dipendenti attraverso telecamere e detective che spiavano addirittura le relazioni amorose all’interno della forza lavoro.
Ma Schwarz non solo è stato ampiamente risparmiato da queste critiche. Al contrario, i “media di qualità” lo hanno acclamato come un generoso mecenate e filantropo, ad esempio per il fatto che la fondazione che porta il suo nome, in collaborazione con la Technische Universität, ha fatto costruire un campus per l’istruzione informatica davanti alla sua porta di casa a Heilbronn e ha “donato” 20 cattedre alla TU in questo contesto. Si dice che un’attenzione particolare sia rivolta alle “medie imprese” e alle “aziende high-tech a conduzione familiare”, mentre i critici sospettano che Schwarz qui gestisca la sua scuola professionale Lidl. Inoltre, con il sostegno dello Stato del Baden-Württemberg, sta costruendo un parco scientifico per l’intelligenza artificiale dove in futuro lavoreranno 5.000 persone per competere quanto prima con Google, Windows e Amazon. La Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) lo ha recentemente definito “un UFO di intelligenza artificiale per Heilbronn”.
Tutto per una buona causa? Secondo l’auto-rappresentazione di Schwarz, la sua fondazione “senza scopo di lucro” è attiva “laddove le imprese e la società fanno richieste che gli enti governativi non possono o non riescono a soddisfare adeguatamente”. Il suo “altruismo” si colloca esattamente dove la privatizzazione della politica praticata per decenni ha lasciato terribili crateri nel tessuto sociale, trasformando proprio questi vuoti – soprattutto nell’istruzione e nella scienza – in miniere d’oro da cui il Gruppo Schwarz in futuro trarrà valore.
Indubbiamente si possono immaginare imprese decisamente piu’ altruiste. Che ne dite di questa? Fare la spesa gratis da Lidl per una settimana. Dieter Schwarz potrebbe farlo abbastanza facilmente. Ma non ne vale la pena.
FONTE: https://vocidallagermania.blogspot.com/2023/05/lidl-conviene-sempre.html
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