Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa in merito all’abbattimento del velivolo da trasporto militare russo IL-76
da AMBASCIATA DELLA FEDERAZIONE RUSSA IN ITALIA
Nella mattina del 24 gennaio, il regime di Kiev ha compiuto un nuovo attacco terroristico, che ha provocato l’abbattimento di un velivolo da trasporto militare russo IL-76, precipitato nelle vicinanze del villaggio di Jablonovo, situato nel distretto di Koroča, nella regione di Belgorod. L’aereo stava effettuando il trasporto di 65 militari delle Forze Armate Ucraine ai fini di uno scambio concordato in precedenza. Tutti i 65 militari ucraini, nonché i 6 membri dell’equipaggio e i 3 ufficiali russi che si trovavano a bordo, hanno perso la vita.
L’aereo è stato abbattuto per mano ucraina, colpito con missili antiaerei lanciati dalla zona situata nei pressi del centro abitato di Liptsy, nella regione di Kharkov.
Abbiamo assistito all’ennesima atrocità commessa dalla cricca criminale di Zelensky, la quale subito dopo lo schianto dell’aereo, mostrando tutto il suo odio per il genere umano, ha annunciato la sua “peremoga” (“vittoria” in ucraino), affermando che l’abbattimento era stato opera delle “valorose forze armate ucraine”. Tuttavia, non appena è emerso che a bordo dell’aereo c’erano dei militari ucraini diretti verso il luogo dello scambio, la retorica proveniente dagli uffici delle autorità di Kiev è cambiata: è stato allora che hanno cominciato a negare il proprio coinvolgimento nella catastrofe.
A Kiev erano perfettamente a conoscenza dello scambio che sarebbe avvenuto di lì a poco. Conoscevano il tragitto e le modalità con le quali i prigionieri di guerra sarebbero stati fatti arrivare a destinazione. L’attacco all’aereo è stato un atto premeditato e compiuto in maniera consapevole. E tale attentato mostra chiaramente l’incapacità al negoziato del regime di Kiev.
Non è la prima volta che la giunta militare di Zelensky fa scempio dei suoi stessi militari finiti tra i prigionieri di guerra. Il 29 luglio del 2022, i banderisti condussero a sangue freddo un attacco missilistico contro un centro di detenzione situato a Elenovka, nella Repubblica Popolare di Donetsk, nel quale, al momento dei fatti, erano detenuti i prigionieri di guerra del battaglione “Azov”. A causa dell’attacco, morirono oltre 50 persone e più di 70 rimasero ferite.
❗️Condanniamo fermamente l’atto terroristico compiuto dal regime di Kiev nella regione di Belgorod. Tutti gli individui coinvolti, compresi gli organizzatori e gli esecutori tra le fila dei militari ucraini e dei funzionari civili, saranno individuati e saranno immancabilmente puniti come meritano, in conformità con la legislazione russa.
Quanto accaduto dimostra per l’ennesima volta l’essenza criminale della dittatura neonazista di Kiev. I suoi “capi” restano indifferenti di fronte alla vita umana. Vedono le persone come “beni sacrificabili” e le uccidono seguendo le disposizioni che arrivano dai loro padroni occidentali, usando le armi che l’Occidente fornisce loro.
È del tutto evidente che il regime criminale di Zelensky, allevato dagli USA e dai suoi satelliti della NATO, rappresenta una grave ed effettiva minaccia non solo per la Russia, ma anche per l’Ucraina stessa, per i suoi cittadini comuni, e per il mondo intero. E lo stato di agonia in cui adesso versa tale regime lo rende capace di commettere le più mostruose atrocità.
Riteniamo che le organizzazioni internazionali, i governi nazionali e l’intera comunità mondiale debbano condannare questo atto terroristico e gli altri crimini commessi dal regime di Kiev. Il loro silenzio equivarrà ad appoggiare le sue barbarie e i suoi metodi terroristici.
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