Israele-Iran, attacchi esagerati e risposte proporzionate
di GIUBBE ROSSE NEWS (Maria Morigi)
La risposta dell’Iran all’attentato subito a Damasco è una misura proporzionata di autodifesa che si inscrive nella pratica del “Wasatiyyah”, ispirata alla proporzionalità, alla misura e alla moderazione.
L’attesa risposta dell’Iran all’attentato contro l’ambasciata iraniana di Damasco è arrivata nella notte del 14 aprile, senza devastazioni di territorio e centri abitati, senza risultati eclatanti, mirata a colpire obiettivi militari e, soprattutto, a incidere sulle finanze e sull’arroganza di Israele e Stati uniti. Una risposta “dovuta” per salvare l’onore dell’intero mondo islamico, in cui ormai solo la propaganda occidentale continua a sottolineare le differenze tra sciiti e sunniti, senza accorgersi che il fronte si sta saldando in una comune insofferenza per le pretese neo-coloniali di chi ancora crede di essere il padrone del mondo.
Chi conosce il mondo islamico e la logica politica etico-religiosa che governa lo Stato, specie l’Iran, si è accorto da tempo che gli strateghi di Washington sono al confine della balordaggine. Grandi progetti di dominio globale, grandi speculazioni, grandi strategie, tutti senza esito se non quello di moltiplicare le tensioni e creare nuovi focolai. Estendendo a tutto il pianeta la logica del liberismo, del profitto e della concorrenza, lor signori non hanno mai capito la logica e le applicazioni del diritto nel mondo musulmano e neppure hanno cercato di comprendere il linguaggio con cui si esprime.
Nella cultura dell’Islam il linguaggio è importante ed esclude qualsiasi ricorso a mezzi di pragmatico machiavellismo. Come notato da esperti, dopo l’assassinio del Generale Qasem Soleimani (3 gennaio 2020) le risposte Teheran avevano la forma del linguaggio giuridico, che è anche linguaggio religioso. Infatti, in gennaio 2020 la legittimità dell’attacco di ritorsione fu rivendicata dal ministro degli esteri iraniano come “misura proporzionata di autodifesa” nel rispetto del diritto internazionale sancito dall’ONU. La rappresaglia è stata “conclusiva”, poiché l’Iran “non vuole una escalation né la guerra, ma è pronto a difendersi da qualsiasi aggressione”.
Parole che corrispondono a quanto è raccomandato nel Diritto islamico e nella Legge religiosa (Shari‘a) con la pratica di al-Wasatiyyah, dall’arabo “Wasat” termine che significa “migliore, medio, proporzionato, moderato, via di mezzo, via giusta, via onesta e veritiera”. Riferito ad uno stile di vita giustamente equilibrato, che evita gli estremi. Il messaggio è che l’Islam non è una religione di estremismo e intolleranza, ma di giustizia e moderazione. Questi ideali devono essere praticati ad ogni livello privato e politico. Al-Wasatiyyah è allo stesso tempo un’identità, una filosofia, uno stile di vita e un principio moderato, in equilibrio tra i “Pilastri” della legge islamica e del dovere religioso da un lato e le mutevoli condizioni della società dall’altro, che induce ad impegnarsi nel dialogo e a praticare la tolleranza con i non musulmani. Vale sia per i sunniti che per gli sciiti, così come recita il Corano:
“Così abbiamo fatto di voi una ummah giustamente equilibrata (wasatan), affinché possiate essere testimoni sulle nazioni… ” (Sura al-Baqarah 143 ).
La risposta (rappresaglia) iraniana del 14 aprile è dunque proporzionata al torto subito, così come successo dopo il recente attentato al cimitero di Kerman. Teheran, che ha già abbastanza problemi da risolvere con i terrorismi interni finanziati e scatenati dall’appoggio occidentale (vedi MEK), non è interessata ad un allargamento del conflitto o a scatenare contro Israele un Jihād fondamentalista che metterebbe in serio pericolo i suoi sforzi per arginare gli USA in Medio Oriente.
E se proprio vogliamo fare un confronto tra strategie, andiamo alla storia delle Crociate:
Anno 1099: Prima Crociata e conquista di Gerusalemme. Le cronache raccontano che molti musulmani cercarono riparo nella Moschea al-Aqsa dove “la carneficina fu così grande che i nostri uomini camminavano nel sangue che arrivava fino alle caviglie.” (Gesta Francorum) e “gli uomini cavalcavano con il sangue fino alle ginocchia ed alle redini.” (Raimondo di Aguilers). Finita la carneficina “i saraceni sopravvissuti trascinarono i morti davanti alle porte e li sistemarono in mucchi, che sembravano case. Nessuno aveva mai visto o sentito di un tale massacro di pagani, furono innalzate pire funerarie simili a piramidi, e solo Dio conosce il loro numero.”(Gesta Francorum, Libro X).
Anno 1187: Saladino, sultano d’Egitto, Siria, Yemen e Hijaz, riconquista Gerusalemme senza spargimenti di sangue. Preferendo il negoziato, accetta la resa concordata col Cavaliere crociato Baliano di Ibelin il Giovane, sulla base del pagamento di riscatti.
FONTE:https://giubberossenews.it/2024/04/14/israele-iran-attacchi-esagerati-e-risposte-proporzionate/
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