Europa unita: 60 anni di sottomissione agli USA
di CONFLITTI E STRATEGIE (Gianni Petrosillo)
Oggi si celebrano 60 anni di sottomissione dei popoli europei al predominio Usa. Dunque, non c’è proprio niente da festeggiare perché le uniche a spassarsela davvero sono le corrotte e codine élite europeistiche legate all’impero americano. Tutta l’impalcatura istituzionale dell’Ue, fin dagli esordi, è stata concepita per perpetrare questo assoggettamento dell’Europa agli Stati Uniti. I gruppi dirigenti europei difendono con le unghie e con i denti tale architettura federalista, che esprime un ordine condizionato ed eterodiretto da Washington, poiché senza sarebbero spazzati via dalla Storia.
I popoli europei vivono sotto il tallone di ferro americano da più di mezzo secolo, con risultati che vanno peggiorando di anno in anno per il modificarsi delle condizioni geopolitiche mondiali. Se l’Ue si frantuma non finisce l’Europa ma si esaurisce la spinta di un asservimento, mascherato da progresso, che dura da una precedente epoca. Chi ritiene che gli assetti europei siano riformabili non ha ancora compreso la loro genesi. Solo una palingenesi completa dell’idea di Europa, inserita nelle dinamiche sociali e politiche odierne, può produrre un sistema diverso da quello attuale, con una diversa prospettiva storica e nuove alleanze internazionali.
Come abbiamo già scritto in passato, l’impotenza europea è stata elaborata a tavolino dalla potenza d’oltre-atlantico che ha guidato il processo di unificazione federale per i suoi interessi nazionali e non per il benessere continentale. La descrizione di questo quadro di rapporti di forza, svantaggiosi per l’Europa e favorevoli agli yankee, non è frutto di complottismo ma è suffragato da molte prove. Sono state la Cia e la Casa Bianca a gettare le fondamenta dell’edificio comunitario con l’unico scopo di piegare l’Europa ai loro piani di dominazione.
Come ha scritto lo studioso d’oltreoceano Joshua Paul, il quale ha scandagliato gli archivi istituzionali del suo paese, l’intelligence americana ha avuto una parte sostanziale nel creare e finanziare il mito europeistico per ragioni strategiche. I cosiddetti padri fondatori dell’Ue erano a libro paga dei servizi segreti americani: “The European Youth Campaign, an arm of the European Movement, was wholly funded and controlled by Washington. The Belgian director, Baron Boel, received monthly payments into a special account. When the head of the European Movement, Polish-born Joseph Retinger, bridled at this degree of American control and tried to raise money in Europe, he was quickly reprimanded. The leaders of the European Movement – Retinger, the visionary Robert Schuman and the former Belgian prime minister Paul-Henri Spaak – were all treated as hired hands by their American sponsors. The US role was handled as a covert operation. ACUE’s funding came from the Ford and Rockefeller foundations as well as business groups with close ties to the US government”. (The Telegraph). Senza dimenticare Jean Monnet, altro faro della mitologia europeistica, che faceva la spola tra Washington, Parigi e Londra per realizzare il grande progetto unionista, con la protezione dell’Amministrazione Usa. Pare che l’espressione “L’America sarà il grande arsenale della democrazia” sia uscita dalla sua bocca prima di finire in quella di vari Presidenti americani. Ecco il trust di cervelli senza spina dorsale, al servizio del nemico, che ci ha portato alla rovina sotto i nostri occhi.
Oltre a costoro ritroviamo tra i prezzolati anche uomini di Stato come Winston Churchill (che scrisse, non per niente, il saggio “Gli Stati Uniti d’Europa”) , Konrad Adenauer, Léon Blum ed Alcide de Gasperi. Non si è salvato nessuno e, ovviamente, nemmeno l’Ue nata sotto questo atroce peccato originale che ha segnato i suoi sviluppi successivi. E’ chiaro che i nipotini di questi cortigiani oggi si scandalizzino per i tentativi di Putin d’influenzare il corso delle elezioni in Europa, attraverso il sostegno ai cosiddetti movimenti populistici, perché sanno bene come funziona la cosa. Se dovesse un giorno verificarsi un simile spostamento geopolitico sarebbe la loro fine. Ce lo auguriamo affinché il nostro Continente inizi a brillare di luce propria e smetta di essere la sala da bagno dello Zio Sam.
Fonte: http://www.conflittiestrategie.it/europa-unita-60-anni-di-sottomissione-agli-usa
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