Guizhou, dove germogliano Partito e tecnologia
di LIMES (Giorgio Cuscito)
Carta di Laura Canali – 2018
BOLLETTINO IMPERIALE Impervia sul piano geografico ed eterogenea su quello etnico, la provincia sud-occidentale è stata banco di prova per molti membri di spicco del Partito comunista. Oggi la “Terra Preziosa” punta sui big data e l’intelligenza artificiale per superare la povertà.
Il Bollettino Imperiale è l’osservatorio settimanale di Limes dedicato all’analisi geopolitica della Cina e alle nuove vie della seta. Grazie al sostegno di TELT. Puoi seguirci su Facebook e Twitter.
Questa è la seconda analisi di “Cina-Cine”, il ciclo mensile (interno al Bollettino Imperiale) di articoli dedicato alle aree geopoliticamente più rilevanti dell’Impero del Centro.
La crescita economica del Guizhou è uno degli esempi più eclatanti degli sforzi profusi da Pechino per colmare il divario di ricchezza tra la costa e l’interno della Repubblica Popolare. Sforzi che in questa provincia fanno i conti con un’orografia complessa e una composizione etnica variegata. Per anni questi fattori hanno ostacolato l’integrazione con il resto del Cina e hanno impedito la sua crescita economica. Non a caso, un antico poema cinese dice che nel Guizhou “il cielo non è azzurro per tre giorni, il territorio non è piano per tre li (circa 600 metri) e la gente non ha tre centesimi”.
Geopolitica del Guizhou
Il Guizhou (letteralmente “Terra Preziosa”) si trova nella Cina centromeridionale, incastonata tra il Sichuan e Chongqing a nord, lo Yunnan a ovest, il Guanxi a sud e lo Hunan a est. Il 90% della provincia è costituito da montagne e colline, che l’hanno isolata per lungo tempo dal nucleo geopolitico della Cina, popolato a maggioranza dagli han. Per questo la “Terra Preziosa” è diventata ufficialmente parte dell’impero cinese solo durante la dinastia Ming (1368–1644). Il capoluogo di Guiyang si trova al centro della provincia, nella parte orientale dell’altopiano di Yungui (crasi di Yunnan e Guizhou) in prossimità del fiume Nanming, che confluisce nel fiume Wu, a sua volta affluente dello Yangtze.
Il Guizhou è una delle provincie più eterogenee della Repubblica Popolare sotto il profilo etnico. Il 37% della popolazione (in totale 37 milioni di abitanti) è costituita da minoranze, tra cui la Miao, che nel corso dei secoli ha tentato più volte di ribellarsi al governo centrale. Il Guizhou è ricco di risorse minerarie (mercurio, carbone e shale gas in primis) e idriche (grazie ai 984 corsi d’acqua), con cui produce energia elettrica destinata alla costa, in particolare al Guangdong. Lo sfruttamento intensivo delle miniere ha tuttavia determinato alti livelli di inquinamento, scarsità d’acqua e desertificazione. Eppure pare che il segreto del Maotai (il più famoso liquore cinese, prodotto nell’omonimo villaggio del Guizhou) sia la purezza dell’acqua del fiume Chishui, unico affluente dello Yangtze privo di dighe e centrali idroelettriche.
In termini di ricchezza, il Guizhou è ancora venticinquesimo tra i 31 enti amministrativi della Repubblica Popolare (escluse le regioni ad amministrazione speciale di Hong Kong e Macao) e il 54% della sua popolazione vive nelle campagne. Eppure la provincia è prima nel paese per tasso di crescita del pil e sta diventando rapidamente un punto di riferimento dell’economia digitale cinese.
Da laboratorio politico a polo tecnologico
Alcuni esponenti di alto livello del Partito comunista hanno fatto esperienza in questa provincia prima di entrare nelle stanze del potere di Pechino. Conoscere e gestire le dinamiche rurali è infatti essenziale per governare un paese in cui 577 milioni di abitanti vivono ancora nelle campagne. Il presidente Hu Jintao, predecessore di Xi Jinping, è stato segretario di Partito nel Guizhou tra il 1985 e il 1988. Li Zhanshu, che ha svolto lo stesso ruolo tra il 2010 e il 2012, oggi è il numero tre del comitato permanente del politburo del Partito. Zhao Kezhi, segretario tra il 2012 e il 2015, attualmente è ministro della Pubblica sicurezza. Chen Min’er, fedelissimo di Xi, ha preso il posto di Zhao per due anni e nella provincia ha promosso la formazione di cooperative agricole, misura particolarmente apprezzata dal presidente cinese. Ora Chen guida il Partito nella strategica municipalità di Chongqing. Chen Gang, che è stato capo di partito a Guiyang, ha la medesima carica nella nuova area di Xiong’an, che servirà per lo sviluppo di Jing-Jin-Ji, la mega-metropoli che unirà Pechino, Tianjin e lo Hebei. Nell’aprile 2017, Xi è stato eletto delegato rappresentate del Guizhou al 19° Congresso nazionale del Partito comunista, evento che lo ha consacrato “nucleo” della leadership cinese. Il gesto, puramente simbolico, è servito a indicare quanto per il presidente fosse importante la lotta alla povertà nella provincia.
Sotto la guida dei due Chen, il Guizhou è diventato polo tecnologico in fieri della Repubblica Popolare. Nel 2017, la provincia ha registrato un tasso di crescita del pil pari al 10,2%, il più alto del paese. In cinque anni, la proporzione di abitanti sotto la soglia di povertà è passata dal 26,8 all’8%. Lo stesso anno, la sua economia digitale è cresciuta del 32,7%. Il Guizhou ha assistito anche a un’intensa attività di urbanizzazione e di connessione infrastrutturale, di cui il ponte più alto al mondo e il più grande radiotelescopio esistente sono gli esempi più eclatanti.
Oggi la provincia non potenzia solo le infrastrutture agricole, ma si propone anche come punto di riferimento nell’industria dei big data e dell’intelligenza artificiale, tramite zone sperimentali, programmi pilota e agevolazioni alle imprese del settore. Tra quelle presenti nel Guizhou vi sono giganti tecnologici del calibro di Alibaba, Baidu, Sina Corp, China Unicom, Sohu, Tencent (proprietaria di WeChat) e la taiwanese Foxconn. Quest’ultima è la più grande produttrice al mondo di prodotti elettronici (inclusi quelli della Apple) e ha creato un grande centro dati alla periferia di Guiyang.
La topografia e il clima della provincia offrono energia idroelettrica a costi contenuti e favoriscono il raffreddamento naturale necessario per i server. Dallo scorso febbraio, la Guizhou – Cloud Big Data Industrial Development (di proprietà del governo provinciale) custodisce le chiavi di accesso degli account iCloud degli utenti cinesi. La Apple ha dovuto trasferirli in ottemperanza alla legge sulla cibersicurezza della Repubblica Popolare per non perdere l’accesso all’enorme mercato digitale del Dragone.
Povertà e crescita
Il modello di crescita basato sugli investimenti governativi ha fatto impennare il debito della provincia, che nel 2016 è stato pari all’87% del suo pil. Questo modello favorisce la crescita solo nel breve e medio periodo. Nel 2019, diverse provincie – Guizhou incluso – saranno a rischio insolvenza (vedi carta in fondo all’articolo). Di qui l’attuale necessità della Repubblica Popolare di mutare modello economico, riducendo la dipendenza dagli investimenti e puntando maggiormente sui consumi interni.
Se nei prossimi anni il Guizhou riuscirà ad azzerare il divario di ricchezza con la costa schivando l’insolvenza, potrebbe diventare un modello di sviluppo per le altre provincie della Repubblica Popolare.
Venerdì 14 dicembre alle ore 19, Giorgio Cuscito, curatore del Bollettino Imperiale, presenterà il nuovo Limes intitolato “Non tutte le Cine sono di Xi” in diretta streaming sulla pagina Facebook di Geopolis – Limes Club Bologna. Al termine dell’introduzione, l’ospite risponderà alle domande degli utenti. Potete sin da ora pubblicarle sulla bacheca dell’evento.
Fonte: http://www.limesonline.com/rubrica/partito-e-tecnologia-guizhou-cina
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