Fonte: informazione scorretta
traduzione proposta da ripensaremarx.splider.com
Le principali tendenze al lavoro nelle fasi 4 e 5 della crisi sistemica globale (la fase di decantazione e la fase di dissezione geopolitica globale) si rivelano ogni giorno un po' di più.
Tutti ormai hanno capito che gli Stati Uniti sono trascinati in una spirale incontrollabile in cui l’insolvibilità generalizzata del Paese si associa all’incompetenza evidente della classe di élite statunitensi così da rendere necessaria l’adozione di soluzioni.
L’annunciata cessazione dei pagamenti degli Stati Uniti è in corso, come dimostrano la caduta del dollaro e la fuga dei capitali fuori dal paese. Solo il nome del liquidatore ed il riconoscimento del fallimento sono ancora sconosciuti, ma ciò non può tardare.
E, parallelamente al suo leader, l'Occidente (da cui il Giappone si allontana un po' di più ogni giorno con l'attuazione dei suoi nuovi orientamenti politici, economici, finanziari e diplomatici) è già in piena deliquescenza l’immagine della NATO in Afganistan.
Così, secondo LEAP/E2020, l' anno 2010 porrà l' Unione europea di fronte a quattro vincoli strategici che imporranno di prendere scelte urgenti in un contesto di crollo accelerato del campo occidentale, crollo che si potrebbe paragonare al destino del dollaro US. Queste scelte definiranno durevolmente il ruolo degli Europei nel mondo del dopo crisi.
Tale definizione avverrà sia se gli Europei stessi si affermeranno come attori-chiave della strutturazione del mondo di domani, imponendo la loro visione del futuro e cercando i partner ad hoc senza esclusione; sia se si accontenteranno di essere vittime che acconsentono al naufragio dell’Occidente, seguendo ciecamente Washington nella sua discesa agli inferi.
Nel primo caso, l' Ue assumerebbe interamente la sua finalità storica di ridare agli Europei il controllo del loro destino collettivo; nel secondo, si rivelerebbe essere nient’altro che la propaggine occidentale del COMECON, appendice senza futuro della superpotenza tutelare.
Le tendenze pesanti sono già identificabili e, secondo il nostro gruppo, spingeranno fortemente l' Europa in direzioni anticipabili fin da oggi.
Detto ciò, la debolezza intellettuale dell’attuale direzione politica europea (Unione e Stati membri insieme) costringe a modulare le previsioni. In tutti i casi, essendo la UE la prima potenza economica e commerciale mondiale, le conseguenze di queste evoluzioni avranno un impatto diretto e rapido in tutto il mondo su molti fattori economici, finanziari e geopolitici essenziali come: tasso di cambio, prezzo delle materie prime, crescita, sistemi sociali, equilibri di bilancio, governance mondiale.
Quattro vincoli strategici per l'UE
In questo GEAB N°38, oltre alle raccomandazioni strategiche ed operative per far fronte alla crisi ed alle anticipazioni per il 2009-2014 sui rischi dei Paesi di fronte alla crisi, il nostro gruppo analizza dunque i quattro vincoli strategici per i quali l'Ue dovrà, fin dal 2010, dare consequenziali risposte pesanti. Tali quattro vincoli strategici sono:
1. Fare fronte alla rottura del sistema monetario fondato sul dollaro ed evitare di trovarsi, senza appello, dinanzi alla prospettiva di 1EUR=2USD;
2. Evitare l' esplosione dei disavanzi di bilancio del mondo americano e britannico;
3. Rispondere all' aggravarsi della crisi Iran/Israele/USA e della guerra in Afganistan, definendo una posizione specificamente europea;
4. Iniziare a lavorare in modo indipendente e costruttivo con i nuovi attori chiave del mondo del dopo la crisi:
Cina, India, Brasile e Russia in particolare.
Infatti, su tutti questi punti determinanti per gli Europei ed il resto del mondo, non è possibile aspettare oltre il 2011.
Per rendersene conto, basta immaginare che gli Europei restino collettivamente passivi di fronte a questi quattro vincoli. Solo in questo modo ci si riesce a spiegare l'impossibilità di aspettare oltre il 2010. Così:
1. se gli Europei si accontenteranno di guardare il dollaro affondare, le loro esportazioni verso gli Stati Uniti, e numerosi altri paesi le cui valute sono legate al dollaro U. S., andranno da qui ad un anno completamente sinistrate, aggravando la crisi economica e sociale nell' Ue;
2. se gli Europei, e soprattutto i governanti della zona euro, lasceranno scappare i disavanzi pubblici, come fa la Francia, la zona euro sarà sottoposta molto rapidamente a conflitti interni brutali tra Europei del Nord ed Europei del Sud;
3. se i governanti Europei si accontenteranno di seguire l' asse Israele/Washington nella questione del nucleare iraniano, stando dietro all'amministrazione Obama per l'Afganistan, entreranno in un processo di scontro con le loro opinioni pubbliche per il quale né sono preparati, né sono in posizione di forza, provata della grave instabilità politica in tutti gli Stati membri;
4. se gli Europei rifiuteranno di discutere in modo indipendente dai loro eventuali interessi comuni con i Cinesi, gli Indiani, i Brasiliani ed i Russi, si priveranno semplicemente di qualsiasi mezzo per fare valere la loro visione delle cose per quanto riguarda i tre vincoli precedenti poiché questi Paesi rappresentano, oggi, le potenze senza le quali non può più essere attuato nulla di decisivo.
Secondo i nostri ricercatori, è dunque certo che il 2010 è un anno determinante per gli Europei ed il loro futuro comune. La posizione dell'Ue, ed in particolare della zona euro, di fronte al dollaro sarà determinante per gli Europei, come per il dollaro e l'ordine monetario mondiale.
Non che gli Europei abbiano scelto l'anno (2010) o l'argomento (il dollaro), dato che sicuramente i dirigenti di Eurolandia preferirebbero continuare il loro “business as usual“, ma la Storia è dotata di una ironia notevole che mette “gli alleati” degli Stati
Uniti ormai con le spalle al muro: affondare ora con Washington o uscirne senza Washington.
Ma, nello sviluppo dell’insieme dei fenomeni implicati nella crisi sistemica globale in corso, il tempo conosce una forte contrazione: tutto va molto più rapidamente.
A questo proposito si può anche essere sorpresi di vedere gli "esperti" di tutti i generi presentare come strampalato l'articolo di Robert Fisk "Il crepuscolo del dollaro", il quale riporta che Russi, Cinesi, Francesi, Giapponesi e Paesi petroliferi del Golfo starebbero discutendo una quotazione sui prezzi del petrolio in un'altra valuta che non sia il dollaro US da qui a nove anni.
Per LEAP/E2020, il solo elemento sorprendente di quest'informazione è il periodo di nove anni. Quest'evoluzione si verificherà molto più rapidamente, da qui a 2 anni, sotto la pressione degli eventi.
Nove lunghi anni
Ricordiamo il mondo di nove anni fa per comprendere l'accelerazione straordinaria della Storia che costituisce questa crisi. Nove anni fa infatti:
· G.W. Bush era stato appena eletto
· l'11 settembre avrebbe avuto luogo solo due anni più tardi
· gli Stati Uniti non si erano ancora impantanati in Afganistan ed in Iraq
· Katrina non aveva ancora raso al suolo New Orleans
· un euro valeva 0,9 dollari
· la Russia non era che un Paese alla deriva
· l' Ue credeva di elaborare una Costituzione popolare
· la Cina era un attore internazionale povero
· l'economia US era mostrata come esempio al mondo
· il Regno Unito faceva la lezione ultra-liberale a tutta l’Europa
· le banche d'affari di Wall Street sembravano invincibili
e l'elenco potrebbe continuare lungamente.
Ciò che emerge è che ognuno di questi eventi sarebbe parso impensabile alla maggior parte “degli esperti” soltanto alcune settimane prima che si verificasse.
Allora pensare che occorreranno nove anni per pagare il petrolio in altra cosa che non sia il dollaro – moneta che regge grazie alla volontà (sempre più cattiva) delle banche centrali di comperare, comperare ed ancora comperare questa valuta per evitare che essa crolli – è francamente dare prova di una naïveté storica che disarma.
Saldi di stagione: vendesi 100 MLD di T-bonds
In questo contesto, una questione essenziale si pone: chi compera realmente questi 100 miliardi di buoni del tesoro US ogni mese?
Certamente non i cittadini americani che sono indebitati al di là del ragionevole e non hanno più né risparmio, né credito.
Certamente non gli operatori privati stranieri che si preoccupano ogni giorno un po' di più dello stato di salute degli Stati Uniti.
Certamente neppure le banche centrali cinese, russa, giapponese che incominciano, da un lato a cessare i loro acquisti di buoni a lungo termine, e dell'altro, a vendere T-Bonds o trasformare i loro buoni a lungo termine in buoni a breve termine.
Stranamente solo la banca d'Inghilterra sembra avere ancora questo appetito.
Allora ci rimangono solo i "soliti sospetti" (primary dealers), vale a dire la FED e la sua rete di operatori primari, cioè i soldi "stampati", con la loro politica ufficiale di "allentamento quantitativo" (quantitative easing) stanno assumendo un ruolo ben più predominante rispetto a quanto riconosciuto dalla stessa FED.
Con l'annuncio del
disavanzo del
bilancio federale di
1,000 miliardi di dollari all'anno sul
decennio a venire, chi può onestamente pensare che il resto del mondo accetterà di essere pagato per ancora nove anni in valuta senza valore?
Forse coloro che pensavano impossibile il crollo di Wall Street nel settembre scorso?
O che credevano che Obama avrebbe cambiato l'America ed il mondo?
O che persistono a credere che il consumatore americano rinascerà dalle sue ceneri ed alimenterà la “ripresa impossibile”?
Contrariamente all'anno scorso, l' attuale ricaduta del dollaro non beneficerà di una dilazione inaspettata a causa del panico.
Questa volta, la valuta americana è vista come uno spaventapasseri e non come un rifugio, poiché il
disaccoppiamento dal resto del mondo (Asia, Sudamerica ed Europa in particolare) è all'opera.
D’altronde e’ per questo che il 2010 è un anno così determinante per gli Europei. Se lasciano proseguire gli sviluppi in corso, è l' Euro che diventerà una valuta-rifugio ed il suo corso soffocherà l'economia europea.
La zona euro deve dunque diventare più aggressiva e discutere con gli altri grandi soggetti economici e finanziari per evitare questa situazione, evitare che l' Euro voli di fronte allo Yuan, allo Yen ed ad altre valute dei suoi partner commerciali.
In realtà, su questo punto, essa non ha realmente la scelta, poiché comperare ogni giorno dei miliardi USD che valgono sempre meno al ritmo crescente al quale sono creati, non può essere una politica duratura.
E per di più, chi dispone realmente di un margine di manovra per negoziare col FMI, è proprio l’Ue, sia per abolire il diritto di veto degli Stati Uniti che per far posto alle potenze “riemergenti”.
Come sovente, sono gli eventi esterni che imporranno agli Europei di agire in modo unito e proattivo.
Vale a dire, per LEAP/E2020, il dollaro sarà un forte stimolo dell'azione europea per l’anno 2010. E la Storia, rispetto alla quale gruppo di LEAP/E2020 sottolinea sempre che il suo solo “senso” è quello dell'ironia, si prepara evidentemente a dare agli Europei un ruolo che tutti si aspettavano vedere giocare ai Cinesi…
Si conclude qui la parte gratuita del GEAB 38.
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