F. William Engdahl, Gli atti segreti delle ONG. Introduzione
Quanto segue è la traduzione di F. William Engdahl, Geheimakte NGOs, Introduzione. Il testo, pubblicato da Kopp Verlag, Rottenburg, nel giugno 2017, ricostruisce le forme, i motivi e gli autori della presente destabilizzazione dell’Europa. Il suo merito è la possibilità di evolvere la resistenza dalla disputa ideologica al terreno storico-politico. Là essa è perdente perché l’ideologia non si lascia annullare logicamente – l’indifferenza alla logica fa parte della sua essenza – ma solo storicamente, con l’individuazione degli interessi che essa nobilita; sul nuovo terreno l’ideologia è smascherata e perduta.
Traduzione di Paolo Di Remigio (FSI Teramo)
Introduzione: la libertà è schiavitù
La distruzione delle nazioni in nome della democrazia
Nel 1954 lo scrittore britannico e critico sociale George Orwell scrisse un libro intitolato «1984» su una fittizia società totalitaria. Questo racconto, uno dei massimi successi nella storia delle pubblicazioni letterarie, descrive lo scenario successivo a una guerra mondiale atomica, nel quale il mondo è diviso in tre Stati. Uno Stato, l’Oceania, di cui Londra è la capitale, è retto da un partito socialista inglese che esercita il controllo totale su tutti i cittadini, in particolare sui loro pensieri. Il programma centrale per il controllo del pensiero, che rende i cittadini schiavi sottomessi, docili, è chiamato «pensiero doppio».
Con il pensiero doppio i sudditi sono esposti a due rappresentazioni contraddittorie, ossia reciprocamente esclusive, e le devono riconoscere entrambe vere. In psicologia questo fenomeno è indicato come «dissonanza cognitiva». Sebbene l’Oceania si trovi in uno stato di guerra continua, i cittadini agiscono come se regnasse la pace. L’essenza del «pensiero doppio» è riportata da Orwell all’inizio del suo romanzo nel seguente motto:
La guerra è pace.
La libertà è schiavitù.
L’ignoranza è forza1.
In questo libro ricostruisco uno sviluppo che in effetti è un’inquietante applicazione moderna del pensiero doppio di Orwell e che si potrebbe caratterizzare con il principio «La democrazia è tirannia». È la cronaca di una delle operazioni più efficaci e più distruttive che siano mai state messe in opera dai servizi segreti di uno stato moderno, inclusa l’Unione Sovietica di Stalin e il Terzo Reich di Hitler. È la cronaca di un progetto gigantesco che per decenni è stato sviluppato dai servizi segreti degli Stati Uniti. Le sue radici risalgono alle rivolte studentesche francesi guidate dalla CIA nel maggio 1968, che siglarono la fine della presidenza di Charles de Gaulle, uno dei più decisi oppositori all’egemonia globale statunitense.
La guerra fredda combattuta tra la NATO e gli alleati dell’Unione Sovietica è durata quasi mezzo secolo. Infine, nel novembre 1989, l’Unione Sovietica sotto Michail Gorbaciov, economicamente dissanguata, dovette arrendersi e permettere la caduta del muro di Berlino. Questo muro era diventato il simbolo della cosiddetta ‘cortina di ferro’ – un concetto coniato nel 1946 da Winston Churchill nel suo celebre discorso a Fulton, Missouri. Esso separava l’ovest, il «mondo libero» sempre incensato da Washington, dall’est comunista.
Quasi nessuno capì ciò che allora Washington intendeva, a parte un piccola cerchia di iniziati nella CIA e nel Dipartimento di Stato americano, i funzionari del Pentagono e i loro associati nei think tank vicini al governo come il Council on Foreign Relations di New York. Il governo statunitense preparava un serie dettagliata di cambiamenti di regime nei paesi ex comunisti dell’Europa orientale e perfino in Ucraina e nella stessa Federazione Russa. Le espressioni usate a questo proposito erano: ‘introduzione di una democrazia in stile americano’, ‘libertà’, ‘diritti umani’, ‘economia di libero mercato’. Ne sortì una tirannia, in alcuni casi (Ucraina) molto peggiore di quella sotto il regime sovietico.
Le operazioni di cambiamento di regime di Washington furono conosciute come ‘rivoluzioni colorate’, in base a spiccati temi cromatici che le accompagnarono: la rivoluzione arancione in Ucraina, la rivoluzione rosa in Georgia, la rivoluzione verde in Iran e così via. Ogni volta si prendeva di mira una nazione che ostacolava la visione di David Rockefeller di un ‘mondo unitario’2 o quella di Bill Clinton, dal suono innocente, della ‘globalizzazione’.
Ciò che in verità animava le rivoluzioni colorate di Washington era lo sforzo di sostituire i capi comunisti precedenti con politici nominati, docili agli Stati Uniti, pronti a vendere i gioielli e la popolazione del loro paese agli squali finanziari e ai razziatori occidentali come lo speculatore miliardario George Soros.
L’aura della potenza americana
Per Washington e per le potenti lobby del mondo industriale e finanziario, che con il loro denaro controllano i deputati del Congresso e i presidenti, la più grande sfida era paradossalmente la fine della guerra fredda alla fine del 1989. All’improvviso non c’era più un ‘nemico’ che avrebbe giustificato le continue ed enormi spese dei militari americani e l’esistenza della NATO.
James R. Schlesinger, ex ministro della difesa degli Stati Uniti e in seguito direttore della CIA, descrisse il dilemma come segue: «I decisori politici statunitensi dovrebbero avere chiara una cosa: il metro per determinare la forza delle truppe e il bilancio militare non dovrebbe essere posto in futuro solo in relazione a minacce individuali, ma dobbiamo fare ciò che è necessario per tenere in piedi l’aura globale della potenza americana»3 (enfasi di W. E.)
Alla fine degli anni ’80 il sistema economico e finanziario degli Stati Uniti si trovava in un delle sue crisi più gravi dalla ‘grande depressione’ negli anni ’30. Le maggiori banche di Wall Street – Citigroup, Bank of America ed altre – erano propriamente in bancarotta. La deregolamentazione delle Casse di Risparmio americane aveva condotto a una bolla speculativa sul mercato immobiliare che scoppiò alla fine degli anni ’80. Contemporaneamente un crollo drammatico del prezzo mondiale del petrolio provocò un’ondata di fallimenti delle compagnie petrolifere nazionali.
L’establishment statunitense si vide davanti a una grande sfida: come si poteva giustificare davanti al contribuente americano un dispendioso bilancio per la difesa di centinaia di miliardi di dollari – nella lotta contro un nemico che non si poteva più identificare? Non sarebbe stato molto più sensato creare un ‘dividendo di pace’ per risanare con gli stessi miliardi le infrastrutture economiche americane in rapida decadenza? L’allora presidente dello stato maggiore, Colin Powell, precisò il dilemma di fronte ad Army Times nel modo seguente: «Riflettete con attenzione su questo: sono spariti i cattivi. Sono spariti i malvagi. […] Restano soltanto Castro e Kim Il Sung»4.
Questa difficoltà richiedeva una soluzione rapida. Invece di affidarsi soltanto alla potenza militare diretta, Washington iniziò a impiegare una nuova arma: dopo il crollo dell’URSS si dovevano utilizzare le ONG (organizzazioni non governative) pseudo democratiche per portare segretamente al potere governi docili agli Stati Uniti in tutte le regioni strategicamente importanti del mondo. Dietro al motto ‘libertà democratica’ si doveva introdurre una nuova tirannia che attraverso la ‘libera economia di mercato’ avrebbe aperto ogni porta alle banche globali e alle compagnie multinazionali occidentali.
Diritti umani come armi
Anziché mediante conflitti militari dichiarati apertamente, gli anni ’90 dovevano essere caratterizzati, con l’eccezione della brutale guerra di Washington in Iugoslavia, dall’uso delle nuove ed efficaci armi statunitensi in forma di cambiamenti pseudo democratici di regime in tutto il mondo.
Lo scopo consisteva nel rendere gli Stati presi di mira colonie economiche o Stati vassalli degli Stati Uniti con una serie di rivoluzioni colorate. Era necessario del tempo prima che gli inconsapevoli Stati puntati capissero che cosa fosse inflitto loro e alla loro economia in nome del principale articolo di esportazione americano, della ‘democrazia’.
Con la prima rivoluzione colorata pseudo democratica fu preso nel mirino Slobodan Miloševic, presidente di ciò che restava dal 1999 dell’ex Stato di Iugoslavia: Serbia, Vojvodina, Kosovo e Montenegro.
Gli Stati Uniti non furono però soddisfatti dall’estendere il loro influsso ‘democratico’ sul precedente blocco orientale e in seguito nelle regioni petrolifere del Nord Africa e del Medio Oriente. Oggi anche i vecchi ‘alleati’ dell’Europa occidentale – chiamati da Brzeziński ‘Stati vassalli’ – sono esposti alla strategia aggressiva dell’arma dei diritti umani, con rivoluzioni che dividono la popolazione in molti paesi europei.
Oggi le stesse ONG guidate dagli Stati Uniti distruggono ulteriormente la sovranità dell’Europa
Per chi sia nato nella Repubblica Federale Tedesca prima del 1970, i cambiamenti drastici nel paesaggio culturale e sociale della nazione sono chiaramente visibili, perfino se non comprende bene come si siano attuati. Ciò di cui non si parla mai negli ‘ambienti raffinati’ o nei media conformisti tedeschi è il ruolo di alcune esclusive ONG private, che nella maggior parte dei casi sono legate ai piani del Dipartimento di Stato e dei servizi segreti degli Stati Uniti. Esse assicurano un clima in cui si perseguono o addirittura si accolgono pubblicamente corsi politici che un decennio fa sarebbero stati impensabili per un cancelliere tedesco o per un qualsiasi politico europeo.
Anche la Germania infatti, come in passato molti paesi del terzo mondo o dell’Europa orientale, viene trasformata da un gigantesco progetto di tecnica sociale. La maggior parte delle numerose ONG sono finanziate da uno speculatore degli hedge fund con stretti legami all’agenda della CIA e del Dipartimento di Stato americano, al ‘nuovo ordine mondiale’ spesso citato del defunto David Rockefeller.
George Soros, il miliardario condannato da un tribunale francese per abuso di informazioni privilegiate, è il sostenitore finanziario di un piano delle ONG per rivoluzioni radicali in Germania e in altri paesi europei. Negli ultimi tempi egli ha provveduto di centinaia di milioni di dollari esentasse le organizzazioni che portano avanti questa ristrutturazione sociale. Questo è tutt’altro che democratico o trasparente. Soros è il donatore principale dei più di 100 milioni di dollari con cui è alimentato Human Rights Watch. Succursali di questa ONG si trovano a Washington e a Berlino, dove gli uffici del governo sono a portata di mano.
Soros è anche il principale finanziatore della cosiddetta ‘Iniziativa di Stabilità Europea’ (ESI), con uffici a Berlino e a Istanbul. La ESI è l’artefice del cosiddetto ‘piano Merkel’ che incoraggia la migrazione e vi scorge la ‘nuova normalità’. La ‘Open Society Foundations’ di Soros, finanziata dal governo degli Stati Uniti, sostiene anche la ‘International Migration Initiative’ che annuncia pubblicamente di «lavorare su base transfrontaliera con la costruzione di un corridoio strategico che renda possibile l’agire coordinato nei paesi di origine, di transito e di destinazione».
In pratica questo significa che i quasi 2 milioni di profughi di guerra ed economici che sono venuti nella UE e in particolare in Germania dall’autunno del 2015, sono stati ‘guidati’ dalle ONG di Soros. Nel settembre 2016 Soros ha annunciato che ‘donerà’ 500 milioni di dollari per l’aiuto ai profughi in Europa e negli Stati Uniti. Dove e come debba essere impiegato il denaro lo ha lasciato indeterminato.
DCLeaks, un sito web americano simile a WikiLeaks, ha pubblicato delle e-mail violate della ‘Open Society Foundations’. Un memorandum della Fondazione Soros del 10 maggio 2016 si pronuncia per la visione della crisi europea dei profughi come ‘nuova normalità’; infatti la crisi aprirebbe alle Fondazioni Soros ‘nuove opportunità’ di influenza globale sulla politica di immigrazione5.
Le ONG di Soros implicate nel traffico di uomini
Le Ong appoggiate da Soros non si accontentano di propagandare che la UE debba aprire le sue porte per lasciare entrare centinaia di migliaia di profughi dai paesi provati dalla guerra del Medio Oriente, dall’Afghanistan e dal Nord Africa. Nel febbraio 2017 è diventato pubblico che le autorità italiane avevano intrapreso delle indagini contro diverse ONG, che sarebbero state implicate nel finanziamento di una flotta di navi che aveva introdotto decine di migliaia di profughi africani attraverso una rotta mediterranea.
Nel suo rapporto di valutazione del rischio del 2017, Frontex, l’Agenzia ufficiale europea per la sorveglianza dei confini e delle coste, ha dichiarato: «Il Mare Mediterraneo centrale è diventato per i migranti africani la rotta principale d’ingresso nella UE. Secondo ogni previsione, nel prossimo futuro non cambierà nulla. Va notato che l’89% dei migranti vengono attraverso la Libia».
Il rapporto di Frontex segnala poi un importante spostamento dei principali flussi migratori del 2016 rispetto al 2015, quando i profughi erano arrivati dalla Turchia, attraverso la Grecia e gli Stati balcanici, in Germania e negli altri Stati UE: «Le azioni di salvataggio intraprese dalle ONG aumentano in misura considerevole, oltre il 40% di tutti i casi. Dal giugno 2016 un numero significativo di imbarcazioni sono state intercettate o salvate da navi delle ONG, senza che ci fosse stata una precedente richiesta di soccorso e senza che fossero disponibili informazioni ufficiali sul luogo di salvataggio»6.
Ciò che le autorità della UE descrivevano era in realtà un’operazione di contrabbando di uomini condotta da bande criminali internazionali con l’aiuto di navi appartenenti a diverse ONG o da esse noleggiate. L’investigatore ed avvocato William Craddick ha scoperto che alcune ONG che avevano noleggiato le imbarcazioni contrabbandiere erano gestite finanziariamente da George Soros e dalle sue Open Society Foundations, tra le quali l’organizzazione avaaz.org, appartenente al Gruppe Moveon.org sostenuto da Soros, Save the Children e Médicens sans Frontières (MSF)7.
Secondo un’informazione della stampa italiana di marzo 2017, il procuratore capo di Catania (Sicilia) Carmelo Zuccaro ha chiesto il controllo dei flussi finanziari dietro le ONG che gestiscono le flotte dei migranti. Egli ha detto: «Il favoreggiamento dell’immigrazione illegale è un reato, qualunque siano i motivi». Inoltre ha dichiarato che l’Italia indaga la radicalizzazione islamica nelle prigioni e nei luoghi in cui i migranti sarebbero impiegati illegalmente o in nero. Secondo indicazioni di Dimitris Avramopoulos, commissario alle migrazioni della UE, circa l’80% dei migranti nordafricani che arrivano in Italia non hanno diritto di asilo8.
Nel dicembre 2016 Virginia Raggi, sindaco di Roma, ha detto che la capitale si trova sull’orlo di una ‘guerra’ tra migranti e italiani impoveriti. In Italia meridionale ‘Cosa nostra’ siciliana aveva ‘dichiarato guerra ai migranti’ nel 2016, e la mafia italiana deve aver cercato lo scontro con le bande criminali nordafricane che erano venute in Europa con il flusso dei migranti9.
Secondo un recente rapporto del gruppo di esperti Quilliam, che sostiene un Islam moderato e rifiuta l’ISIS come pure altre versioni jihadiste dell’Islam, lo Stato Islamico (IS) può essere implicato nella tratta di esseri umani con cui i profughi sono introdotti in Europa. Vi si legge: «Mentre alcuni profughi devono pagare fino a 560 dollari per il trasporto fino alle coste del Mediterraneo, l’IS offre un viaggio gratis agli uomini che aderiscono all’IS. […] E a quelle reclute potenziali che hanno raggiunto le coste del Mare Mediterraneo vengono offerti fino a 1000 dollari perché aderiscano all’organizzazione»10.
L’accusa contro le ONG di Soros di finanziare una flotta per introdurre profughi ed altri migranti dal Nord Africa nella UE indica per lo meno che la rete di Soros collegata a Washington ha in mente qualcosa di più della beneficenza. Sembra proprio che le sue ONG vogliano distruggere la stabilità sociale della UE come hanno già fatto nel 2014 in Ucraina.
Una ONG di Soros dietro il putsch di Maidan
Come è emerso da e-mail violate, lo stesso George Soros, con le sue reti di ONG, tra cui la International Renaissance Foundation con sede a Kiev, era già profondamente implicato nel golpe di Washington a piazza Maidan nel 2014. Lo stesso vale per le connesse pressioni sulla Germania e su altri governi esitanti della UE perché accettino l’illegale regime ucraino che Washington ha portato al potere sotto la direzione di Victoria Nuland, responsabile competente per l’Europa del Dipartimento di Stato statunitense. Questo golpe statunitense in Ucraina ha inserito un cuneo tra Germania e Russia ed è costato alla Germania migliaia di posti di lavoro e un miliardo di attivi commerciali perduti11.
Soros e i suoi ‘amici’ nella UE
Altre e-mail violate di Soros del 2016 mostravano che egli ha una lista di ‘amici’ nel Parlamento europeo. Tra i suoi ‘amici’ preminenti spiccavano, Martin Schulz, ex presidente dell’Europarlamento ed attuale candidato socialdemocratico al cancellierato, e il parlamentare di FDP Alexander Graf Lambsdorff12. Se un europeo è nella lista degli ‘amici’ di George Soros, si può essere sicuri che quell’’amicizia’ sia connessa a certe condizioni.
Lo stesso George Soros, nato in Ungheria, naturalizzato americano, è anche fondatore, finanziatore e direttore dell’European Council on Foreign Relations (ECFR) con sede a Londra, che traccia strategie su importanti questioni per la Germania e per altri paesi europei. L’ECFR è un’imitazione dell’influente think tank americano chiamato New York Council on Foreign Relations, di cui Soros è peraltro membro.
Alla direzione dell’ECFR appartengono Alexander Graf Lambsdorff (FDP); Javier Solana, ex segretario della NATO e membro della direzione di Human Rights Watch; Joschka Fischer, ex ministro degli esteri tedesco; Daniel Cohn-Bendit, deputato tedesco al Parlamento europeo, leader studentesco della rivolta francese del maggio 1968, conosciuto come ‘Dany le Rouge’, e sostenitore dei fautori della pedofilia nei verdi; Karl-Theodor zu Guttenberg, che dopo la sua uscita vergognosa dalla politica tedesca ha ottenuto un invito da Washington perché aderisse al neoconservatore Center for Strategic and International Studies (CSIS); Wolfgand Ischinger, ex ambasciatore tedesco a Washington che dirigeva la Conferenza per la sicurezza di Monaco a cui Soros è stato invitato all’inizio del 2015 perché difendesse l’Ucraina; Cem Özdemir, presidente del partito Bündnis 90/Die Grünen13.
Chiunque abbia conoscenza della politica tedesca riconoscerà facilmente come sia grande l’influsso della manipolazione straniera da parte di ONG come quelle del miliardario George Soros, che sono impegnate a cambiare il volto e la struttura sociale della UE. Questo libro mira a portare alla luce gli oscuri modi di lavorare delle ONG coperte dal governo statunitense, mettendone sotto la lente di ingrandimento l’origine e il ruolo globale. Non senza motivo, la Federazione Russa e la Cina hanno bandito queste ONG pseudo democratiche dei ‘diritti umani’. I capitoli seguenti condurranno il lettore per un percorso nella storia della manipolazione politica. Viene innanzitutto alla luce il ruolo poco compreso delle ONG americane nello sviluppo orwelliano del presente.
Vogliamo iniziare il nostro percorso storico con la nascita a Washington di una organizzazione non governativa, fondata senza tanto rumore nei primi anni ’80 da Bill Casey, direttore della CIA sotto il presidente Reagan, e da altri. Si tratta del cosiddetto National Endowment for Democracy (NED). Il NED ha svolto un ruolo centrale in ogni destabilizzazione appoggiata dagli Stati Uniti di governi non conformi ai piani di Washington.
1 George Orwell, 1984, citato in https://www.brainyquote.com/quotes/quotese/g/georgeorwe141783.html .
2 David Rockefeller, Memoirs, p. 405, in http://opengov.ideascale.com/a/dtd/David-Rockefeller-s-book-Memoirs-admits-secretly-conspiring-for-a-NWO/4007-4049. Il testo originale della citazione è il seguente: «Some even believe we [Rockefeller family] are part of a secret cabal working against the best interests of the United States, characterizing my family and me as ‘internationalists’ and of conspiring with others around the world to build a more integrated global political and economic structure – One World, if you will. If that’s the charge, I stand guilty, and I am proud of it.» – Nella traduzione: «Alcuni credono perfino che siamo parte di una cabala segreta contro i migliore interessi degli Stati Uniti. Qualificano me e la mia famiglia come ‘internazionalisti’, che insieme ad altri cospirano in tutto il mondo per costruire una struttura globale politica ed economica più integrata – Un Governo Unico Mondiale, se lei vuole. Se questa è l’accusa, mi riconosco colpevole e ne sono orgoglioso».
3 Joe Storck, New Enemies for a New World Order, MER176, http://www.merip.org/mer/mer176/new-enemies-new-world-order?ip_login_no_cache=e4b596febb56c8ddb4c739f280fd833 .
4 William W. Kaufmann e John D. Steinbruner: Decisions for Defense, Brookings Institution, Washington, D. C., 1991, p.45.
5 Tyler Durden: Soros Is ‘Investing’ $500 Million In Europe’s Refugees And Migrants: He Explains Why, ZeroHedge, “20. Seotember 2016, http://www.zerohedge.com/news/2016-09-20/soros-investing-500-million-europes-refugees-and-migrants-he-explains-why .
6 FRONTEX (European Border and Coast Guard Agency): Risk Analysis for 2017, «Long-range coast guarding in the Central Mediterranean», p. 32, http://frontex.europa.eu/assets/Publications/Risk_Analysis/Annual_Risk_Analysis_2017.pdf .
7 William Craddick: NGO fleet bussing migrants into the EU has ties to George Soros Hillary Clinton Donors», ZeroHedge, 9. Februar 2017, http://disobendientmedia.com/ngo-fleet-bussing-migrants-into-the-eu-has-ties-to-george-soros-hillary-clinton-donors/ .
8 Zoie O’Brien Italy blasted over migrant intake as experts claim 80 per cent have NO RIGHT to asylum, Daily Express, 9. Dezember 2016, http://www.express.co.uk/news/world/741907/Italy-blasted-over-migrant-intake-experts-80-per-cent-asylum-illegal .
9 William Craddick, Italian Officials Call For Investigation Of George Soros Supported NGO Migrant Fleet, ZeroHedge, 26. March 2017, http://www.zerohedge.com/news/2017-03-36/italian-officials-call-investigation-george-soros-supported-ngo-migrant.fleet .
10 Ross Logan, ISIS recruiting refugees by offering ‘$1000 and safe passage to Europe’, 6. Februar 2017, http://www.express.co.uk/news(world/763849/ISIS-recruiting-refugees-by-offering-1000-and-safe-passage-to-Europe.
11 Sputnik News, Soros Hacked US Billionaire Manipulated Europeans Into Accepting Maidan,16. August, 2016, http://sputniknews.com/politics/20160816/1044329613/soros-ukraine-europe-manipulation.html .
12 David Berger, Ein Bundeskanzler Martin Schulz als Teil des Soros-Plans?, Philosophia Perennis, 22. Februar 2017, https://philosophia-perennis.com/2017/02/22/ein-bundeskanzler-martin-schulz-als-teil-des-soros-plans .
13 F. William Engdahl, Die Denkfabriken; Wie eine unsichtbare Macht Politik und Mainstream-Medien manipuliert, Kopp Verlag am Neckar 2015, Kapitel 11.
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