Vespa e Delrio: ovvero la politica tra post-umano e dis-umano
E’ raro ch’io mi associ alle “indignazioni” del web ma se, come in questo caso, mi sembra ch’esse racchiudano tematiche complesse, allora mi unisco al coro volentieri.
La puntata di Porta a Porta in cui Vespa e Delrio hanno inscenato il siparietto sul terremoto – interpretando quest’ultimo come opportunità di sviluppo economico – credo offra molti spunti di analisi. Ne indico tre molto sommariamente:
1) Ancora una volta, si è evidenziata l’inscalfibilità delle premesse ideologiche con cui i programmi televisivi predispongono la propria cornice narrativa. Vespa ha difatti proposto lo spunto terremoto = crescita economica; Delrio, a ruota, ha messo il carico da venti citando, con sorridente enfasi, L’Aquila e Finale Emilia come situazioni virtuose; nessuna delle altre persone partecipanti al programma – ahinoi – ha trovato alcunché da ridire dinanzi a tale esposizione.
Si tratta d’una dominazione assiomatica sul dibattito democratico che vediamo affiorare in tante altre occasioni vedi, per esempio, quando si parla di spesa pubblica: il dibattito internazionale fra gli economisti riguarda il tagliarla o l’aumentarla, ma nei programmi televisivi italiani si dà invece come scontata la seconda scelta e si discute, quindi, esclusivamente sulla tipologia dei tagli da compiere.
Questo utilizzo di assiomi ideologici, da una parte esprime una strategia di potere da sempre esistita, dall’altra va però sottolineato come l’avvento delle politiche di austerità eurofederali, nel 2011, abbia determinato un’evidente irrigimentazione ideologico-propagandistica del dibattito politico.
2) Sempre a proposito di irrigimentazione ideologica, possiamo dire che il ragionamento proposto da Vespa e Delrio esemplifica una specifica operazione di asservimento della politica all’ideologia, in atto da alcuni anni, attraverso il feticcio della Tecnica.
L’adesione di tutte le formazioni politiche e di tutte le testate giornalistiche a una sola e unica ideologia – vale a dire il neoliberismo – ha infatti determinato l’abdicazione della politica dal compito di svolgere letture sistematiche della realtà; questo, ebbene, è stato fatto in favore d’una visione in cui le contraddizioni sociali risultano essere nulla più che questioni necessitanti maggiore o minore grado di tecnica per essere risolte. Tanto il centrosinistra quanto il Movimento 5 Stelle, sono completamente immersi in questa lettura a-sistemica e post-strutturale della realtà. La filosofia politica, peraltro, ci ha messo del suo proponendo quel paradigma detto New Realism che, in soldoni, enuncia più o meno il medesimo concetto.
Questa lettura di un mondo risolvibile con la mera applicazione della Tecnica, ha reso possibile l’austerità: ha cioè reso possibile il primato della contabilità sull’insieme di quei diritti umani e sociali che si credeva, a torto, essere ormai sedimentati come retaggio storico nonché essere protetti dallo scudo giuridico delle Costituzioni.
L’ideologia della Tecnica ha insomma dimostrato come l’affluente paradigma filosofico del post-umano a essa legato, quando applicato alla politica, si tramuti immediatamente in dis-umano. Suddetta visione post-umana e dis-umana – che eleva la Tecnica al rango di piano ontologico – ha reso possibile qualche anno fa che si attuasse la macelleria sociale in nome dello spread. Oggi rende possibile, parimenti, che la morte di 300 persone risulti il fattore ottimistico di un’analisi tecnico-contabile.
3) Pensando più a Delrio che a Vespa, mi piace infine pensare – anche se non posso averne la certezza – che il primo dei due sia pienamente in buonafede quando si lascia trasportare dall’entusiasmo per i terremoti. Questo perché la relazione della politica con le tragedie e i lutti, rivela una distanza sempre più ampia e incolmabile dei politici di professione dal dolore, dalla miseria e dalla privazione; una distanza innanzitutto cognitiva e le cui ragioni sono semplicemente di ceto, di censo e di classe.
Interessante lo schema di analisi proposto,alcuni elementi credo però si prestino a diversi equivoci.
Del Rio che cita come situazioni virtuose L’Aquila e Finale Emilia, parliamone … la ricostruzione dell’Aquila ha suscitato infinite e motivate critiche, ma anche quella di Finale Emilia e dintorni, non ancora conclusa, ha sollevato diversi problemi.
Nel periodo in cui si sostiene spesso la fine delle ideologie in realtà abbiamo un’ideologia dominante il neoliberismo, successivamente però viene citata la Tecnica come feticcio e ideologia, personalmente ritengo che la Tecnica sia uno strumento quindi è sull’uso più o meno corretto che possiamo discutere.
Le conseguenze dell’austerità furono studiate da Keynes circa 100 anni fa e abbiamo ormai tanti esempi rilevabili delle conseguenze quindi oggi dovrebbe essere chiaro che il confronto non è tecnico ma politico, anche importanti studiosi a volte scelgono di difendere gli interessi di oligarchie finanziarie internazionali per fini certamente non scientifici.
A maggior ragione la Contabilità è strumento e quindi non può esistere un suo primato sui diritti che vengono estesi o limitati con scelte politiche.
Una corretta analisi delle condizioni degli Stati e dei cittadini può permettere di smascherare le bugie che quotidianamente ci raccontano.
In quanto alla buona fede di Del Rio meglio lasciar perdere e valutare gli atti, di professione dice di essere un medico, professione che ha lasciato molto giovane, come sindaco a Reggio E penso che in pochi lo rimpiangano, le sue posizioni non sono influenzate da problemi di censo,ceto o di classe ma prevalentemente da prospettive personali. Il suo fare affabile e pacato ha tratto in inganno molti. La prevalenza degli interessi personali è forse la caratteristica che ha portato molti politici a disinteressarsi dei problemi dei cittadini.
Il siparietto è rivoltante ma non sono affatto sorpreso. Quello di cui stiamo parlando si chiama shock economy. Quando l’economia non riesce più a crescere come richiesto, cosa che accade, e accadrà, sempre più di frequente, ci si affida allo shock. Lo shock può essere un disastro naturale o un disastro “provocato” da qualcuno, vedi torri gemelle, Isis e quant’ altro.