Bastonare il cane che affoga
di L’INTERFERENZA (Fabrizio Marchi)
Il neoliberismo (non il capitalismo) sta crollando o potrebbe crollare, per lo meno in questa fase storica (nel futuro si vedrà…). Non sotto i colpi del conflitto di classe ma del coronavirus. La dico meglio. Le conseguenze di una catastrofe sociale dovute alla pandemia – cioè la rottura della pace sociale e la possibile esplosione del conflitto di classe – terrorizzano a tal punto le classi dominanti o una parte di esse (quelle meno ottusamente rapaci e più lungimiranti) da spingerle ad optare per un cambiamento di paradigma, al fine, naturalmente, di conservare saldamente il loro dominio.
E’ in questo senso che vanno lette le posizioni assunte da alcuni governi europei nei confronti dell’UE, compreso quello italiano, e da alti esponenti dell’establishment come Mario Draghi.
Il Debito (pubblico) che fino a ieri era considerato il Tabù dei Tabù, secondo la migliore tradizione calvinista, diventa d’un tratto non solo praticabile ma anche auspicabile. Ed è per questo, che in questi giorni stiamo assistendo allo spettacolo (anche comico, da un certo punto di vista…) di tanti (ex, fino a ieri, e non in senso figurato) fanatici tifosi dell’Unione Europea che fanno retromarcia (e senza neanche un briciolo di autocritica…) e invocano l’intervento salvifico dello stato (quindi debito, quindi sovranità…parolacce fino a ieri…) con relative politiche keynesiane.
Questa giravolta, ovviamente, non è motivata da ragioni di sensibilità sociale o dalla riscoperta della hegeliana “coscienza infelice” né tanto meno da chissà quale ritrovato senso dello stato e/o della patria. Semplicemente, come dicevo prima, la componente più lucida delle classi dominanti cerca la via meno dolorosa (per loro…) per uscire da una crisi che potrebbe avere effetti devastanti anche per loro (non tanto sul piano economico, dal momento che hanno “scorte” immense di capitali accumulati, ma sul piano della tenuta dell’ordine sociale) e mantenere ben salde le redini del comando. Questo processo non sarà indolore, naturalmente. Assisteremo nei prossimi mesi ad uno scontro interno al capitale con tanto di morti e feriti, metaforicamente parlando.
Si tratta di uno scontro che al momento vede le masse popolari e le classi subalterne, nel ruolo di spettatrici. Del resto, la sconfitta epocale del Movimento Operaio Novecentesco non è una vicenda da cui ci si può rialzare da un giorno all’altro come se nulla fosse.
In presenza di un grande fronte popolare e di una classe lavoratrice forte, solida, coesa, organizzata e consapevole di sé, si sarebbe potuto optare, come si suol dire, per lasciar esplodere le contraddizioni interne al capitale e approfittare della situazione, al fine di conquistare equilibri politici più avanzati, come avremmo detto una volta. Ma così non è. Purtroppo. E quindi in questa congiuntura è necessario auspicare che quello scontro interno al capitale veda prevalere le forze “keynesiane”, cioè la borghesia più (relativamente) moderata, e all’interno di quello scontro tirare quanto più possibile, metaforicamente parlando, la fune dalla nostra parte, cioè dalla parte dei lavoratori, dei ceti subalterni.
Questo è a mio parere ciò che le residue forze marxiste, socialiste e di classe, devono fare in questa fase. La parola d’ordine deve essere: bastonare il cane (il neoliberismo) che affoga.
Nell’attesa (non passiva, ovviamente…) di tempi migliori.
Fonte: http://www.linterferenza.info/editoriali/bastonare-cane-affoga/
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