Bruxelles – La presidenza di turno del Portogallo spinge per una rapida ratifica da parte di tutti i Parlamenti nazionali sulle risorse proprie, le entrate fiscali dell’Unione Europea con cui la Commissione vuole finanziare la ripresa del Continente dalla crisi Covid. Ieri Lisbona ha fatto il primo passo: il governo ha adottato in Consiglio dei ministri la risoluzione sul sistema di risorse proprie dell’UE, chiedendo al Parlamento nazionale di ratificare la risoluzione quanto prima.
Il tassello mancante per permettere alla Commissione europea di andare sui mercati a reperire i soldi del Recovery Fund, lo strumento temporaneo per la ripresa, senza pesare eccessivamente sulle prossime generazioni. “Un passaggio cruciale per consentire alla Commissione Europea l’emissione del debito comune e, quindi, l’avvio dell’attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza”, ha ricordato il premier Antonio Costa su Twitter. In qualità di presidente di turno dell’Ue, inoltre, ha scritto agli altri capi di stato e di governo di fare lo stesso e “di assicurare la rapida ratifica della decisione sulle risorse proprie, al fine di garantire che questo processo sia completato entro la fine del primo trimestre” dell’anno.
La decisione prevede anche l’introduzione di un paniere di nuove risorse proprie nel corso del prossimo QFP, che dovrebbero essere almeno sufficienti a coprire i futuri costi di restituzione del debito che la Commissione emetterà per finanziare lo strumento di ripresa. In una prima fase sarà introdotta una tassa sulla plastica, derivata da 80 centesimi per ogni chilogrammo di plastica non riciclata. Entro giugno saranno presentate dalla Commissione nuove proposte legislative relative a un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera, sui giganti del digitale e sul sistema di scambio di quote di emissione (ETS), per essere introdotte entro gennaio 2023. Entro giugno 2024, la Commissione presenterà una proposta per nuove tasse probabilmente sulle transazioni finanziarie e un contributo finanziario sulle società, per l’introduzione entro il 2026.
Lisbona fa pressioni perché i Parlamenti nazionali ratifichino la decisione sulle risorse proprie entro marzo, così che la Commissione possa così andare sul mercato per raccogliere i fondi, e far partire in concreto lo strumento di ripresa. A ciascun Paese è richiesto entro il primo trimestre del 2021 di presentare la sua versione finale del piano nazionale di ripresa e resilienza, così da sbloccare i finanziamenti di Bruxelles.
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