Scienziati contro il riarmo – Un manifesto
da ROARS (Redazione)
Gli scienziati si uniscono per opporsi alla recente proposta di riarmare l’Unione Europea. Hanno pubblicato “Scienziati contro il riarmo – Un manifesto” e invitano scienziati, ingegneri, professionisti del settore medico, matematici, studiosi e l’intera comunità scientifica a sostenere la loro posizione.
Ecco il link al manifesto per aderire.
9 marzo 2025
di Carlo Rovelli e Flavio Del Santo
In qualità di scienziati – molti di noi impegnati in settori in cui viene sviluppata la tecnologia militare – come intellettuali, come cittadini consapevoli dei rischi globali attuali, riteniamo che oggi sia un obbligo morale e civile per ogni persona di buona volontà alzare la voce contro l’appello alla militarizzazione dell’Europa e promuovere il dialogo, la tolleranza e la diplomazia. Un riarmo repentino non preserva la pace; conduce alla guerra.
I nostri leader politici dichiarano di essere pronti a combattere per difendere presunti valori occidentali che ritengono in pericolo; ma sono pronti a difendere il valore universale della vita umana? I conflitti in tutto il mondo sono in aumento. Secondo le Nazioni Unite (2023), un quarto dell’umanità vive in aree colpite da guerre. Il conflitto tra Russia e Ucraina, sovvenzionato dai Paesi della NATO con la giustificazione di “difendere i principi”, sta lasciando dietro di sé circa un milione di vittime. Il rischio di genocidio dei palestinesi da parte dell’esercito israeliano, sostenuto dall’Occidente, è stato riconosciuto dalla Corte Internazionale di Giustizia. Brutali guerre sono in corso in Africa, come in Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo, alimentate dagli interessi sulle risorse minerarie del continente. L’Orologio dell’Apocalisse del Bulletin of the Atomic Scientists, che quantifica i rischi di una catastrofe nucleare globale, non ha mai segnato un pericolo così alto come oggi.
Spaventata dall’attacco russo all’Ucraina e dal recente riposizionamento degli Stati Uniti, l’Europa si sente messa da parte e teme che la sua pace e prosperità possano essere a rischio. I politici stanno reagendo in modo miope, con un appello alla mobilitazione su scala continentale e destinando risorse colossali alla produzione di nuovi strumenti di morte e distruzione. Il 4 marzo 2025, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato il Piano di Riarmo Europeo, dichiarando: “L’Europa è pronta e capace di agire con la velocità e l’ambizione necessarie. […] Siamo in un’era di riarmo. E l’Europa è pronta ad aumentare massicciamente la sua spesa per la difesa.” L’industria militare, che dispone di immense risorse e di una forte influenza su politici e media, alimenta una narrazione apertamente bellicista. La “paura della Russia” viene agitata come uno spauracchio, ignorando convenientemente che la Russia ha un PIL inferiore a quello dell’Italia. I politici affermano, del tutto infondatamente, che la Russia abbia mire espansionistiche verso l’Europa, rappresentando una minaccia per Berlino, Parigi e Varsavia, quando ha appena dimostrato di non essere nemmeno in grado di conquistare Kiev, sua ex-satellite. La propaganda di guerra si nutre sempre dell’esagerazione della paura. Con la diplomazia, l’Europa può tornare alla pacifica convivenza e collaborazione con la Russia che l’affare ucraino ha tragicamente interrotto.
L’idea che la pace dipenda dal prevalere sugli altri porta solo all’escalation, e l’escalation porta alla guerra. La Guerra Fredda non è diventata una guerra “calda” perché politici saggi, da entrambe le parti, hanno saputo superare profonde divergenze ideologiche e reciproche “questioni di principio”, arrivando a una drammatica ma equilibrata riduzione degli armamenti nucleari. I trattati START tra Stati Uniti e Unione Sovietica portarono alla distruzione dell’80% dell’arsenale nucleare globale. Scienziati e intellettuali di entrambe le fazioni svolsero un ruolo fondamentale nel spingere i politici verso una de-escalation razionale. Nel 1955, il filosofo, matematico e Premio Nobel per la Letteratura Bertrand Russell e il Premio Nobel per la Fisica Albert Einstein firmarono un manifesto influente, che ispirò la Conferenza Pugwash, riunendo scienziati di entrambi gli schieramenti per promuovere il disarmo. Quando Russell, nel 1959, fu invitato a lasciare un messaggio per la posterità, rispose:
“In questo mondo, che sta diventando sempre più interconnesso, dobbiamo imparare a tollerarci a vicenda. Dobbiamo accettare il fatto che alcune persone diranno cose che non ci piacciono. Solo così possiamo vivere insieme. Ma se vogliamo vivere insieme, e non morire insieme, dobbiamo imparare un certo tipo di carità e un certo tipo di tolleranza, assolutamente vitali per la sopravvivenza dell’umanità su questo pianeta.”
Dovremmo custodire questo patrimonio di saggezza intellettuale.
I grandi conflitti sono sempre stati preceduti da enormi investimenti militari. Dal 2009, la spesa militare globale ha raggiunto livelli record ogni anno, con la spesa del 2024 che ha toccato il massimo storico di 2443 miliardi di dollari. Il Piano di Riarmo Europeo impegna l’Europa a investire 800 miliardi di euro in spese militari. Sia l’attuale Presidente degli Stati Uniti che l’attuale Presidente della Russia hanno recentemente dichiarato di essere pronti ad avviare colloqui per la normalizzazione delle relazioni e per una riduzione equilibrata degli armamenti. Il Presidente della Cina ha ripetutamente chiesto la de-escalation e un passaggio da una mentalità di confronto a una di collaborazione win-win. Questa è la direzione da seguire. E ora l’Europa si prepara alla guerra, con nuove spese militari pianificate come non si vedevano dalla Seconda Guerra Mondiale. L’Europa è forse disposta a brandire le armi perché si sente messa da parte?
L’umanità affronta sfide globali enormi: il cambiamento climatico, la fame nel Sud del mondo, la più grande disuguaglianza economica della storia, l’aumento del rischio di pandemie, la minaccia di una guerra nucleare. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno oggi è che il Vecchio Continente passi dall’essere un faro di stabilità e pace a diventare un nuovo signore della guerra.
Si vis pacem para pacem – Se vuoi la pace, costruisci la pace, non la guerra.
FONTE: https://www.roars.it/scienziati-contro-il-riarmo-un-manifesto/
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