Trump cede ai neocon e sbraita contro Iran, Venezuela e Siria
di OLTRE LA LINEA
Donald Trump ha lanciato un discorso incredibilmente bellicoso durante la sua prima apparizione davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Un discorso che sembrava più indirizzato al suo pubblico negli Stati Uniti che ai leader mondiali riuniti all’ONU.
Trump ha dato il benvenuto ai leader e ai delegati nella sua città natale prima di citare il fatto che la sua leadership ha portato il mercato azionario americano a livelli mai registrati prima; ha anche parlato del tasso di disoccupazione più basso degli ultimi sedici anni, prima di annunciare che i finanziamenti al settore militare aumenteranno ulteriormente e che l’esercito americano sarà “più forte che mai”. Questo è il centro di un discorso pieno di minacce contro altri membri delle Nazioni Unite.
All’inizio Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti non saranno guidati da un’ideologia nè tenteranno di imporla al resto del mondo; ha aggiunto che lui cerca di proteggere l’America prima di tutto e che è dovere di ogni governo difendere i propri cittadini prima di ogni altra cosa. Questo ha portato a Trump una buona dose di applausi, ma la luna di miele con l’Assemblea è durata poco: il resto del discorso contraddice questo pensiero nella maniera più estrema immaginabile. Al pari di George W. Bush quando parlò davanti al Congresso USA del famoso “asse del male”, Trump ha usato l’ONU per inviare le sue minacce militari al mondo. Ha parlato di minacce alla “sovranità” dall’Ucraina al Mare Cinese del sud, in quello che è parso un insulto sia alla Russia che alla Cina, e ha proseguito criticando dei paesi che secondo lui sono una minaccia per la pace mondiale, “un piccolo gruppo di regimi sanguinari”.
COREA DEL NORD
Il Presidente USA ha dichiarato che la Corea del Nord minaccia il mondo intero, e definisce quello di Pyongyang “un regime depravato”. Ha minacciato di “distruggere totalmente” la Corea del Nord con la forza militare se il problema non sarà risolto. E ha detto poi: “L’Uomo-Razzo sta compiendo una missione suicida per sè e per il suo regime”. Questo è un riferimento al leader nordcoreano Kim Jong-Un, che Trump in un tweet di qualche giorno fa ha chiamato “Uomo-Razzo”.
Ha proseguito accusando la Corea del Nord di affamare i suoi stessi cittadini, di avere ucciso il fratello dell’attuale leader -un’accusa per la quale nessuno ha fornito prove- e incolpato Pyongyang per la morte di Otto Warmbier, un cittadino statunitense morto sul suolo americano poco dopo il suo rilascio da una prigione nordcoreana.
Donald Trump ha ringraziato la Russia e la Cina per aver votato a favore di ulteriori sanzioni contro la Corea del Nord al Consiglio di Sicurezza dell’Onu ma ha avvertito che se l’ONU non risolverà la questione, gli USA sono pronti a usare la forza militare contro la Corea del Nord in un attacco preventivo.
IRAN
Donald Trump ha chiamato l’Iran una “dittatura corrotta” che minaccia Israele. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, presente alla riunione, lo ha guardato con un sorriso di approvazione.
Trump ha attaccato ulteriormente l’Iran dicendo che la sua maggiore esportazione è il terrorismo, e defininendo il partito libanese Hezbollah un “gruppo terroristico”; ha aggiunto inoltre che l’accordo del nucleare con l’Iran è “un imbarazzo per gli Stati Uniti”.
Per Trump l’Iran sponsorizza il terrorismo, accusa totalmente falsa: l’Iran sta aiutando sia la Siria che l’Iraq a combattere l’ISIS. Trump ha infine elogiato l’Arabia Saudita, il paese maggiore sponsor del terrorismo, e ringraziato il regime saudita per avere aiutato gli Stati Uniti a “combattere il terrorismo islamico radicale”. Ha concluso giurando che gli USA elimineranno i “perdenti terroristi” a qualunque costo.
SIRIA
Donald Trump ha definito il presidente siriano Bashar al-Assad “un dittatore” supportato dall’Iran, sostenendo la storia che la Siria abbia usato armi chimiche contro i civili a Idlib il 4 aprile 2017. Il presidente USA ha elogiato sè stesso per l’attacco compiuto contro la Siria il 6 aprile in risposta al presunto attacco chimico.
VENEZUELA E CUBA
Per quanto riguarda l’America latina, Trump ha definito il presidente venezuelano Nicolas Maduro “un dittatore socialista” i cui fallimenti sono dovuti al fatto che lui ha applicato il socialismo in Venezuela. A questa affermazione sono seguite alcune risate dal pubblico dell’Assemblea. Trump ha ulteriormente avverito dei danni del socialismo e del comunismo prima di minacciare una possibile azione militare contro il Venezuela, e difeso la nuova imposizione di sanzioni contro Cuba.
CONCLUSIONI
Il discorso di Trump è iniziando parlando dell’economia americana ed è terminato criticando l’immigrazione di massa, due elementi chiaramente scelti a uso e consumo del suo elettorato. Questo discorso sarà ricordato come uno dei più folli attacchi alla sovranità delle altre nazioni, nonostante Trump abbia dichiarato all’inizio che gli Stati Uniti non intendono imporre la loro ideologia al resto del mondo.
Le menzogne su Corea del Nord, Iran, Siria e Venezuela suonano più come lamenti di un uomo cui non piacciono i paesi che non gli obbediscono, invece che le parole di un leader degno di questo nome.
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