E’ saltato l’equilibrio fra Democrazia, Stato e Mercato, perciò siamo destinati a soccombere
di SCENARI ECONOMICI (A.M. Rinaldi)
Mentre i più si arrovellano nel trovare soluzioni tecniche per uscire dall’attuale stato di crisi, non solo economica, che sta distruggendo letteralmente interi paesi con il rischio di diventare irreversibile, in pochi analizzano quali siano realmente le cause che l’hanno prodotta.
Infatti se analizziamo cosa è successo dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi, ci accorgiamo che sono saltati gli equilibri sui fondamenti che sono alla base della società moderna: quelli che dovrebbero coesistere fra Democrazia, Stato e Mercato.
Finché vi è stato un equilibrio fra questi principi, ovvero un sistema che permetteva correzioni a questi tre fondamenti perché lo ritrovassero, vi è stata crescita e giustizia sociale, mentre non appena uno di essi ha preso il sopravvento sugli altri (Mercato) sugli altri due depotenziandola, la situazione è precipitata.
E’ innegabile che attualmente il sistema delle regole e dei vincoli previsti dai Trattati a fondamento dell’Unione Europea e per la convergenza monetaria per l’adozione e mantenimento dell’euro, hanno spostato il baricentro verso il Mercato, determinando un cortocircuito che non consente più di adottare un modello in cui solo l’equilibrio con le altre due forze, Democrazia e Stato, siano l’esclusiva garanzia per la crescita, il benessere e l’equità sociale.
Gli Stati sono stati progressivamente espropriati della loro funzione di correggere gli squilibri perché i rispettivi Parlamenti nazionali sono stati relegati a semplici certificatori di imposizioni provenienti da un potere esterno (UE) e in tutto questo la Democrazia è stata costretta ad abdicare alla sua fondamentale funzione di controllare ed approvare le scelte compiute per mezzo del suffragio universale, poiché il consenso popolare non ha più il suo ruolo previsto. I Governi non vengono più decisi dalla volontà e orientamento dei cittadini, ma bensì da quelli del Mercato.
Ormai tutto è in funzione del Mercato, qualsiasi scelta viene compiuta per assecondare e non turbare gli interessi del sistema finanziario, bypassando le esigenze, diritti e aspettative dei cittadini che in ogni caso sono, e devono rimanere, il fulcro dell’interesse su cui devono occuparsi le istituzioni nazionali e sovranazionali.
In parole semplici, il popolo non è più Sovrano, così come previsto dagli elementari principi posti a fondamento della Democrazia e sancito dalle Costituzioni nazionali, ma sostituito in questo ruolo da un redivivo Sovrano-despota ormai smaterializzato, che si identifica non più in una persona fisica come avveniva nel passato, ma da un potere (Troika) che si avvale di regole e imposizioni in nome del Mercato.
In questo modo l’equilibrio tra le tre forze è venuto meno e ciò ha immancabilmente provocato che le conquiste che avevano consentito, nel bene e nel male, di raggiungere nel Vecchio Continente livelli di benessere ed equità sociale fino ad ora mai raggiunti, tornassero drammaticamente indietro come se l’orologio della Storia avesse riportato le proprie lancette indietro di decenni e decenni.
Per poter uscire dall’impasse dove è precipitata l’Europa è necessario quindi che si ricrei un equilibrio fra Democrazia, Stato e Mercato, dove ognuno di questi fondamenti recuperi il proprio ruolo e funzione altrimenti il destino di ciascuno di noi sarà sempre più relegato a quello di suddito e non di libero cittadino.
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