Passano gli anni eppure, anche oggi come ieri, il dibattito sulla disoccupazione resta appiattito sul dogma gli sgravi alle assunzioni aumentano l’occupazione. I dati dimostrano che non è così, gli sgravi non hanno risolto la disoccupazione ma risultano essere esclusivamente un aiuto agli imprenditori, che però assumono con gli sgravi quei lavoratori che già avevano deciso di assumere, in coerenza con l’andamento della propria società. Chi non assume perché non vende non assumerà neanche con gli sgravi, o ancora peggio licenzierà i dipendenti per poi assumerne altri a condizioni peggiori (e con gli sgravi).
Gli imprenditori assumono per far fronte a un aumento della produzione come conseguenza dell’aumento delle vendite. Occupazione e consumi sono due concetti strettamente correlati.
La disoccupazione, dunque, è sempre una questione di reddito non speso. Se non si conosce cosa origina la disoccupazione, è difficile capire come combatterla. Leggi di più
I tempi moderni sono caratterizzati da uno sviluppo della robotizzazione, che sta generando un fenomeno di riduzione dei posti di lavoro anche nelle società in cui lo Stato spinge i consumi tramite la spesa pubblica. La robotizzazione crescente pone un problema importante ai Governi, che hanno di fronte lavoratori espulsi dal mercato del lavoro perché sostituiti da robot in grado di compiere operazioni in maniera più veloce e h24.
Va ancora peggio nell’Eurozona, dove i Governi sostengono i progetti Industry 4.0 e, contemporaneamente, accettano che permanga una disoccupazione giovaniledegna di uno scenario di guerra.
Saremo costretti, come alcuni opinionisti pensano, a un futuro di robot che lavorano e di giovani a casa con il reddito garantito? Noi pensiamo di no.
Esiste sempre un’alternativa alla fine della partecipazione dell’uomo allo sviluppo della società e all’esclusione dal processo di organizzazione della vita sociale. Il compito dello Stato è mantenere integra la relazione tra il singolo e la comunità. Quell’alternativa è data dallo Stato, che può agire da architetto del futuro sostenendo direttamente e indirettamente il contributo dell’uomo nell’espressione del suo potenziale lavorativo. Anche tramite i Piani di Lavoro Transitorio. Guarda la nostra pillola MMT
L’articolo di Pavlina Tcherneva che vi proponiamo spiega come i Piani di Lavoro Garantito (o Piani di Lavoro Transitorio, nella nostra accezione) siano anche uno strumento di politica preventiva alla disoccupazione, perché stabilizzano il ciclo economico e consentono di frenare l’effetto palla di neve delle recessioni.
E, per ultimo, cosa rispondere a chi pensa che in un regime di piena occupazione saremmo travolti dall’inflazione? Semplice, che non ci sono tracce umane e reali dell’esistenza in terra della curva di Phillips.
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