Gazebo del Fronte Sovranista Italiano a Firenze
Oggi ( sabato 20 ottobre, ndr) per fortuna è una bella giornata di sole, l’ideale per un gazebo in città. È anche la giornata della manifestazione nazionale per la nazionalizzazione di Autostrade a Roma cui purtroppo non abbiamo potuto personalmente partecipare.
Il montaggio del gazebo in sole due persone ci dà solo limitati problemi, e con un po’ di tecnica, suppliamo al numero.
Alle 10 pronti in Piazza Annigoni. Oggi l’approccio, spontaneo, è di attendere le persone avvicinarsi al tavolo o dare il volantino solo a chi rallenta o si ferma incuriosito davanti al programma esposto sul roll-up. L’inizio è un po’ lento: ci pare quasi che sotto la pioggia di quindici giorni prima ci fosse più voglia di fermarsi a parlare, ma probabilmente è solo un’impressione o la conseguenza che in tre si riesce ad essere più attivi e sviluppare il volume delle discussioni.
Cominciano gli incontri interessanti. Una signora ci chiede chi siamo, spieghiamo il tipo di messaggio politico che vogliamo trasmettere ma ci interrompe chiedendo: “Sì, ma se volessi cercare una personalità, un riferimento … per capire”. Indichiamo Gramsci, Pertini, La Pira con le loro frasi famose, appese al gazebo. La signora, soprattutto vedendo La Pira, si illumina: “Ho capito tutto!”. Ha fretta ma se ne va soddisfatta con il volantino: immagini con grande potenza comunicativa.
Un’altra signora passa, ci dice di aver preso il volantino due settimane prima e ci lascia la mail per contatto: l’importanza della presenza costante.
Un ragazzo passa veloce e guarda, si allontana. Poi lo vediamo tornare a prendere un volantino qualche minuto dopo: riflessione e ripensamento.
Una signora legge il volantino davanti al tavolo. Poi chiede: “Significa che volete uscire dall’Europa?” “Sì, signora.” “Anch’io!!!”: la soddisfazione di condividere un’idea forte.
È il turno di un signore che si intrattiene a lungo. Parliamo di sovranità monetaria, del ruolo dello Stato in economia. Ci racconta di un sogno, quello dell’Europa Unita, che aveva sedotto chi come lui ha 50 anni ma si dice convinto che il sogno è infranto e ognun per sé è la strada migliore da percorrere. Ci lascia il contatto, lo ricontatteremo.
Arriva una amica di Iacopo, che gentilissima, aveva promesso di passare. Ancora non troppo convinta ma incuriosita, soprattutto dalla preparazione economica dei militanti del FSI, che segue tra le altre cose, su Facebook. Si lamenta dei troppi messaggi contraddittori che arrivano dalle varie fonti di informazione. Il consiglio che le diamo è approfondire a partire dalle contraddizioni che le appaiono più evidenti, anche se con contorni confusi, per delinearli sempre meglio. Le consiglieremo delle letture.
Ci sono anche incontri più conflittuali, per così dire. Un signore sulla cinquantina passa due volte per capire cosa intendiamo con repressione della rendita finanziaria. Ci ribadisce che la sua generazione ha lottato per avere certe libertà (?) e che non se le farà portare via; la libertà di investire dove, come e quanto vuole i propri risparmi. Dice che non ci voterà e noi ce ne faremo una ragione. Non contento ritorna con il supporto della moglie e ci vuole convincere che gli U.S.A. sono un paese socialista e che la sanità pubblica statunitense è migliore di quella italiana, al che gli chiedo perché non prende la residenza lì, si allontana senza rispondere. Un nutrito gruppo di ragazzi con prevalenza femminile si ferma davanti al programma e con visi basiti e un po’ dubbiosi continuano a leggere, mi avvicino con un volantino e mi soffermo sulla parola disintegrazione, spiego cosa si intende. Controbatte dicendo che l’Europa le fa sentire al sicuro contro la politica italiana e che magari è il caso di migliorare l’UE e non di disintegrarla. Provo a spiegare come è costituita e come si è costituta l’UE ma non credono a quello che dico. Le invito a leggere i trattati. Loro mi rispondono con la frase, che più è rimasta emblematica, tra me e Iacopo Biondi Bartalini, “ma noi abbiamo fatto l’erasmus” provo a spiegare che gli scambi culturali si possono fare anche senza essere dentro un sistema economico come l’attuale. Gli porto il mio vissuto, negli Stati Uniti, come esempio, ma la risposta è: “ ma l’erasmus è un’altra cosa ”. Insisto, perché il fatto che rimangano lì a parlare è un segnale, ciò dimostra il fatto che forse qualcosa abbiamo toccato. O forse no. Lascio un volantino e le invito a venire a qualche riunione. Ringraziano e salutano accettando l’invito. Certo io non ho mai fatto l’erasmus come molti dell’FSI Firenze, per non dire tutti e forse allora non capiremo mai.
Una ragazza che lavora al mercato dell’antiquariato, ci riconosce e ci saluta e ci dice che ha letto il volantino e che ci voterà alle regionali dell’Abruzzo, essendo residente in tale regione. Faccio un giro di volantini per il mercato, distrattamente molti prendono il volantino dicendo che lo leggeranno, altri mi ignorano, altri mi dicono che non voteranno mai la lega. La cosa mi rincuora, rispondo però che non siamo la lega e non intendiamo la sovranità come la intendono loro. Non rispondono. Ci riteniamo molto soddisfatti dell’esito per il fatto che molti ci hanno riconosciuto e il lavoro della costanza e della pazienza premia e ci dà il coraggio di continuare con più enfasi. Chiudiamo, soddisfatti con la proposta di stampare in formato diverso e contenuti diversi, alcune frasi di La Pira, che abbiamo constatato avere molto successo e alcune citazioni di Calamandrei sulla politica.
Tommaso Francucci
Iacopo Biondi Bartolini
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