L’unica altra Europa possibile
di GIANLUCA BALDINI (FSI Pescara)
Io sono certo che un’altra Europa sia possibile. È un’Europa senza Unione Europea, in cui gli stati nazionali si impegnano a coordinare le politiche pubbliche nell’interesse della comunità di Stati, o meglio combinando nella migliore delle configurazioni possibili gli interessi nazionali.
È forse un sogno? Può darsi, anche se mi sembra evidente che l’Europa delle comunità europee fosse certamente più funzionale di quella dell’UE, nata dall’atto unico prima e poi da Maastricht. Ad ogni modo è meglio perseguire quel sogno che essere imprigionati nell’incubo che viviamo oggi.
L’UE è uno spazio economico di Stati che sono messi in competizione su ogni fronte, aderendo a un impianto istituzionale e a una struttura di regole concepiti sul modello del paese egemone, che impone a tutti politiche di deflazione salariale, cioè di scaricare il costo della competizione internazionale sui redditi da lavoro, generando disoccupazione e povertà crescenti ed esacerbando le diseguaglianze tra gli Stati e all’interno degli Stati.
Il risultato di questo terribile esperimento è sotto gli occhi di tutti: abbiamo assistito alla terzomondializzazione di un continente attraverso la deregolamentazione finanziaria e giuslavoristica e alla imposizione di misure di austerità fiscale che hanno sacrificato gli ultimi in favore dei primi.
Quando sento dire che l’integrazione europea ha garantito settant’anni di pace, mi chiedo come si faccia a non capire che la pace è stata garantita dalla guerra fredda e dalle “esportazioni di democrazia” (cioè dalle guerre imperialistiche americane finalizzate a mettere mano sulle risorse energetiche dei paesi target) e che oggi l’Unione Europea, con l’esperimento della moneta unica e l’irrigidimento delle regole di adesione, sta al contrario creando i presupposti per un esito infausto di questo immane esperimento sociale.
Milioni di poveri oggi sono potenzialmente milioni di soldati domani e in risposta alle politiche imposte da questo mostro sovranazionale privo di legittimazione democratica crescono movimenti nazionalisti e xenofobi in tutti i paesi, tanto nel vincente centro quanto nelle soccombenti periferie dell’impero. E se la storia ci ha insegnato qualcosa dovremmo capire che questo esercito industriale di riserva è l’humus fertile in cui possono germogliare e crescere le derive autoritarie e le reazioni sanguinarie.
L’Unione Europea è un incubo dal quale dobbiamo ridestarci.
Questa è l’unica altra Europa possibile: quella in cui l’UE sarà disintegrata e gli stati nazionali torneranno a esercitare la piena sovranità, riconsegnando ai popoli il potere che avevano prima di questa sospensione di democrazia.
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