Psicopatologia di Massimo Recalcati
di Jacopo D'Alessio ·
di MICIDIAL (Massimo Bordin)
Se c’è uno scrittore le cui comparsate televisive mi inducono a lasciare tutto quello che sto facendo ed a sedermi davanti al piccolo schermo, questi è Massimo Recalcati. Non ho perso una che sia una delle sue lezioni sul lessico famigliare e sul lessico amoroso. Ho letto voracemente, appassionandomi, Il complesso di Telemaco, La forza del desiderio e L’ora di lezione, tutte opere che portano la sua firma. I riferimenti che Recalcati fa a Freud, ma soprattutto a Lacan non sono una novità assoluta. Grazie ai miei studi di filosofia e, soprattutto, per merito del pensatore sloveno Slavoy Zizek, mi ero da tempo avvicinato alla psicanalisi filtrata dalla filosofia. Però ho molto apprezzato che anche Recalcati seguisse lo stesso filo logico.
Un filo che passa per Hegel, ca va sans dire
Potete dunque immaginare il mio stupore quando sono venuto a sapere che il grande divulgatore, laureato in filosofia e psicologia, del quale sono ammiratore, al secolo Massimo Recalcati, mi ha dato del “malato di mente”.
Certo, non si è rivolto a me direttamente, ma ha sostenuto a RadioCapital (nomen omen) che il sovranismo non è solo un fatto politico, ma un fatto psichico. E poi, ripresi da Libero e Repubblica, non sono mancati riferimenti ai sovranisti etichettati come malati, segnati da una sorta di inconscio fascista che li porta a chiudersi agli altri. In filosofese estremo, Recalcati ha parlato per i sovranisti di “spinta a ri-territorializzare quello che la dinamica propulsiva del desiderio di vita tende a fluidificare e de-territorializzare”.
La mia stima per l’opera di Recalcati rimane immutata, sia chiaro, continuerò a leggerlo ed a soffermarmi davanti alle sue trasmissioni televisive come prima, ma queste dichiarazioni mi costringono a interrogarmi sui motivi che hanno spinto una persona così intelligente a fare queste uscite, ed a cadere anche lui nell’equivoco (voluto) del mainstream che identifica il sovranismo con il razzismo. Un trappolone al quale non dovrebbe ormai credere nemmeno la più ottusa delle casalinghe di Voghera.
Com’è noto, infatti, il sovranismo è un’invenzione mediatica che getta in un unico calderone xenofobi e costituzionalisti, nazionalisti e patrioti, leghisti e gramsciani, D’Annunzio e Pasolini. E la ‘narrazione’ (Dio, quanto mi piace questa parola…) è strumentale alla critica della democrazia.
Non potendo tirare troppo in ballo il fascismo di un secolo fa senza cadere nel ridicolo, i globalisti hanno preferito abusare del termine “sovrano”. Neologismo che per un sovranista è quanto di più negativo ci possa essere se riferito all’«uomo solo al comando», oppure all’individualista libertino, anarchico e nichilista. La sovranità cui fa riferimento la stragrande maggioranza di quelli che vengono inseriti loro malgrado in quel contenitore, invece, è la precondizione per la partecipazione democratica, la rappresentanza e l’identità culturale. Per i sovranisti, dunque, la paura non è per l’abbattimento dei confini in sè, ma che in nome di questo principio astratto venga trasferita la sovranità ad altre realtà sociali e di classe.
Nel caso italiano, a farci diventare dei “malati di mente” non è dunque la conoscenza, lo scambio o lo scontro con persone appartenenti ad altre culture, ma il fatto che le decisioni politiche vengano prese da soggetti che non sono da noi nè conosciuti, nè preferiti, nè votati.
Senza farla troppo lunga, e con un esempio, chiedo: risulta possibile ad un cittadino italiano partecipare alle elezioni del Congresso americano o a quelle del Presidente degli Stati Uniti d’America?
No? E allora per quale motivo dovremo accettare e subire le loro decisioni?
Eppure ciò accade quotidianamente. Devo forse ricordare che ci sono nove installazioni militari statunitensi su territorio italiano al netto della Nato (anch’essa controllata da Washington)?
Ad un cittadino italiano è possibile scegliere il cancelliere tedesco o votare per l’elezione del Bundestag?
No? E allora per quale motivo dovremo accettare e subire le loro decisioni?
Nel caso tedesco, non c’è nemmeno la scusa della Seconda Guerra Mondiale, come nel caso americano. Devo forse ricordare che la politica economica della Germania guida l’Unione Europea che legifera anche per l’italia sulle vitali questioni economiche?
E l’elenco potrebbe andare avanti ancora a lungo, inserendovi burocrati e tecnocrati europei di Belgio, Lussemburgo, Olanda, Francia; società multinazionali che gestiscono materie prime e servizi strategici; organismi sovranazionali eterodiretti, come l’Onu e i suoi derivati. Stiamo parlando insomma di istituzioni, pubbliche e private, che per la Costituzione Italiananon possono scavalcare la sovranità (è già caro Recalcati, di nuovo questa parolina) del popolo italiano.
In altri termini ancora, oltre che un fatto storico maturato a seguito di lotte e conquiste, la sovranità per gli italiani è anche un fatto giuridico. Cioè, tradotto per i non capenti,
noi italiani non possiamo non essere sovranisti,
perchè ciò va contro la madre di tutte le leggi della nostra comunità, che è la Costituzione italiana.
Eppure Recalcati sostiene che i sovranisti sono “malati di mente”, e afferma questo alle orecchie esterefatte dei suoi estimatori, come il sottoscritto, ma anche di “sovranisti” e clinici di ampia fama, e cito per tutti Mauro Scardovelli, giurista e psicanalista, che ha insegnato per decenni diritto costituzionale e che ha sempre citato Massimo Recalcati nelle sue conferenze sulla figura del padre e sulla questione identitaria.
Allora, urge rispondere finalmente all’annoso quesito. Cosa avrà spinto Recalcati alla boutadeantisovranista?
Purtroppo posso solo proporre una suggestione, una congettura, non comprovata dai fatti, perchè se è vero che Recalcati ha il talento di entrare nella testa altrui, io non ho la pretesa di riuscirci con la sua, di testa. Ma qualcosina di come funziona in questo paese e di cosa non funziona l’ho capita anch’io, e sulla mia pelle. Dunque azzardo un’ipotesi tramite domande retoriche.
E’ possibile pubblicare libri, andare in onda con continuità in prima serata sulle reti Rai, venire invitati da Fabio Fazio, ponendo però dubbi sulle cessioni di sovranità?
Pare possibile essere imitati da Maurizio Crozza o presentare libri da Corrado Augias senza appoggiare l’euopeismo ed il globalismo?
In altre parole, e più duramente, si può capire Hegel e non capire ciò che sta succedendo?
Impossibile!
O apprezzi Hegel, e allora rifiuti le cessioni di sovranità; oppure apprezzi Hegel, ma te lo tieni tutto per te, come se fosse un segreto. E’ lo scotto da pagare, se vuoi continure ad andare in onda in prima serata e fare il piacione con le radical chic sedute in venerazione ai tuoi piedi.
La psicopatologia classifica i disturbi della mente. Che sono tanti. E tra di essi, non c’è solo la ri-territorializzazione come risposta alla supercazzola con scappellamento a sinistra di cui si parlava sopra. C’è anche il mentire fino a ritenere che la propria bugia sia una verità. Più che pseudologia fantastica, cioè bugia compulsiva, potrebbe trattarsi di banale narcisismo. Una patologia talmente ordinaria – caro Recalcati – che per guarirne basterebbe andare da uno bravo.
Fonte: http://micidial.it/2019/11/psicopatologia-di-massimo-recalcati/
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