Mazzini, 150 anni e non sentirli
di DAVIDE VISIGALLI (RI Genova)
Genova, 10 Marzo 1872-2022: morte del padre della patria Giuseppe Mazzini.
“La libertà di concorrere per chi nulla possiede, per chi, non potendo risparmiare sulla giornata, non ha di che iniziare la concorrenza, è menzogna, com’è menzogna la libertà politica per chi mancando di educazione, d’istruzione, di mezzo e di tempo, non può esercitarne i diritti. L’accrescimento della facilità dei traffichi, i progressi nei modi di comunicazione, emanciperebbero a poco a poco il lavoro dalla tirannide del commercio della classe intermedia fra la produzione e i consumatori; ma non giovano a emanciparlo dalla tirannide del capitale, non danno i mezzi del lavoro a chi non li ha.
E per difetto di un’equa distribuzione della ricchezza, d’un più giusto riparto dei prodotti, d’un aumento progressivo della cifra dei consumatori, il capitale stesso si svia dal suo vero scopo economico, s’immobilizza in parte nelle mani dei pochi invece di spandersi tutto nella circolazione, si dirige verso la produzione d’oggetti superflui, di lusso, di bisogni fittizi, invece di concentrarsi sulla produzione degli oggetti di prima necessità per la vita o si avventura in pericolose e spesso immorali speculazioni.
Oggi il capitale — e questa è la piaga della Società economica attuale — è despota del lavoro.”
(Giuseppe Mazzini, I doveri dell’uomo, 1860)
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