Aborto. Roccella ribadisce: “La legge 194 non sarà toccata”
di QUOTIDIANO SANITÀ (Redazione)
La Ministra della Famiglia in un’intervista a La Stampa torna sulla questione: “Il problema, lo abbiamo detto tante volte da essere noiosi, è: se una donna vuole abortire solo perché ha problemi economici, non è il caso di aiutarla? Lo prevede la 194 che è una legge equilibrata. Altrimenti fare i figli diventa un privilegio dei ricchi. E comunque ribadisco per l’ennesima volta che l’applicazione concreta della 194 è in capo alle Regioni. Lo Stato non può intervenire, e in ogni caso il ministro non sono io ma Orazio Schillaci”.
“Meloni ha detto in tutta la campagna elettorale – come forse nessuna donna di sinistra ha mai ripetuto tanto – che la legge 194 non va toccata e nessuno nella maggioranza ha mai detto una cosa del genere. Abbiamo parlato piuttosto di attuare anche la prima parte della legge, mai seriamente messa in pratica dalle amministrazioni pubbliche, casomai dal volontariato”. Lo afferma, in un’intervista a `La Stampa´, la ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità Eugenia Roccella.
“Il problema, lo abbiamo detto tante volte da essere noiosi, è: se una donna vuole abortire solo perché ha problemi economici, non è il caso di aiutarla? Lo prevede la 194 che è una legge equilibrata. Altrimenti fare i figli diventa un privilegio dei ricchi. E comunque ribadisco per l’ennesima volta che l’applicazione concreta della 194 è in capo alle Regioni. Lo Stato non può intervenire, e in ogni caso il ministro non sono io ma Orazio Schillaci”, aggiunge. La possibilità per le donne che hanno uno o più figli di anticipare l’età di pensionamento?
“Non mi sembra affatto una norma discriminatoria. Prima di tutto è un riconoscimento – sottolinea – Noi abbiamo parlato per tanto tempo di valore sociale della maternità. La maternità è diventata sempre di più un fatto esclusivamente privato. Le donne fanno un lavoro di cura, allevano i bambini, partoriscono. Fanno qualcosa che non è soltanto privato. Quando le femministe dicevano che il privato è politico non intendevano che i fatti propri dovevano essere pubblici, intendevano esattamente questo: che le cose che riguardano il lavoro domestico, la cura, sono cose che devono entrare nello spazio pubblico, devono avere valore. Anche la politica deve fare questo passaggio. È un modo per riconoscere il valore sociale della maternità. Le donne fanno un lavoro che non è solo privato ma è per tutti, mandano avanti l’umanità, ma non è socialmente gratificante”.
Nel senso che “se io dico `sono una manager´ ho uno status sociale, se dico `sono una mamma´ a nessuno importa niente. Quindi poter andare in pensione prima è innanzi tutto un riconoscimento del valore sociale della maternità”, conclude.
Fonte: https://www.quotidianosanita.it/m/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=109229
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