Il vertice Nato di Washington e il crepuscolo dell’impero atlantico
DA LA FIONDA (Di Alberto Bradanini)
Alla lettura del comunicato finale del vertice Nato, tenutosi a Washington il 10 luglio 2024 (celebrativo, si fa per dire, del suo 75.esimo compleanno), si verrebbe sopraffatti da una profonda tenerezza se tale rito funesto non confermasse l’angoscia delle persone dotate di senno davanti al rischio di un olocausto che porrebbe fine al genere umano.
Coloro che siedono su tali prestigiosi scranni non amano guardare in volto la realtà sebbene essa sia luminosa come il sole a mezzogiorno, preferendo la pratica sistematica della Menzogna, nel caso di specie somministrata con la redazione di documenti così grotteschi e mistificatori che la metà basta a stordirci per l’eternità.
Per dar senso compiuto all’esistenza, gli antichi saggi invitavano a guardare in volto la realtà poiché nei limiti nell’umana esperienza essa deve assumersi quale sinonimo di verità. A quest’ultima occorre piegarsi anche quando fa male e non si vorrebbe vederla, quando smentisce illusioni o false certezze o quando le conseguenze della sua presa d’atto richiederebbero di cambiar mestiere. Di tutta evidenza, però, la saggezza non è moneta corrente presso le nostre modeste classi dirigenti.
Pochi ahimè sembrano sorprendersi che il Potere (dal quale, come affermava Platone, provengono gli uomini peggiori!) ignori impunemente i popoli la cui volontà e sentimenti affermano dirispecchiare. Del resto, è legittimo il sospetto che il degrado intellettivo di cui soffre l’attuale inquilino della Casa Bianca si sia esteso ai suoi colleghi dell’Alleanza Atlantica, magari in forme mediche diversamente rilevabili e con qualche eccezione, che non fa tuttavia la differenza.
Tornando all’indigeribile documento, composto da 5.362 parole e 36.615 battute, esso proietta uno sguardo minaccioso su quella parte del pianeta che non intende piegarsi alle violenze e prevaricazioni dell’impero bellicista, ormai per di più, privo di egemonia. Non sorprende poi che i membri di tale gabbia asfissiante digeriscano senza fiatare la fiaba infantile che i loro interessi risultano in tal modo meglio tutelati, mentre a raccoglierne i benefici sono sempre e solo gli alleati-padroni atlantici.
Nessuno può dubitare che il testo sia stato preparato dagli amanuensi imperiali e redatto, è appena il caso di rilevarlo, nell’idioma imperiale, l’inglese, il solo ritenuto degno di tale compito. Del resto, gli americani (perdonino il termine improprio i nobili abitanti dell’intero continente che con quelli sono spesso confusi), uno dei popoli più politicamente analfabeti del pianeta, di idiomi non ne parlano altri. L’oligarchia che li guida, d’altra parte, colloca le altre culture su un piano d’inferiorità, considerandole una sorta di folklore locale destinato prima o poi ad essere assorbito dalla magnificenza della civiltà anglofona. Quale umiliante sofferenza assistere alla sudditanza psicologica/culturale, prima ancora che politica militare, nei confronti di un impero malato da parte dei vassalli europei, tra i quali la colonia Italia brilla per la sua totale, spontanea sudditanza!
I piloti della Gabbia Atlantica, per tornare al punto, ignorano di rappresentare al più il 12% della popolazione mondiale (con le propaggini orientali, Giappone, Australia, Corea del Sud e Nuova Zelanda, forse il 14/15%). Gli stessi però sembrano sorprendersi se altri sette miliardi di individui non hanno tempo da dedicare alle loro patologiche ritualità. Questi ultimi hanno imparato a difendere la sovranità da soprusi e violenze, perché oggi la storia ha dato loro gli strumenti per farlo: Brics, Sco, Unione Economica Euroasiatica, e poi Lega Araba, Mercosur, Rcep e altre aggregazioni continentali con diversi contenuti e in forme modulate, costituiscono l’apprezzato riflesso di un mondo in accelerata e promettente transizione.
Ma torniamo al documento, il cui incipit non tradisce le attese: “la Nato … è stata forgiata per preservare la pace …. essa è un’alleanza difensiva (è scritto proprio così, da non credere! Ndr.) … ed è legata da valori condivisi: libertà individuale, diritti umani, democrazia e stato di diritto” (si può controllare, è scritto proprio così! Ndr.). Forse un cenno ai bombardamenti della Serbia, alle guerre di volenterosi in Iraq e Afghanistan, Libia, Siria etc, ai colpi di Stato di cui si perde il conto, con o senza le insegne ufficiali Nato, avrebbe potuto rinfrescare la memoria di qualche distratto lettore. Purtroppo, di tale intento rinfrescatorio non v’è traccia alcuna.
Il documento continua: “la Nato aderisce al diritto internazionale e agli scopi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite e s’impegna a sostenere l’ordine internazionale basato sulle regole”. Il moto di meraviglia davanti a tale lessico si fa gigantesco, essendo noto che la Nato sta al diritto internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite (Colin Powell, buonanima, ci saluta sofferente dall’inferno nel quale sconta la pena di aver contribuito a uccidere milioni di esseri umani) come il demonio all’acqua santa, mentre tali strumenti non sono che maschere al servizio delle note politiche espansionistiche dei padroni del mondo. Si è poi sopraffatti da un rigetto ancora maggiore – quando non si viene aggrediti dall’orticaria – alla lettura di “ordine internazionale basato sulle regole. Persino le pietre sanno infatti che quelle regole sono scritte e interpretate sempre e solo “dall’unica nazione indispensabile al mondo” (nel vocabolario patologico di M. Albright, 1999).
Il comunicato dà quindi il benvenuto alla scriteriata Svezia, dopo averlo fatto lo scorso anno per la sua sorella di scriterio, la Finlandia, le quali entrambe avendo ora perso la loro trascorsa neutralità devono investire miliardi nella cosiddetta difesa comune, sottraendoli allo stato sociale, che anche nella gloriosa Scandinavia diventa sempre più un lontano ricordo. Il benvenuto agli svedesi è accompagnato da parole infiocchettatrici: “… perché ogni nazione ha il diritto di scegliere le proprie disposizioni di sicurezza”. Parole scritte sulla pietra, infatti, come si è visto a Cuba nel 1962 e come può immaginarsi che avverrebbe se il Messico decidesse un’alleanza militare con Russia o Cina. Ciò che affascina di tali profonde riflessioni è la sacralità della libera scelta!
Il documento continua: “L’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia ha infranto la pace e la stabilità nell’area euro-atlantica e ha minato la sicurezza globale. La Russia rimane la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli alleati”. Gli scribi redattori di tali imbrogli concettuali non si curano certo di dettagli, quali i 14.000 morti russi nel Donbass dal 2014 al 24 febbraio 2022, evitando altresì di chiedersi magari le ragioni che – a dispetto delle assicurazioni estese ai leader sovietici/russi dal 1991 in avanti – hanno spinto la Nato fino ai confini della Russia (nel 1991, allo scioglimento del Patto di Varsavia, essa contava 16 membri, oggi 32), provocandone la voluta e prevedibile reazione. Forse l’intento degli Usa di destabilizzare la Russia, dissanguarla e frammentarla per depredarne le immense risorse, ha qualcosa a che vedere con tale scenario. Ma i distratti redattori del documento lasciano a noi il compito di porlo in rilievo.
Quanto alla minaccia russa nei confronti dell’intera Europa, prestigiosi analisti americani (tra cui, J. Mearsheimer, S. Ritter, D. MacGregor, Andrew Napolitano, J. Sachs, Harley Schlanger, Helga Zepp-Larouche, etc…) rilevano l’evidenza che Mosca non ha mai avuto la forza o l’interesse a occupare territori ucraini dove sono assenti popolazioni russofone, mentre non risultano atti, azioni o manifestazioni d’intenti a sostegno di un presunto intento russo di proiettarsi su paesi/territori un tempo collocati nell’orbita sovietica.
La Nato è invero quell’organizzazione che afferma di voler risolvere quei problemi che non sarebbero tali se essa non esistesse. Non essendosi disciolta nel lontano 1991, in parallelo con il Patto di Varsavia, essa viene tenuta in vita e rigenerata costantemente da conflitti e minacce prefabbricate dai suoi padroni, gli Stati Uniti, che l’hanno sempre controllata per servire l’oligarchia finanziaria e bellicista che detiene il potere ultimo, con il corollario e a spese dei vassalli europei, mentre gli Usa sono tuttora il paese più sicuro che la storia abbia registrato, circondato com’è da oceani giganteschi e paesi sudditi.
Ancora: “La competizione strategica, l’instabilità pervasiva … i conflitti … e l’instabilità in Africa e in Medio Oriente incidono direttamente sulla sicurezza nostra e dei nostri partner. … che contribuiscono allo sfollamento forzato, la tratta di esseri umani e le migrazioni irregolari”. Vero, tutto ciò è infatti il risultato delle guerre scatenate proprio dagli Stati Uniti, con la passività/complicità dei paesi europei, un dettaglio esplicativo, questo, singolarmente passato sotto silenzio.
Ma andiamo avanti: “Le azioni destabilizzanti dell’Iran stanno influenzando la sicurezza euro-atlantica”. Un’altra asserzione priva di evidenze. Dove e quando risulta che l’Iran – pur avendo deficit di altra natura, specie in politica interna – abbia mai minacciato la sicurezza euro-atlantica? En passant, sarebbe stato semmai istruttivo un breve cenno al bombardamento israeliano dell’ambasciata iraniana a Damasco il 1° aprile scorso (con l’occulto assenso dell’intelligence Usa) che ha rischiato di mettere a ferro e fuoco il Medioriente. Ma anche su questo i solerti natoredattori si sono distratti.
E ancora: “Le ambizioni dichiarate e le politiche coercitive della Repubblica popolare cinese (RPC) continuano a sfidare i nostri interessi, la nostra sicurezza e i nostri valori. L’approfondimento del partenariato strategico tra Russia e RPC e i loro tentativi di rafforzarsi reciprocamente per minare e rimodellare l’ordine internazionale basato sulle regole sono motivo di profonda preoccupazione. Ci troviamo davanti a minacce ibride, informatiche, spaziali e di altro tipo e attività dannose da parte di attori statali e non statali”. Una montagna di accuse senza prove e prive di senso, riflesso dell’impalcatura americana bellicista e fuori controllo, che non riesce a rappresentarsi la convivenza con altre nazioni su basi paritarie. In preda a tossicodipendenza assolutistica essi sono infuriati nel constatare che il Sud Globale (i menzionati sette miliardi di persone) non segua l’esempio dei vassalli europei: obbedire senza fiatare.
Il comunicato accusa poi la Cina di fornire armi alla Russia e invita a cessare di farlo, essendo la Cina “un fattore decisivo della guerra della Russia contro l’Ucraina (per i paesi Nato, invero, non certo per il Resto del Mondo, essendo tra l’altro la Cina il solo paese ad aver presentato una piattaforma di possibile compromesso, da mettere a punto tra le parti, Ndr.) attraverso il suo partenariato … il sostegno … alla base industriale della difesa russa. Ciò aumenta la minaccia che la Russia rappresenta … per la sicurezza euro-atlantica … La Cina continua a porre sfide sistemiche alla sicurezza euro-atlantica”(dove e quando non è però dato sapere, ma forse il redattore della Cia in questo passaggio intendeva dire che la Cina vuol crescere per suo conto e che la sua sola esistenza è ontologicamente incompatibile con un impero onnivoro come quello Usa, ndr.). Ma il passaggio prosegue: “la Nato ha assistito a continue attività informatiche e ibride dannose, compresa la disinformazione, provenienti dalla RPC … la quale continua ad espandere e diversificare il suo arsenale nucleare con più testate e un numero maggiore di sofisticati sistemi di lancio. … vogliamo proteggerci dalle tattiche coercitive della RPC e dagli sforzi per dividere l’Alleanza”. Beh, che faccia di tola da parte di un paese che dispone di 6000 testate nucleare, delle quali circa 1600 pronte all’uso. Forse, l’occasione sarebbe stata utile per chiedere una conferenza internazionale sulla riduzione degli arsenali nucleari, ipotesi dalla quale i generali impazziti atlantici si guardano bene, perché da essi traggono benefici di soldi e carriere, tanti.
Tralasciando un nugolo interminabile di torsioni della realtà, il comunicato critica quindi la Corea del Nord e l’Iran che fornirebbero armamenti alla Russia, mentre la fornitura all’Ucraina di sistemi d’arma ben più letali da parte dei paesi Nato passa sotto misterioso silenzio, poiché solo la prima categoria di comportamenti sarebbe contraria al diritto internazionale e alla Carta delle N.U. Con l’occasione si ribadisce poi che la Nato non è però in guerra con Mosca. Insomma, un fiume di contorsioni che un quarto basta a stordire le cellule cerebrali di un individuo sotto norma. E ancora: “… la Nato intende rafforzare la sua deterrenza e difesa. … diamo un caloroso benvenuto al presidente Zelenskyy e ai leader di Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea e Unione Europea … L’Indo-Pacifico è importante per la NATO, dato che gli sviluppi in quella regione influenzano direttamente la sicurezza euro-atlantica, mentre … l’Unione Europea è un partner essenziale della Nato. La cooperazione Nato-UE ha raggiunto livelli senza precedenti nel contesto dell’Ucraina. Per il partenariato strategico tra NATO e UE, è essenziale il massimo coinvolgimento degli alleati non UE nella difesa dell’UE”.
Ora, qualificare la Cina come ulteriore (fantasiosa) minaccia alla sicurezza dei paesi Nato – in linea con il criterio tutto-americanista della “endless war”, la guerra senza fine di orwelliana memoria – sposta la traiettoria strategica dell’Alleanza in un quadrante sul quale solo l’ipertrofia imperiale americana ha interessi, non certo i paesi europei che non hanno problemi di sicurezza con la Cina o la Corea del Nord, geograficamente collocate a distanza siderale. Popoli e parlamenti europei dovrebbero venir edotti, discutere e prendere posizione sull’estensione di una dimensione geostrategica esterna alla natura Nato (il cui acronimo significa North Atlantic Treaty Organization, dunque Atlantico non Pacifico) e che serve la strategia militare-industriale-finanziaria, (palese e occulta, Cia e sorelle benemerite) degli Stati Uniti d’America.
Inoltre, secondo i cosiddetti Trattati Istitutivi, che pochi hanno letto del resto, l’UE dovrebbe occuparsi di economia, commercio, cooperazione culturale e scientifica et similia (in realtà si occupa principalmente di proteggere il Grande Capitale, ma questa è altra storia), non di partecipare a un’alleanza militare, Nato o non-Nato. Non risulta nemmeno che i cittadini europei siano stati informati dell’intento euroinomane di procedere a una sua mutazione genetica.
Ulteriore evidenza, questa, che la democrazia è termine quanto mai abusato da impudenti istituzioni che ne umiliano l’essenza.
In un altro passaggio, il documento si complimenta con i due terzi degli alleati per aver raggiunto il 2% del rispettivo Pil negli investimenti militari (risorse che finiscono nelle tasche dei produttori di armi), esprimendo biasimo verso il terzo rimanente, mentre tutti boccheggiano davanti ai bisogni di mantenere scuole e ospedali. (solo nel 2024 il budget militare Europa e Canada è cresciuto del 18% con miliardi di benefici in borsa per le aziende di armamenti: controllare per credere).
E ancora: “La deterrenza nucleare è la pietra angolare della sicurezza dell’Alleanza. Lo scopo fondamentale della capacità nucleare della NATO è quello di preservare la pace, prevenire la coercizione e scoraggiare l’aggressione. Finché esisteranno le armi nucleari, la Nato rimarrà un’alleanza nucleare e riafferma il suo impegno nei confronti di tutte le decisioni, i principi e gli impegni riguardanti la deterrenza nucleare. … Riaffermiamo l’incrollabile solidarietà con il popolo ucraino nell’eroica difesa della sua nazione … e dei valori condivisi. Un’Ucraina forte, indipendente e democratica è vitale per la sicurezza e la stabilità dell’area euro-atlantica … La lotta dell’Ucraina per la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale contribuisce direttamente alla sicurezza euro-atlantica”. Affermazioni sulle quali qualche dubbio sorge persino nella mente di un bambino.
E ancora: “la Nato ha deciso di istituire un’entità denominata “Assistenza e addestramento alla sicurezza della NATO per l’Ucraina (NSATU)” per coordinare la fornitura di equipaggiamento militare e l’addestramento per l’Ucraina da parte di alleati e partner. Il suo obiettivo è porre l’assistenza all’Ucraina su una base duratura, rafforzata … e coerente. La NSATU opererà negli Stati alleati e sosterrà l’autodifesa dell’Ucraina in linea con la Carta delle Nazioni Unite. La NSATU, secondo il diritto internazionale, non renderà la NATO parte del conflitto, ma sosterrà la trasformazione delle forze di difesa e di sicurezza dell’Ucraina, consentendone l’ulteriore integrazione con la Nato … gli alleati intendono fornire un finanziamento minimo … di 40 miliardi di euro entro il prossimo anno e fornire livelli sostenibili di assistenza alla sicurezza affinché l’Ucraina prevalga … e aumentare l’interoperabilità dell’Ucraina con la Nato…. Il futuro dell’Ucraina è nella Nato. Accogliamo con favore i progressi concreti compiuti dall’Ucraina dal vertice di Vilnius sulle riforme democratiche, economiche e di sicurezza richieste (quali, di grazia?) … nel suo percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica, compresa l’adesione alla Nato.”.
Ora, anche il lettore superficiale ma onesto è in grado di comprendere che tale decisione è enormemente arrischiata, priva di logica, non conforme al diritto internazionale o alla Carta delle Nazioni Unite e ancor meno al buonsenso. Si tratta invero di una strategia di estrema gravità. Vale la pena riprendere qui la replica tagliente e inquietante del Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, alla lettura di tale passaggio: “se l’Ucraina entra nella Nato, o scompare l’Ucraina o scompare la Nato”, e di certo insieme alla Nato saremmo noi europei a scomparire o giù di lì. Mentre gli americani potranno valutare l’eventuale convenienza a intervenire, noi europei non ne avremmo il tempo. Ma ai nostri governi, in primis quelli bugiardamente sovranisti, in tale prospettiva sembra sfuggire del tutto la tragica banalità di tale logica.
E ancora: “La Russia cerca di riconfigurare radicalmente l’architettura di sicurezza euro-atlantica. La minaccia che la Russia rappresenta per la Nato persisterà a lungo termine. La Russia sta espandendo le sue capacità militari e continua le sue violazioni dello spazio aereo e le sue attività provocatorie. Siamo solidali con gli alleati colpiti da queste azioni. La NATO non cerca lo scontro e non rappresenta una minaccia per la Russia (ah no!, beh su questo punto lorsignori dovrebbero cercare di convincere i russi, ndr.). Rimaniamo disposti a mantenere canali di comunicazione con Mosca per mitigare il rischio e prevenire l’escalation (ah sì, in che modo di grazia, se persino la legge ucraina impedisce l’apertura di un dialogo?).
Un altro passaggio: “La Russia ha aumentato la sua dipendenza dai sistemi di armi nucleari e continua a diversificare le sue forze nucleari, con …. nuovi sistemi e … capacità … a corto e medio raggio, quale crescente minaccia per l’Alleanza. La Russia ha violato, attuato selettivamente e si è allontanata dagli obblighi e dagli impegni di lunga data in materia di controllo degli armamenti, minando l’architettura globale di controllo degli armamenti, disarmo e non proliferazione”. Tale inverecondo passaggio merita una riflessione specifica: pur lasciando da parte l’accordo nucleare (il Jcpoa) che il gruppo 5+1 aveva firmato con l’Iran, stracciato poi da D. Trump nel 2018 e mai riportato in vita da J. Biden, che pure nel 2015 quando Obama lo aveva firmato, da Vicepresidente degli StatiUniti, lo aveva fortemente sostenuto), nel 2022 gli Usa abbandonano il Trattato ABM (Anti-Ballistic Missile) che dal 1972 limitava i sistema di difesa anti-missile balistici, nel 2019 abbandonano il INF (trattato sulle forza nucleare a gittata intermedia), con varie pretesti, dopo aver schierato in Europa i sistemi di lancio verticale MK-41 quale difesa contro una fantasiosa minaccia iraniana contro l’Europa (i mentitori professionisti hanno talvolta una ridicola fiducia nei loro mezzi). Infine, il 22 novembre 2020 gli Usa escono anche dal trattato “open skies” (e solo allora, dopo alcuni mesi, ne esce la Russia), che consentiva un reciproco monitoraggio delle installazioni militari sul rispettivo territorio. Anche qui dunque un cumulo di menzogne.
Un’altra chicca: “Il vicinato meridionale della Nato (si tratta di paesi deboli tenuti al guinzaglio dall’elargizione corruttrice di dollari della stamperia Usa, che si prospetta fortunatamente in via d’esaurimento, forse non domani, ma in un ragionevole periodo di tempo, olocausto nucleare permettendo, ndr.) offre opportunità di cooperazione su questioni di reciproco interesse. Attraverso le nostre partnership miriamo a promuovere una maggiore sicurezza e stabilità in Medio Oriente e in Africa, contribuendo alla pace e alla prosperità nella regione. … verrà nominato un Rappresentante speciale della Nato per il Medioriente (aumentando beninteso a dismisura i rischi di guerra, ma si tratta di un dettaglio, ndr). Rafforzeremo il dialogo, la sensibilizzazione, la visibilità e gli strumenti di cooperazione, … l’Hub per il Sud e il Centro Nato-ICI in Kuwait. Sarà aperto un ufficio Nato ad Amman d’intesa con quel governo. Sulla base del successo della Missione Nato in Iraq”. (quello che gli psicopatici redattori definiscono un successo ha lasciato dietro di sé dal 2003 un paese devastato, 650.000 morti, 1 milione di feriti/mutilati e 1,5 milioni di rifugiati in un conflitto che non è ancora terminato, ndr.) e sulla base della richiesta delle autorità irachene, abbiamo ampliato la portata del nostro sostegno alle istituzioni irachene (in realtà, le truppe statunitensi dovrebbero andarsene come richiesto più volte dal parlamento iracheno, ma gli Stati Uniti se ne infischiano e continuano a depredare quel paese della sola risorsa di cui dispone, il petrolio! Ndr).
“La Nato continuerà a integrare le considerazioni sul cambiamento climatico in tutti i compiti principali e rafforzerà la sicurezza energetica. Il cambiamento climatico è una sfida decisiva per la sicurezza … L’energia è un fattore critico per le operazioni militari, la Nato s’impegna dunque a garantire forniture energetiche sicure, resilienti e sostenibili, compreso il carburante, alle forze militari dell’Alleanza… Mentre ci adattiamo alla transizione energetica, garantiremo la capacità militare, l’efficacia e l’interoperabilità”. Chiaro, non è vero? Specie se si omette di rilevare l’enorme impatto degli armamenti. Secondo “Less wars, less warming” pubblicato nel novembre 2023 da Common “Wealth and Climate and Community project”solo Usa e UK hanno emesso in un anno 430 mln di tonnellate di anidride carbonica. Il Pentagono è la maggior fonte pubblica di inquinamento al mondo. Del resto, levoltre 800 basi militari in 85 paesi, alle quali devono sommarsi le 145 della colonia britannica, non diffondono certo profumo di viole. Se dunque tutti i paesi Nato, come ordina il padrone, dedicheranno almeno il 2% del loro Pil alle armi, togliendolo ai servi pubblici, la vita nel pianeta non potrà che migliorare!
Il comunicato precisa quindi che “In un momento in cui il diritto internazionale e le norme fondamentali sono messi in discussione, rimaniamo pienamente impegnati nel diritto internazionale umanitario”. Incredibile, dirà ancora il lettore onesto che questi signori non abbiamo un briciolo di coraggio per guardarsi allo specchio e riflettere su nomi e cognomi di paesi e individui che hanno polverizzato quel poco che poteva chiamarsi diritto internazionale (guerre in Libia, in Serbia, in Iraq, il genocidio del popolo palestinese, tuttora in corso, da parte di Israele e del suo protettore, e poi destabilizzazioni di ogni genere e modo da parte delle agenzie di intelligence Usa e delle loro avanguardie umanitarie, ONG et similia. La sola spiegazione plausibile è che i lussuosi hotel che hanno ospitato codeste eccellenze abbiano messo al bando gli specchi.
Ancora: “La Nato afferma … la determinazione a sconfiggere l’aggressione russa e scoraggiarla in futuro. A tal fine, intendiamo fornire un finanziamento di base minimo di 40 miliardi di euro entro il prossimo anno, e fornire assistenza affinché l’Ucraina prevalga, … Il sostegno politico, economico, finanziario e militare all’Ucraina sarà fornito attraverso la Nato, ma anche in via bilaterale, multilaterale o in altro modo”.
I partecipanti a siffatti vertici sono di tutta evidenza esemplari umani di altra specie, come respirassero zolfo e non ossigeno, membri di un’umanità tenuta biologicamente in vita con bombole all’arsenico. A tali politici, ciò che fa loro difetto è soprattutto il pensiero politico, nel suo significato primo, quale preoccupazione per il bene della polis, vale a dire di tutti i membri di una collettività. Essi sono concentrati esclusivamente sulla tutela del loro miserrimo e inconsistente potere di maggiordomi. Non riescono a ragionare in termini logici. Davanti alle crisi, gli sciocchi pensano ai responsabili (e su questa guerra, ad minimum, i dubbi sono infiniti), i saggi invece studiano le possibili soluzioni. Di questi ultimi nel consesso Nato non si vede l’ombra, mentre il mondo precipita lentamente nel baratro, i giovani continuano a morire e l’Ucraina ad essere distrutta.
Del resto, come tutti sanno ma non dicono gridando, se la Russia dovesse vedere allungarsi l’ombra della sconfitta, è verosimile che ricorrerebbe all’arma atomica. Solo un colpo d’ala, dunque, che non verrà certo dagli gnomi che ci governano, può soccorrere il mondo. Non resta pertanto che attendere l’avvento del cigno nero.
Dal documento emerge insomma un gigantesco vuoto di discernimento da parte di un manipolo di incompetenti eticamente corrotti, piegati agli interessi dei produttori di armi e di psicopatici del potere, che in cambio di briciole economiche, misere carriere e qualche onore effimero, hanno venduto l’anima al demonio.
I governi vogliono le guerre, occorre gridarlo forte, non i popoli, perché questi ultimi sanno bene che nelle guerre a morire è sempre la povera gente.
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