in copertina, foto via Twitter
Poteva Boris Johnson risparmiarsi un’uscita da campagna elettorale sull’attacco sul London Bridge? Certo che no: il Primo ministro ha promesso un pacchetto di riforme che irrigidiscano ulteriormente le misure contro le persone incarcerate per terrorismo o estremismo. Tra le proposte di Johnson c’è di impedire il rilascio anticipato per i carcerati responsabili di quei crimini. (the Guardian)
Le proposte di Johnson arrivano in risposta alle accuse di un ex magistrato, Nazir Afzal, che ha dichiarato di aver “avvisato personalmente” il Primo ministro sul rischio di scarcerare persone che non hanno effettuato un processo di deradicalizzazione. Di fronte alla richiesta di Afzal, Johnson ha spiegato che siccome non aveva ancora scoperto “l’albero dei soldi,” non c’erano risorse per attivare nuovi progetti. (the Independent)
Nel caso specifico, Usman Khan, che avrebbe poi ucciso due persone sul London Bridge, aveva fatto richiesta in prima persona, durante il proprio periodo in prigione, di incontrarsi con uno specialista per la deradicalizzazione. Secondo l’avvocato Vajahat Sharif, Khan è stato probabilmente riformato da altri estremisti nei mesi successivi al suo scarceramento, lo scorso dicembre. (the Guardian)
ITV ha ottenuto la lettera in cui, nel 2012, Khan scriveva al proprio avvocato di non essere più “immaturo,” e che voleva “provarlo alle autorità” partecipando a un programma di deradicalizzazione. L’uomo sarebbe stato tenuto in carcere per altri sei anni, dopo la richiesta, senza incontrare supporto di nessun tipo. (the Telegraph)
I programmi di deradicalizzazione e prevenzione alla radicalizzazione, nel Regno Unito e nel mondo, sono a dir poco controversi, sollevando naturali preoccupazioni per il rispetto per i diritti umani e la libertà d’espressione. La mancanza di commenti sulla validità di questi programmi, a prescindere dalla richiesta di Khan, è un metro efficace di come si sia ristretto lo spazio in cui si può discutere dell’argomento. Questo studio di Gordon Clubb e Ryan O’Connor traccia il percorso di come nel Regno Unito progetti simili siano stati effettivamente normalizzati. (Research Gate)
Secondo il sociologo francese Gérald Bronner, specializzato proprio in fenomeni di radicalizzazione, l’idea stessa di deradicalizzazione è imperfetta. Parlandone nel contesto dell’apertura dei centri di deradicalizzazione in Francia, nel 2016, Bronner spiegava: “Nessuno nella storia della psicologia — nessuno — è mai riuscito a togliere un pensiero dalla testa di una persona, credo sia impossibile. Non serve lavorare a livello di manipolazione (…) ma fare l’esatto opposto: rinforzare il loro ‘sistema immunitario’ intellettuale.” (PUF / the Washington Post, 14/09/2016)
La linea di Johnson è evidentemente semplicista, a prescindere dal valore dei programmi di deradicalizzazione. Ha provato a dare una risposta sensata a riguardo Jeremy Corbyn, rispondendo alle domande di Sophy Ridge con disarmante ragionevolezza: “Dipende da come si sono comportati in prigione.” (Sky News)
Fonte: https://thesubmarine.it/2019/12/01/attentato-london-bridge-deradicalizzazione/
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