Redazionale di Strategic Culture Foundation – Traduzione a cura di Old Hunter
Il mondo è sull’orlo del baratro. La verità è che solo la formidabile potenza di fuoco di Russia e Cina sta mantenendo la pace di fronte alla criminale aggressione degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti si definiscono in termini di somma zero. Il suo mito nazionale – indulgiamo per un attimo a questa assurda arroganza – è quello di essere una nazione eccezionale nella storia del mondo. Pensano di essere il leader indispensabile del “mondo libero”, un esempio di virtù democratica e di possedere la forza militare più potente e benevola che il mondo abbia mai visto. Fortunatamente, molti cittadini americani perbene sanno che si tratta di una sciocchezza propagandistica. Tuttavia, la sua classe politica e i suoi compiacenti mass media considerano gli Stati Uniti come la suprema e unica potenza mondiale. Tutte le altre nazioni devono rendere omaggio a questo egemone provetto. Qui si nasconde una contraddizione fatale. Questa insostenibile definizione è essenziale per giustificare i suoi presunti privilegi. Eppure, così facendo, gli Stati Uniti non riescono ad accettare alcuna autentica uguaglianza o reciproco rispetto, essenziali per relazioni multilaterali pacifiche. Devono essere il capobranco, a tutti i costi. Questa è la definizione dell’imperialismo. I fattori concomitanti sono l’aggressività, la belligeranza, l’illegalità e la doppiezza – ovviamente, il tutto celato da una retorica incredibilmente virtuosa, o in breve, dalla propaganda. I cosiddetti alleati non sono altro che servili lacchè che incrementano le ambizioni globali americane. Di conseguenza, quando il mondo reale non corrisponde alla mitica cognizione di sé stessi degli Stati Uniti, si verifica una crisi esistenziale ineluttabile. Le richieste a somma zero e onnipotenti dell’aspirante egemone non sono realizzabili. In questa situazione, la potenza egemone si comporta come un ubriaco in un bar a cui viene rifiutato un altro drink. Il caos e la violenza sono quasi inevitabili. Il narcisismo americano nega che gli USA siano un impero. Si preferisce fingere che il loro potere sia benigno e molto magnanimo. Pura vanità. Gli USA sono un impero con guarnigioni militari sparse in tutto il mondo per garantire che i loro interessi economici e politici siano rispettati sotto la canna di una pistola. Nessuna nazione ha condotto tante guerre come gli Stati Uniti nei suoi 248 anni di storia. Lo sfruttamento degli alleati e del resto del mondo con la leva finanziaria tramite il dollaro, arbitrariamente designato come principale valuta di riserva globale, è un altro meccanismo di coercizione e predazione neocoloniale delle risorse di altre nazioni. Tuttavia, tutta questa finzione e illusione americana di potere assoluto sta per finire in modo terribile e con conseguenze calamitose. L’impero si sta frammentando e sta fallendo. E questo rappresenta una pericolosa crisi esistenziale. Ci sono abbondanti segnali del crollo. L’Eastern Economic Forum di questa settimana nell’estremo oriente russo è un’altra prova che sta emergendo un mondo multipolare in cui la locomotiva dello sviluppo economico ora si trova in Eurasia e nel Sud del mondo. Gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali non sono più la potenza economica che erano una volta. C’è uno spostamento tettonico diverso e lontano dal controllo minoritario dell’Occidente sull’economia globale secondo un ordine internazionale più giusto e pacifico. La maggioranza delle nazioni del mondo ha ignorato le petulanti richieste di sanzioni alla Russia da parte della cricca nota come Occidente collettivo. Assistiamo giornalmente all’erosione della presunta autorità morale occidentale. Questa convinzione è sempre stata un’espressione neocoloniale. Sempre più spesso il mondo si accorge che l’imperatore occidentale è senza vesti. Ciò che è sempre più evidente è la nuda e cruda verità dello sfruttamento e dell’abuso degli Stati Uniti e dell’Occidente sul resto del pianeta per loro fini egoistici. Ecco perché questa settimana gli Stati Uniti hanno aumentato le sanzioni contro i media russi con l’assurdo pretesto che la Russia sta interferendo nelle prossime elezioni presidenziali americane. L’ipocrisia degli Stati Uniti – incomparabile nelle sue massicce interferenze e nel sabotaggio delle altre nazioni – è palesemente evidente al mondo. L’attacco ai media russi e a quelli indipendenti americani non riguarda le presunte interferenze russe. Si tratta del tentativo dei governanti statunitensi di impedire che in tutto il mondo cresca la consapevolezza della loro ignobile doppiezza e illegalità. In altre parole, le autorità statunitensi e occidentali sono irrimediabilmente distrutte e smascherate dalle loro stesse inutili pretese. Il continuo genocidio israeliano a Gaza, perpetrato dall’Occidente, ha contribuito notevolmente a mettere in luce l’atroce realtà del potere occidentale. C’è stato un tempo in cui gli Stati Uniti e i loro vassalli occidentali potevano dettare i termini e usare la forza militare e finanziaria per imporre i loro obiettivi e volontà. Non è più così, e questo è un segno sicuro della fatale debolezza strutturale dell’asse imperialista occidentale guidato dagli USA. Gli Stati Uniti e i loro lacchè europei pensavano di poter soggiogare la Russia con le sanzioni economiche. La campagna della guerra economica è fallita miseramente. L’economia russa è in crescita grazie ai nuovi mercati dell’Eurasia e del Sud globale. Non è la Russia ad essere stata isolata e indebolita. Paradossalmente, sono gli Stati Uniti e le economie europee a soffrire delle loro stesse macchinazioni. Gli europei sono particolarmente patetici. I leader politici traditori dell’Unione Europea hanno eseguito pedissequamente l’agenda americana di ostilità verso la Russia – e ora le popolazioni europee stanno pagando un prezzo doloroso in termini di turbolenze politiche e recessione economica. Le notizie di questa settimana sulla prevista chiusura della Volkswagen in Germania a causa dell’impennata dei costi dell’energia, sono l’emblema del destino condannato dell’Europa come fedele complice dell’imperialismo statunitense. Un altro segno di uno storico fallimento è il disastro della guerra per procura condotta dagli USA in Ucraina contro la Russia. L’Ucraina è stata distrutta in quella che è diventata la più grande guerra in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale. L’offensiva di Kursk iniziata quattro settimane fa con la pianificazione della NATO è un vicolo cieco per gli americani e gli sponsor europei del regime di Kiev. Il caotico rimpasto del regime di Kiev di questa settimana parla di disperazione, così come il rapido collasso delle difese ucraine nella regione del Donbass. L’idea americana ed europea di infliggere una sconfitta strategica alla Russia per mezzo di una guerra per procura in Ucraina è ormai cenere amara nella bocca dei governanti imperialisti statunitensi. Questo ci porta ai resoconti di questa settimana, secondo cui l’amministrazione Biden starebbe considerando un’altra sconsiderata escalation nella guerra per procura. È stato riferito che Washington starebbe approvando la fornitura al regime neonazista di Kiev di missili JASSM a lungo raggio. Potenzialmente, questi missili da crociera stealth lanciati da aerei hanno una portata tale da colpire Mosca dallo spazio aereo ucraino. Così, l’escalation statunitense e della NATO continua salendo sempre più. In precedenza, le potenze della NATO avevano approvato i missili da crociera HIMARS, ATACMS, Storm Shadow e SCALP e i jet da combattimento F-16. Se Washington procede e dà il via libera alle armi JASSM, questa diventa potenzialmente la goccia che farà traboccare il vaso. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha avvertito questa settimana che le potenze della NATO conoscono la dottrina nucleare russa e perciò non dovrebbero interferire con le linee rosse della Russia. Dmitry Peskov, portavoce del presidente Putin, ha commentato che la Russia non vede limiti all’escalation statunitense. Questo è in parte il motivo per cui Putin, parlando all’Eastern Economic Forum, ha ironicamente deriso la scelta del candidato presidenziale americano definendola irrilevante. Non importa chi sia alla Casa Bianca. L’impero statunitense è in modalità crash. La sua folle sconsideratezza nei confronti della Russia (e della Cina) è sintomatica di un piromane psicotico pronto a bruciare tutto perché in una crisi esistenziale ha sbattuto contro un muro. Il mondo è sull’orlo del precipizio. La verità è che solo la formidabile potenza di fuoco di Russia e Cina sta mantenendo la pace di fronte all’aggressione criminale degli Stati Uniti. Questo non lo leggerete sul New York Times, sul Guardian, alla CNN, alla BBC e così gli altri. Ma questo è parte del lavaggio del cervello dei media occidentali. È per questo che gli organi di informazione non osano affrontare la clamorosa contraddizione per cui gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, i presunti nobili guerrieri che avevano sconfitto la Germania nazista, oggi sponsorizzano i nazisti contro la Russia. La verità di questa apparente contraddizione è che queste potenze imperiali occidentali hanno aiutato segretamente a costruire la Germania nazista negli anni ’30 allo scopo di conquistare l’Unione Sovietica. Alla fine sono state costrette a prendere parte a quella guerra e a neutralizzare il loro mandatario nazista quando il piano per distruggere l’Unione Sovietica è fallito. Il culmine dell’imperialismo guerrafondaio occidentale è di nuovo presente, 80 anni dopo la Seconda Guerra Mondiale. Se i governanti psicopatici degli Stati Uniti e i loro proxy imperialisti occidentali possono essere in qualche modo disarmati e sconfitti senza provocare una catastrofe nucleare globale, allora, ironia della sorte, si prospetta un mondo migliore, più giusto e pacifico. Questa è la condanna definitiva della malattia globale nota come imperialismo occidentale guidato dagli Stati Uniti.
Commenti recenti