Il colonialismo dei coloni
di GABRIELE GERMANI (Canale Telegram)
Il colonialismo dei coloni è fenomeno tipicamente anglosassone che tende spontaneamente al genocidio (Canada, USA, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa e Israele).
Sullo sfondo la relazione tra protestantesimo e predestinazione e quindi separazione tra salvati e dannati alla nascita; non a caso il Sudafrica aveva un substrato di calvinismo boero e la Germania di inizio ‘900 sperimentò i campi di concentramento.
Todd negli studi sulla famiglia nota che in Francia, i figli di algerini (seconda generazione) sposano nel 25% un francese; in Germania per i turchi la cifra scende al 2%.
Da buon antropologo attribuisce questo rapporto alla famiglia.
La famiglia francese (nel Medioevo quella parigina dice lui, influenzata dai Norreni aggiungo io) era una famiglia egualitaria; in cui tutti i figli (talvolta anche le figlie) avevano opportunità eguali o non rigidamente codificate.
Il caso tedesco, specie in Germania del Nord (quella luterana) è opposto: ha di solito prevalso la primogenitura.
Produzione (rapporti economici) e riproduzione (rapporti familiari) rimangono il cuore di ogni società direbbe Marx, il resto sono sovrastrutture che si determinano (o se preferite si correlano).
Nella storia dell’Occidente troviamo un bisogno di oggettività che si manifesta nelle costruzioni storico-ideologiche: il diritto, il metodo scientifico, la tecnica, lo Stato, persino i moderni sistemi elettorali e partitici.
L’Occidente è fusione del pensiero greco (indoeuropeo) e della filosofia ebraica (semitica); in questo l’Occidente include tutto il mondo abramitico, al di là delle origini lontane.
L’Occidente si costruisce sul momento, sull’identità, per noi contano concetti come la coerenza, la verità, il raggiungimento del fine (che sia il paradiso o il socialismo): l’Occidente tende a un fine.
In questo è diverso dall’Oriente che si concentra sul processo, sul divenire: India, Cina, Giappone, sono casi esemplari di coesistenza di elementi per noi incomprensibili (mercato e socialismo; buddhismo e culto mariano; samsara e nirvana).
Fromm lo aveva notato in “Avere o Essere”, anche se forse oggi dovremmo porre “Essere o Divenire” – dove l’Occidente si concentra sullo stato delle cose, l’Oriente sul processo.
La Russia fa la rivoluzione in un dato giorno; la Cina ingaggia un enorme processo di trasformazione dei processi sociali pluridecennale, secolare.
Fonte: https://t.me/gabgerm/2011
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