Gramsci: e’ un errore trascurare i movimenti spontanei
Sulla pagina facebook dell'ARS qualcuno ha pubblicato un brano di Antonio Gramsci tratto dalla pagina che segue. Consiglio di andare a prendere il Quaderno e di leggere l'intero paragrafo. In rete ho reperito i seguenti passaggi, che copio e incollo:
Dell’espressione "spontaneità" si possono dare diverse definizioni, perché il fenomeno cui essa si riferisce è multilaterale. Intanto occorre rilevare che non esiste nella storia la "pura" spontaneità: essa coinciderebbe con la "pura" meccanicità. Nel movimento "più spontaneo" gli elementi di "direzione consapevole" sono semplicemente incontrollabili, non hanno lasciato documento accertabile. Si può dire che l’elemento della spontaneità è perciò caratteristico della "storia delle classi subalterne" e anzi degli elementi più marginali e periferici di queste classi, che non hanno raggiunto la coscienza della classe "per sé" e che perciò non sospettano neanche che la loro storia possa avere una qualsiasi importanza e che abbia un qualsiasi valore lasciarne tracce documentarie. Esiste dunque una "molteplicità" di elementi di "direzione consapevole" in questi movimenti, ma nessuno di essi è predominante, o sorpassa il livello della "scienza popolare" di un determinato strato sociale, del "senso comune" ossia della concezione del mondo [tradizionale] di quel determinato strato. […]
[L’]unità della "spontaneità" e della "direzione consapevole", ossia della "disciplina" è appunto la azione politica reale delle classi subalterne, in quanto politica di massa e non semplice avventura di gruppi che si richiamano alla massa. Si presenta una quistione teorica fondamentale, a questo proposito: la teoria moderna può essere in opposizione con i sentimenti "spontanei" delle masse? ("spontanei" nel senso che non dovuti a un’attività educatrice sistematica da parte di un gruppo dirigente già consapevole, ma formatosi attraverso l’esperienza quotidiana illuminata dal "senso comune" cioè dalla concezione tradizionale popolare del mondo, quello che molto pedestremente si chiama "istinto" e non è anch’esso che un’acquisizione storica primitiva ed elementare). Non può essere in opposizione: tra di essi c’è differenza "quantitativa", di grado, non di qualità: deve essere possibile una "riduzione", per così dire, reciproca, un passaggio dagli uni all’altra e viceversa.
[…] Trascurare e peggio disprezzare i movimenti così detti “spontanei”, cioè rinunziare a dar loro una direzione consapevole, ad elevarli ad un piano superiore inserendoli nella politica, può avere spesso conseguenze molto serie e gravi. Avviene quasi sempre che a un movimento “spontaneo” delle classi subalterne si accompagna un movimento reazionario della destra della classe dominante, per motivi concomitanti: una crisi economica, per esempio, determina malcontento nelle classi subalterne e movimenti spontanei di massa da una parte. Dall’altra parte determina complotti dei gruppi reazionari che approfittano dell’indebolimento obbiettivo del governo per tentare dei colpi di Stato. Tra le cause efficienti di questi colpi di Stato è da porre la rinunzia dei gruppi responsabili [dei comunisti, ndr] a dare una direzione consapevole ai moti spontanei e a farli diventare quindi un fattore politico positivo. (…) Esempio dei Vespri siciliani [marzo – aprile 1282, ndr] e discussioni degli storici per accertare se si trattò di movimento spontaneo o di movimento concertato: mi pare che i due elementi si siano combinati nei Vespri siciliani, la insurrezione spontanea del popolo siciliano contro i provenzali [di Carlo d’Angiò, ndr], estesasi rapidamente, tanto da dare l’impressione della simultaneità e quindi del concerto esistente, per l’oppressione diventata ormai intollerabile su tutta l’area nazionale, e l’elemento consapevole di varia importanza ed efficienza, con il prevalere della congiura di Giovanni da Procida con gli Aragonesi. Altri esempi si possono trarre da tutte le rivoluzioni passate in cui le classi subalterne erano parecchie, e gerarchizzate dalla posizione economica e dall’omogeneità. I movimenti “spontanei” degli strati popolari più vasti rendono possibile l’avvento al potere della classe subalterna più progredita, per l’indebolimento obbiettivo dello Stato. Questo è ancora un esempio “progressivo”. Ma sono, nel mondo moderno, più frequenti gli esempi regressivi.
La concezione storico-politica scolastica e accademica [i comunisti dogmatici, ndr], per cui è reale e degno solo quel moto che è consapevole al cento per cento e che anzi è determinato da un piano minutamente tracciato in antecedenza o che corrisponde (ciò che è lo stesso) alla teoria astratta. Ma la realtà è ricca delle combinazioni più bizzarre ed è il teorico che deve in questa bizzarria rintracciare la riprova della sua teoria, “tradurre” in linguaggio teorico gli elementi della vita storica, e non viceversa la realtà presentarsi secondo lo schema astratto. Questo non avverrà mai e quindi questa concezione non è che una espressione di passività. (Leonardo [da Vinci] sapeva trovare il numero in tutte le manifestazioni della vita cosmica, anche quando gli occhi profani non vedevano che arbitrio e disordine).
Quaderno 3 § 48 Passato e Presente. Spontaneità e direzione consapevole, ed Einaudi, 2007, 328 ss.
a torino lunedì primo giorno di proteste e di sciopero tutti i negozi del centro erano chiusi.altro che spontaneismo anarcoiode! non bisogna farsi influenzare dalla cronaca FAZIOSA dei media di regime e neppure da certe interpretazioni "elitarie", per quanto dalla "nostra" parte.la rabbia contro l'IMPOVERIMENTO generale delle politiche euriste sta montando.
piuttosto , bisogna che si focalizzi con chiarezza a livello popolare l'obiettivo, fuoriuscita dall'euro, e si smascheri il partito (azienda) della truffa, pronto a cavalcare emotivamente la frustazione popolare, con operazioni di mero marketing politico-pubblicitario, al servizio dell'iper-liberismo eruristaa torino lunedì primo giorno di proteste e di sciopero tutti i negozi del centro erano chiusi.altro che spontaneismo anarcoiode! non bisogna farsi influenzare dalla cronaca FAZIOSA dei media di regime e neppure da certe interpretazioni "elitarie", per quanto dalla "nostra" parte.la rabbia contro l'IMPOVERIMENTO generale delle politiche euriste sta montando.
piuttosto , bisogna che si focalizzi con chiarezza a livello popolare l'obiettivo, fuoriuscita dall'euro, e si smascheri il partito (azienda) della truffa, pronto a cavalcare emotivamente la frustazione popolare, con operazioni di mero marketing politico-pubblicitario, al servizio dell'iper-liberismo erurista