Eurasia: quando il neofascismo è filo-russo
di GEORGY STEFANOV (rivista Sollevazione)
I comunisti russi dissero che la rivolta di Euromaidan fu totalmente egemonizzata dai neo-fascisti dell’estrema destra ucraina, ultras da stadio della Dinamo Kiev, ma anche di altri soccer club ucraini e dai militanti del Tridente neobanderista, poi proprio nel corso dell’insurrezione connotatosi come Pravy Sektor. Un giudizio sproporzionato, visto che la spinta di Euromaidan ha portato al potere cricche oligarchiche neoliberiste (della medesima natura di quelle che spadroneggiano a Mosca) sostenute da Usa, NATO e Unione europea.
Con l’uscita di scena del carismatico leader D. Yarosh, Pravy Sektor ha di recente perso il pezzo da novanta, ma continua la sua battaglia banderista, ora con l’obbiettivo della conquista della Crimea. D. Yarosh si auto-rappresenta ora come un nazionalista ucraino moderato, che anela ad un ruolo di punta sulla scena politica ucraina quale possibile alternativa credibile al campo politico ucraino che vuole l’ingresso nella UE e nella Nato, rispetto a cui Yarosh sembra ancora critico.
I comunisti occidentali, da parte loro, dipingono i neo-fascisti ucraini come fantocci e braccio armato dell’intelligence statunitense. Questo è solo in parte vero, per non dire quasi per nulla vero. Certo, all’inizio della rivolta di Maidan, i neonazisti si erano illusi di potere godere del pieno appoggio delle potenze imperialiste occidentali e della NATO.
Il Congresso americano ha poi, in almeno due casi, condannato come estremamente pericolosi per lo sviluppo della democrazia in Ucraina gruppi della Destra radicale come Pravy Sektor e il Battaglione Azov, poi inquadrato nella Guardia nazionale ucraina, ed ha ha assolutamente proibito la vendita di armi ai militanti di questi gruppi. L’Interpol ha messo al bando i nomi dei leader della rivolta fascista di Kiev, cosa che, a ben vedere, non è mai stata fatta con i leader della Resistenza del Donbass.
Ciò non toglie che se Pravy Sektor ed Azov continuano ad avere un forte seguito tra la gioventù neobanderista ucraina, ciò si deve soprattutto al fatto che son disposti a fare il “lavoro sporco” per un settore dei servizi segreti ucraini (SBU), quello alle dirette dipendenze di Anton Gerashchenko ministro degli interni della giunta di Kiev, resosi protagonista nello scorso ottobre di una sparata che ha suscitato il clamore mondiale, in quanto diceva di sostenere, contro i russi, anche lo Stato Islamico.
Alle dirette dipendenze di questo ministero operava (o opera?) lo strano raggruppamento “Ombre” di Anton Gladky, resosi protagonista di una millantata operazione militare contro un generale russo, ma quasi sicuramente responsabile dell’omicidio del comandante antifascista Mozgovoj. Nell’autentica guerra per bande che caratterizza la Giunta di Kiev, solo con forzature si può insomma identificare nell’Azov un reparto militare filo-americano. Certamente, lo può essere indirettamente nella logica di guerra fredda che sembra di nuovo aprirsi tra Mosca e Usa.
Diversi militanti neo-fascisti di Pravy Sektor sono stati arrestati in seguito a pesanti scontri con le forze dell’ordine ucraine (con vittime nelle file di queste ultime), in seguito alle rivolte di questi ultimi dell’agosto e del settembre 2015. Azov, essendo inquadrato nella Guardia nazionale, si è invece ritagliato uno spazio di autonomia strategica; questo non ha impedito comunque al suo leader Andriy Biletsky, di dichiarare la sua chiara appartenenza alla corrente del nazifascismo europeo, come si evince anche dal manifesto programmatico e dalla runa nazista usata come simbolo del gruppo.
Volontari affluiscono verso Azov non solo da tutta Europa —i croati fanno la parte del leone, ma non mancano nutrite schiere di francesi, spagnoli, svedesi, polacchi, lituani, lettoni e estoni, qualche italiano…— ma soprattutto dalla Russia, dove non è possibile stabilire, conoscere numero ed identità dei volontari neo-fascisti russi andati a combattere coi loro camerati ucraini. A parte la famosa storia di due ex ufficiali dell’intelligence di Mosca, che hanno disertato dopo l’inizio della Resistenza del Donbass a causa delle loro simpatie filonaziste, si può conoscere la storia di questi volontari solo dopo la loro morte. Già a decine sono caduti.
Significativa la storia di Sergiy Grek, volontario russo in Azov, morto dopo l’esplosione di una mina, che è stato riconosciuto per il tatuaggio con il volto di Mussolini che aveva sul collo. Rispondendo ad interviste di giornalisti internazionali, questi volontari russi si proclamano apertamente nazisti, descrivono la Russia odierna come una nazione vittima di materialismo e miraggi di occidental-comunismo ed in mano a invisibili e sognate oligarchie capitaliste ebraiche.
Il leader di Azov, non a caso, da buon propagandista, in vari suoi discorsi, saluta i “camerati russi detenuti o perseguitati da un regime russofobo di occupazione sionista” [riferimento a Putin, ndr.]. Se per Yarosh (Rivoluzione nazionale ucraina) l’Euromaidan è servito a ritagliarsi un consistente spazio di autonomia militare con Azov ed a liquidare la corrente filo-russa del Partito delle Regioni, l’Euromaidan per i neo-fascisti è stato un successo solo parziale.
Come si sa, i comunisti filo-russi in Ucraina, macchiatisi di un acritico sostegno al passato regime corrotto, sono stati praticamente messi al bando e non hanno più spazi di manovra. La loro sconfitta è stata totale. La grande maggioranza dei movimenti a vario titolo neo-fascisti è invece schierata, accanto ad altri partiti di destra, dall’altra parte della barricata, ovvero dalla parte delle Repubbliche del Donbass.
Degno di nota il tentativo dell’ideologo di Rodina (Madrepatria), Yuriy Lyubomirskiy, che ha fondato il Movimento nazional-conservatore mondiale. L’idea-mito di Lyubomirskiy è l’Eurasia, di conseguenza l’obbiettivo politico è raccogliere, in un’internazionale euroasiatista, non solo neo-fascisti e nazisti, ma tutte le destre anti-americane e filo-russe. L’orizzonte euroasiatista conta infatti seguaci in numerosi paesi europei.
Il quadro si è chiarificato dopo il Forum per i valori tradizionali (marzo 2015, S. Pietroburgo) promosso da Dmitriy Rogozin, esponente di punta di Rodina e, sembra, vicinissimo a Putin. Moltissime forze europee neo-fasciste hanno espresso senza esitazioni il proprio sostegno alla Resistenza del Donbass”. Del resto non è un mistero che in Donbass combattono contro gli ucraini le milizie Vilking o Rusich, che non nascondono, dietro il mito dell’Eurasia, le loro radici ideali nazionaliste grandi-russe e neo-fasciste.
Per l’Italia erano in Russia, in missione a fianco del Donbass, esponenti di Millennium, della Lega Nord e di Forza Nuova; Nuova Destra per la Romania; per la Grecia naturalmente Alba Dorata; per la Germania il Partito Nazionaldemocratico e Pegida; per la Gran Bretagna il National Party. Il rapporto tra il Cremlino e il Front National francese è ormai stabile e organico, così come quello con Jobbik dell’estrema destra ungherese. L’estrema destra cetnica serba è tutta con il Donbass. In Polonia c’è il filorusso Kongres Novej Pravicy. di Michal Marusik. In Austria il FPÖ non nasconde le sue simpatie per Putin. Stesso vale in Gran Bretagna per l’UKIP. In Belgio per il Flamish Interes. In Lituania per il Partito dell’ordine e della Giustizia di Rolandas Paksas.
Rodina, nonostante il Forum di marzo 2015 abbia deluso le aspettative, ha continuato sulla strada del sostegno all’estrema destra europea che sostiene il Donbass. Il Movimento nazional-conservatore mondiale —che conta seguaci anche in Usa, in Cile, in Cina ed in Mongolia—, non poteva essere diversamente, sostiene apertamente l’intervento russo in Siria, lì dove l’eurasiatismo precipita in manifesta islamofobia.
Bene, Russi e filorussi guerrafondai, fascisti e islamofobi. Meno male che in Italia sono del tutto minoritari, mentre siamo protetti e salvati dalla democrazia USA.
I fasci, i fasci, ce stanno i fasciiiiii!!!!
Chi lotta contro l’impero mondiale delle multinazionali a stelle e strisce si rivolge naturalmente al suo principale avversario. Le sinistre non ci si rivolgono perché non hanno alcuna intenzione di lottare seriamente contro la dittatura plutocratica. Vorrebbero emendarla di qualche suo erroruccio lsciandone in piedi la struttura.
Nella misura in cui sanno benissimo che ciò è irrealizzabile, si rifugiano nelle loro fantasie riformatrici e scelgono lo status quo (partecipando attivamente alla spartizione della torta, fortunatamente sempre più risicata).
Percepiscono anche troppo bene che il crollo degli USA segnerà il crollo dell’inciviltà umanista che appesta le nostre vite.
Vabbè, per la serie il più pulito c’ha la rogna. Ma tanto da quello che si capisce si faranno fuori da soli visto che gli ucraini neo-nazisti stanno contro “Putin l’ebreo” mentre tutti gli altri a favore.
Simpatica poi la sigla: “Movimento nazional-conservatore mondiale”, è proprio quel mondiale che mi fa sorridere, e poi non dovevo dire che anche in certi gruppi politici risentono di manco troppo nascosti rigurgiti mondialisti.
Un conto è vedere ovunque fascisti e fascismo e giungere ad affermare autentiche sciocchezze come “Monti è fascista” Berlusconiè fascista” D’Alema è fascista” o l’euro è fascista”, una inclinanzione demenziale nella maggior parte dei casi e propagandistica negli altri.
Un conto è non vedere veri fascisti che si sono dati una organizzazione capace di compiere azioni politicamente e militarmente rilevanti.
Lorenzo i fascisti in Ucraina hanno agito se non per conto certamente nell’interesse dei liberali. Perciò sono stati peggio della sinistra, anche da questo semplice punto di vista.
Stefano, ciò che voglio dire è che ormai è solo la destra a svolgere un ruolo antisistema, dove il sistema sono gli USA che tengono assieme tutto il resto (compresa la dis-unione europea). Di qui l’alleanza con Putin.
La destra ucraina è ovviamente un caso particolare perché lì l’ostilità verso l’ex-occupante russo domina tutto.
In linea di principio è vero (anche se la le Pen o Orban sono più conservatori che politici di destra). Ma adesso arriveranno i sovranisti :)
Appunto, ma allora perche’ certi etichettano la Le Pen o Orban come “fascisti”?
Se è per questo c’era anche gente che etichettava Bertinotti e Pannella come “fascisti”, il punto però è un altro, è che il penisero antagonista-sclerotizzato, di qualunque orientamento ideologico, ha bisogno per sopravvivere dello sdoganamento. Se tu vai dagli ultraliberisti del Tea Party ti diranno che tutto è comunismo, la Tatcher era comunista, la Svezia è comunista, il Papa è comunista, Bagnai è comunista, Borghi è comunista (perchè va ai convegni di Bagnai che è comunista), Boldrin è comunista (perchè va ai convegni di Bagnai che è comunista), Zingales è comunista (perchè è contro l’evasione fiscale, e chi è contro l’evasione fiscale è per forza di cose COMUNISTA).
Per non parlare poi degli anticomunisti viscerali di dx radicale che anch’essi vedono comunisti in ogni dove (non ti piace il Duce? Comunista!! Non ti piace Berlusconi? Comunista!!)
La mia ovviamente non è una giustificazione nè per l’uno nè per gli altri, ma solo la drammatica constatazione che l’antimainstream è ancora più idiotista del mainstream
Stefano, so che non hai una grande opinione del sottoscritto, ma dato che il viceversa non è vero ti invito a riflettere su questo articolo.
Si parte dicendo che ci sono i FASCIIIIIIIIII che sono contro Putin, per poi dire che i FASCIIIIIII sono pro Putin, con alcune capriole retoriche abbastanza discutibili.
Fra cui l’idea che l’anti-islamismo si annidi un un movimento che conta islamici fra le sue file.
Ma anche il vedere questa “internazionale nera” fa ridere i polli.
è la tipica sindrome da accerchiamento tipica dei comunisti che a guerra finita impregnavano ancora di sangue la valle padana per paura che i FASCIIIIII potessero fare chissà cosa.
Lorenzo ha ragione, salvo sul continuare ad usare la parola “destra”.
è una parola abusata e stupida, che pretende di mettere Churchill, Mussolini, Valera e Dend Xiaoping nello stesso calderone.
Esiste una parte della cosiddetta “sinistra” (altra parola stupida) che si sta lentamente avvicinando a certe tematiche, e di cui l’ARS fa parte?
Benissimo.
Allora, umiltà e rispetto per chi ci è arrivato prima, e soprattutto un bel vaffanculo carpiato per gli amichetti del cuoco trotzkista.
Ma è pur vero che se dx e sx non esistono non è affatto detto che anche altre dicotomie alternative esistono. Prendiamo quella “alto” “basso”, neanche questa dicotomia esiste perchè anche i bassi nel loro piccolo si credono alti; così come non esiste la dicotomia (questa a mio avviso la più idiota di tutte) umanisti/scienziati, visto che gli umanisti nel loro piccolo si credono scienziati.