Esiste per l'Italia una via d'uscita dalle guerre della Nato? La risposta arriva da Margarita (Venezuela)
di L’ANTIDIPLOMATICO (Patrick Boylan)
Se l’Italia si trova coinvolta in sempre più guerre, non è soltanto perché fa parte della NATO e quindi ha il “dovere” (se non legale, “morale”) di sostenere le azioni militari che l’alleato USA intraprende ovunque nel mondo… per interessi suoi.
E’ anche perché si trova intrappolata in reti commerciali “atlantiche” e invischiata in accordi diplomatici “atlantici”, che limitano gran parte della sua indipendenza ed autonomia d’azione. In pratica, si trova vincolata dalla logica degli schieramenti.
Ma una via di uscita c’è.
Sul piano militare, esistono molteplici percorsi per uscire dalla NATO. Uno è stato tracciato nel convegno della Rete NoWar-Roma di due anni fa, illustrato in questo documento.
In quanto alle reti commerciali “atlantiche”, per non trovarsi irrimediabilmente intrappolata, l’Italia può, da una parte, respingere il TTIP e gli accordi simili (vedi qui e qui) e, dall’altra parte, creare sempre più partenariati con i paesi cosiddetti BRICS e con le zone economiche africane come il Tripartite Free Trade Area e la Communauté Économique des États de l’Afrique Centrale.
Infine, per attenuare (o anche spezzare) i soffocanti vincoli diplomatici “atlantici”, l’Italia ha l’opzione di entrare, a titolo parziale o pieno, nella grande comunità delle nazioni non allineate,le quali hanno tenuto il loro 17° vertice lo scorso 17 e 18 settembre sull’Isola di Margarita nella Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Ma cosa comporterebbe essere “non allineati” oggi? E che tipo di politica estera sarebbe possibile adottare se l’Italia facesse parte del Movimento dei Paesi Non Allineati?
Per avere un’idea precisa, PeaceLink offre ai suoi lettori, grazie alla cortesia dell’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia, la traduzione, in lingua italiana, della Dichiarazione Finale del 17° vertice. Essa traccia una politica estera basata sulla cooperazione anziché sulle contrapposizioni tra schieramenti, che anche l’Italia avrebbe ogni interesse ad adottare.
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