di MARCELLO FOA
Stamattina alla radio ho sentito magnificare il colloquio tra Obama e Trump e ancora una volta i media tradizionali dimostrano di non capire la politica americana così come non hanno saputo capire e interpretare la campagna elettorale.
Le parole pronunciate nella brevissima sessione con i giornalisti in cui entrambi hanno espresso stima reciproca nell’interesse del Paese sono rituali e, per il passaggio dei poteri, obbligate.
La mimica, in queste occasioni, vale più di ogni altri commento. Ho guardato la sequenza delle foto e solo una volta Obama sorride ma senza spontaneità. Osservate queste immagini, guardate l’espressione sul volto di Barack, è quella di un uomo che non riesce mascherare il proprio disappunto, la propria disistima per la persona che gli sta davanti
Sul volto di Obama è scolpita la sconfitta che non è solo personale, è quella di un establshment che ha governato gli Usa per per 24 anni, da Bill Clinton in avanti, e che ora viene accompagnato alla porta.
Sul volto di Obama è scolpita la consapevolezza – anzi, la paura – che un’epoca si sia davvero chiusa. E non è certo una cattiva notizia per il mondo.
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