Somalia, dalla battaglia di Mogadiscio al nuovo presidente: timeline
di LOOKOUT NEWS
Dalla disfatta americana del 1993 all’elezione di Mohamed Abdullahi Mohamed a capo dello Stato, passando per le missioni ONU e l’avanzata di Al Shabaab: i momenti chiave di un Paese perennemente in guerra.
1993, battaglia di Mogadiscio: nel tentativo di sedare gli scontri tra i contingenti della missione delle Nazioni Unite UNOSOM II (United Nations Operation in Somalia) e milizie agli ordini dei signori della guerra locali gli USA perdono 18 soldati. La disfatta verrà raccontata nel film Black Hawk Down di Ridley Scott.
1995: I caschi blu della missione UNOSOM II sono costretti a ritirarsi da Mogadiscio.
1998: La regione del Puntland si dichiara autonomia dal governo di Mogadiscio.
2000: Abdulkassim Salat Hassan viene eletto presidente. Il premier Ali Khalif Gelayadh annuncia la formazione di un governo transitorio, il primo nel Paese dal 1991.
2004: al 14° tentativo viene eletto in Kenya un nuovo governo di transizione, Abdullahi Yusuf viene eletto nuovo presidente.
2005, febbraio-giugno: i membri del governo e del parlamento somalo interrompono l’esilio forzato in Kenya iniziando a far rientro in Somalia.
2005: il nuovo premier Ali Mohammed Ghedi sopravvive a un attentato a Mogadiscio.
2006: il parlamento di transizione si riunisce nella città centrale somala di Baidoa per la prima volta da quando ha assunto i poteri nel 2004.
2006, marzo-maggio: decine di persone vengono uccise e centinaia ferite in scontri tra milizie rivali a Mogadiscio.
2006, giugno-luglio: le milizie fedeli all’Unione delle Corti Islamiche prendono il controllo di Mogadiscio e di altre vaste aree del sud della Somalia dopo aver scacciato signori della guerra e clan locali.
2006, settembre: il governo di transizione e l’Unione delle Corti Islamiche avviano i primi colloqui di pace a Khartoum in Sudan. Il presidente Abdullahi Yusuf scampa a un attentato suicida all’esterno della sede del parlamento a Baidoa. Dall’ala estremista dell’Unione delle Corti Islamiche nasce il gruppo Al Shabaab (“La Gioventù”). Obiettivo della formazione jihadista è rovesciare il governo di Mogadiscio e imporre la Sharia in tutto il Paese, secondo una versione radicale dell’Islam.
2006, dicembre: il governo transitorio, supportato dall’esercito etiope, riprende il controllo di Mogadiscio costringendo gli islamisti a battere ritirata.
2007, gennaio: gli islamisti abbandonano il porto meridionale di Kismayo. Il presidente Abdullahi Yusuf entra a Mogadiscio per la prima volta dal suo insediamento nel 2004. Gli USA effettuano raid aerei con droni nel sud della Somalia contro i militanti di Al Qaeda. È il loro primo intervento militare ufficiale dal 1993.
2007, marzo: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite autorizza una missione di pace dell’Unione Africana (AMISOM, African Union Mission in Somalia). Le truppe africane entrano a Mogadiscio per sedare gli scontri tra ribelli islamisti e forze governative appoggiate dall’esercito etiope.
2008: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite consente ai Paesi ONU di inviare navi da guerra nelle acque territoriali somale per fermare gli assalti dei pirati.
2009, gennaio: l’Etiopia completa il ritiro delle truppe dalla Somalia. Al Shabab di Baidoa, ex sede del governo. Riunito a Gibuti, il parlamento elegge nuovo presidente il musulmano moderato Sheikh Sharif Sheikh Ahmed, ex presidente dell’Unione delle Corti Islamiche. Il mandato del governo di transizione viene esteso per altri due anni.
2009, maggio: Al Shabab lancia un nuovo attacco a Mogadiscio, avanza nel sud del Paese e riprende il porto meridionale di Kismayo dopo aver sconfitto le milizie rivali Hizbul-Islam.
2010: Al Shabab dichiara ufficialmente l’alleanza con Al Qaeda.
2011: le truppe del Kenya entrano nuovamente in Somalia per attaccare i ribelli islamisti con l’accusa di essere autori dei numerosi rapimenti di stranieri avvenuto in territorio kenyota. Gli USA intensificano i raid con droni. Le truppe etiopi entrano nella città centrale somala di Guriel.
2012, febbraio-maggio: Al Shabab perde le città chiave di Baidoa e Afgoye.
2012, agosto-settembre: all’aeroporto di Mogadiscio presta giuramento il nuovo parlamento, ponendo fine a ottono anni di governo transitorio. Le forze governative riprendono il controllo del porto di Merca a sud di Mogadiscio che era in mano ad Al Shabaab. Viene eletto presidente Hassan Sheikh Mohamud.
2012, ottobre: le forze dell’Unione Africana e del governo riconquistano Chisimaio, l’ultima grande città ad Al-Shabab in cui si trova il secondo più grande porto del paese. Viene ripreso il controllo anche della città di Wanla Weyn a nord ovest di Mogadiscio.
2013, giugno: il leader di Al Shabab, lo sceicco Hassan Dahir Aweys, viene catturato dalle truppe governative dopo essere stato estromesso dalla guida del gruppo dal nuovo capo Ahmed Abdi Godane.
2013, settembre: Al Shabab compie una strage in un centro commerciale a Nairobi, in Kenya, uccidendo 60 persone in segno di ritorsione per l’intervento militare del Kenya in Somalia.
2014, maggio-giugno: Al Shabab rivendica una serie di attacchi a Gibuti e in Kenya;
2014, settembre: il leader di Al Shabab Ahmed Abdi Godane viene ucciso in un raid di un drone USA. Il governo americano mette una taglia di 2 milioni di dollari sul suo successore Ahmad Omar.
2015, aprile: Al Shabab rivendica l’attacco al campus universitario di Garissa nel nord del Kenya. Le vittime sono 148.
2016, febbraio: le truppe governative e dell’Unione Africana riconquistano il porto meridionale di Merca che erano finito sotto il controllo di Al Shabab.
2016, novembre: i leader delle due regioni autonomiste somale di Puntland e di Galmudug si impegnano a rispettare un cessate il fuoco nella città contesa di Galkayo.
2017, gennaio: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump con un ordine esecutivo blocca l’ingresso in America di tutti i rifugiati per 120 giorni e sospende per 90 giorni l’ingresso degli immigrati provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana: nella lista insieme a Iran, Iraq, Yemen, Libia, Sudan e Siria c’è anche la Somalia.
2017, febbraio: Mohamed Abdullahi Mohamed, meglio conosciuto come Farmajo, viene eletto nuovo presidente. Al ballottaggio con 184 voti ha battuto l’uscente Sheikh Mohamud (97 preferenze). Il voto si è tenuto all’interno di un compound di massima sicurezza all’interno dell’aeroporto di Mogadiscio per il timore che ci potessero essere attentati di Al Shabaab. Non si è votato per suffragio universale bensì secondo un sistema di quote assegnate ai clan. I rappresentanti di 135 gruppi etnici hanno scelto 14.025 delegati, che a loro volta hanno votato 275 membri del parlamento e 54 senatori. Sono stati quest’ultimi a elegge con voto segreto il presidente.
Fonte: http://www.lookoutnews.it/somalia-al-shabaab-timeline/
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