di ORIZZONTE48 (Luciano Barra Caracciolo)
Questa situazione, a dir poco angosciante, tuttavia, mi spinge a cercare di rammentare la “rotta” unica e possibile per giungere alla salvezza democratica del paese.
E, trattandosi in definitiva di una
rivendicazione di legalità costituzionale, che è la pregiudiziale assoluta di qualsiasi soluzione pratica – nonché di qualunque “composizione” delle forze, non controllabili, che si agitano sullo scenario internazionale-, premetto da subito
le parole di Lelio Basso, semplici e paradigmatiche per quanto concerne il cuore del problema che la Nazione italiana si trova ad affrontare, (volente o nolente):
“…penso che la battaglia per la democrazia nei singoli paesi debba essere prioritaria rispetto ai fini federalisti…ci sono cose che vanno, secondo me, profondamente meditate. A me, se così posso dire, la sovranità nazionale non interessa; però c’è una cosa che mi interessa: è la sovranità democratica… Nella Costituzione abbiamo scritto, nel primo articolo: “L’Italia è una Repubblica democratica”; poi abbiamo aggiunto quelle parole forse sovrabbondanti “fondata sul lavoro”; e poi abbiamo ancora affermato il concetto che la “sovranità appartiene al popolo”.
Sembra una frase di stile e non lo è. Le costituzioni in genere hanno sempre detto “la sovranità emana dal popolo” “risiede nel popolo”; ma un’affermazione così rigorosa, come “la sovranità appartiene al popolo che la esercita” era una novità arditissima. Contro la concezione tedesca della “sovranità statale”, di quella francese della “sovranità nazionale”, noi abbiamo affermato la “sovranità popolare” quindi democratica. A questo tipo di sovranità io tengo…” [37]. La sovranità costituzionale è tutto.
(L. BASSO, Consensi e riserve sul federalismo, L’Europa, 15-30 giugno 1973, n. 10/11, 109.118).
2. Non farò quindi a seguire un lungo discorso: quello che è stato appena riportato non ha un grande bisogno di spiegazioni ulteriori e, ormai, qualunque lettore dovrebbe essere in grado di decifrarne la portata fondamentale.
3. Quindi, i presupposti per un recupero della sovranità correttamente intesa, passano oggi per:
b) il definitivo chiarimento del
ruolo della banca centrale e dei suoi corollari, troppo spesso dati
per scontati e che scontati non sono affatto (specie negli scenari terroristici di exit);
c) non scevro, ormai, tutto questo, data la “costituzione materiale” reclamata dalla vasta e variegata maggioranza dell’offerta politica €uropeista, da una proposta di revisione costituzionale chirurgica sull’art.11 Cost, sull’art.139, sulla funzione legislativa e sullo stesso ruolo di garanzia e responsabilità, rispetto al prevalente “vincolo costituzionale” (
qui, p.7) del presidente della Repubblica (che è ormai un garante del vincolo esterno da circa 30 anni);
d)
last but not least,
un seria attuazione dell’art.21 Cost., mediante un’opportuna e non più rinviabile legge: l’offerta di “informazione” va regolata rimuovendo ogni barriera all’accesso, ma anche la domanda va “garantita” con effettività, perché la libertà di stampa in senso liberale (cioè inevitabilmente controllata dall’oligarchia
delle “idee dominanti“), con ogni evidenza, non basta più a garantire il processo democratico informato.4. Tutto questo consente di svolgere un’azione indipendente dall’indicare questa o quella soluzione al problema monetario o a quello della “riforma” o “rifondazione” dei trattati:
l’importante è che QUALSIASI soluzione sia preventivamente imbrigliata in un chiaro quadro di legalità costituzionale, in modo che tutto questo non possa ripetersi mai più.
Assicurarsi questo
fire-wall istituzionale e costituzionale, e portatolo avanti fino alla diffusa consapevolezza, consente di
arrivare POI a qualsiasi trattativa economico-internazionale in condizioni di sicurezza per l’interesse nazionale, rendendolo comprensibile e appetibile alla massa degli elettori: cioè al popolo sovrano in base
all’art.1 Cost. e
perseguendo le finalità fondamentali della nostra Costituzione.
5. E quanto ora detto vale, a maggior ragione, nel caso in cui
la situazione negli USA sfugga di mano ai “mercati” – tentati dall’idea di addossare a Trump quell’inevitabile
scoppio della bolla che continuano impunemente ad alimentare- e l’intero mondo globalizzato,
intrecciato in una follia senza precedenti, ripiombi nelle spire di
una nuova grande crisi economico-finanziaria.
Naturalmente, semmai ci fosse bisogno di ripeterlo, tutto questo è detto “a futura memoria”: essere inascoltati è un fatto praticamente scontato.
(By the way: cercate di leggere i links, per quanto possibile…)
fonte: http://orizzonte48.blogspot.it/2017/02/le-priorita-della-sovranita-democratica.html
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