Intervista a La Grassa sul quotidiano La Verità, con precisazione di La Grassa
PICCOLA PRESISAZIONE, di GLG
E’ uscita oggi (18 aprile) su “La Verità” la recensione di Piero Laporta a “L’illusione perduta”, sotto forma di intervista al sottoscritto. Lo ringrazio con calore per quella che è di fatto una sentita e precisa sintesi del libro. Desidero ricordare che da tempo immemorabile tutti i fottutissimi intellettualoidi di “sinistra”, anche alcuni finti ultrarivoluzionari, mi hanno sempre silenziato e ignorato. Debbo però fare una precisazione in merito al titolo messo dal giornale (e, direi, logicamente tenuto conto dell’orientamento). Vi si afferma che, secondo me, bisogna diffidare di chi E’ comunista. Non è così; io dico che bisogna diffidare di chi SI DICE comunista. Mi sembra che la differenza sia sostanziale.
Naturalmente, il libro è anche scritto per fare un bilancio di oltre un secolo e mezzo di storia (e di teoria soprattutto), dalla pubblicazione del “Manifesto del partito comunista” (1848) ad oggi. Un bilancio senza esaltazioni e con massima lucidità, che non può non concludere per l’ormai avvenuta fine (e non da pochi anni) di quel processo storico che viene, molto imprecisamente, definito comunista. E con la conclusione si deve infine riconoscere, proprio nel centenario della “Rivoluzione d’ottobre”, che non c’è stata alcuna rivoluzione proletaria né l’inizio della pretesa “costruzione del socialismo”. Si deve ammettere la totale illusione che la “Classe Operaia” fosse il soggetto di una transizione dal capitalismo (che Lenin credeva un secolo fa giunto alla sua “ultima fase imperialistica”) al comunismo, transitando appunto per il socialismo. Questa classe (che del resto in Marx non era quella pensata dai marxisti successivi, bensì il corpo complessivo dei produttori associati, “dal primo dirigente all’ultimo giornaliero”) non ha mai avuto un carattere rivoluzionario, ma solo di lotta sindacale per migliori condizioni di vita e di lavoro, salvo alcuni periodi di conflitto più acuto nella fase di passaggio dalla “campagna” alla “fabbrica”. Poi si è adattata alla riproduzione dei rapporti capitalistici, pretendendo di partecipare decisamente alla distribuzione del prodotto in senso a lei meno sfavorevole.
Detto questo, sia chiaro che io non solo non disprezzo gli eventi fondamentali dell’ottobre del 1917, ma li valuto in modo decisamente positivo pur senza l’enfasi e la retorica di tanti anni fa. E’ stata una rivoluzione sostanzialmente contadina e guidata da una élite rivoluzionaria assai preparata e ben organizzata, che ha dovuto tuttavia approfittare della completa crisi delle vecchie istituzioni che per secoli avevano retto la Russia (e in ciò ha contato pure la prima guerra mondiale). In ogni caso, tutte le rivoluzioni passate, superficialmente, per comuniste sono avvenute in paesi ancora più contadini della Russia e sempre con lo sgretolarsi degli apparati dei vecchi gruppi dominanti. Non a caso, sia Lenin che Mao affermarono (anche se adesso non trovo i passi precisi) che la rivoluzione vince non dove i rivoluzionari sono più forti, ma dove i reazionari sono più deboli; è poi ben nota la tesi dell’“anello più debole della catena dell’imperialismo” che si sarebbe “rotto” per primo (e nella prima guerra mondiale fu appunto la Russia).
Torneremo comunque ancora su tali problemi, a mio avviso cruciali sia pure dal punto di vista della valutazione storica (ma con qualche insegnamento per il presente). Ringrazio ancora Piero Laporta per la sua attenzione e amicizia, che in questi ultimi anni sono per me una merce rarissima. E al diavolo tanti falsi amici e “compagnucci” che hanno steso attorno a me, e al gruppetto di persone che con me collabora, una cortina di silenzio. Sono comunque convinto che noi (pochi) continuiamo a pensare mentre gli altri organizzano convegni sul fantasticato comunismo (o sulla inventata “via cinese al socialismo”) con grande spesa di mezzi, che qualcuno ha certo fornito loro (non credo proprio che escano dalle loro tasche, credo di conoscerli abbastanza bene). Che “grandi rivoluzionari” sono!
fonte: http://www.conflittiestrategie.it/intervista-a-la-grassa-sul-quotidiano-la-verita
Commenti recenti