Banchetto sovranista ad Arezzo (II)
Chi scrive e il socio aretino Luca Russi hanno allestito il secondo banchetto del mese a Piazza San Jacopo, nel corso principale di Arezzo, a sud della Toscana. Secondo i permessi concessi dal comune, il banchetto è durato dalle 14.00 fino alle 19.00. Il caldo straziante ha sicuramente scoraggiato la circolazione di persone nella città durante le prime ore pomeridiane. Solo un paio di persone si sono avvicinate guardando con perplessità al nostro simbolo e alla bandiera italiana, scuotendo la testa. Esemplare è stato anche l’incontro fortuito con un turista tedesco che non ha mancato di darci del popolo fallito, e di uno strano soggetto sessantenne con barba e sigaro (l’unico che abbia raccolto il volantino in quella fase) subito ribattezzato da noi come ‘il Marx aretino’. Il banchetto è, prima di tutto, terapeutico. Inoltre è utile a noi militanti per imparare a conoscerci e stringere relazioni. All’inizio io e Luca ci sentivamo abbastanza abbattuti a causa della scarsa affluenza di persone, pur essendo molto contenti nel condividere questo momento di amicizia e di collaborazione che ci ha permesso in parte di disintossicarci dalle discussioni virtuali, così come di dirottare le nostre energie sulle azioni pratiche e pubbliche. Tuttavia, come si suol dire, “la fortuna aiuta gli audaci”. Infatti, alle 17.30 finalmente è arrivata un po’ d’ombra, ed è aumentata la passeggiata. Perciò, abbiamo deciso di lanciarci in un volantinaggio ‘spietato’ fino all’esaurimento dei circa 50 opuscoli che ci erano rimasti. Abbiamo parlato con persone scettiche e disilluse che criticavano ad esempio il nostro idealismo. Però, rispondendo con molta tranquillità e chiarezza, ci hanno successivamente ascoltato, riuscendo addirittura a ribaltare la loro prospettiva. Almeno 3 coppie, anche con famiglia, sono venute a chiedere informazioni, e a conoscere le proposte del nostro programma tanto che ci hanno ascoltato con interesse dicendosi d’accordo su molti dei nostri contenuti. Una strategia vincente del FSI. La domanda, prima in assoluto, che ci è stata rivolta da tutti, è stata se eravamo di destra o di sinistra. E la linea dello statuto che ci sottrae da questo dualismo apparentemente ineluttabile, vincolante, e anti-storico, ha dato i suoi frutti. Facendo infatti ‘tabula rasa’ degli innumerevoli pregiudizi diffusi, non abbiamo perso tempo, conducendo la discussione su un piano fin da subito concreto e più recettivo. Interessante, infine, è stato anche l’incontro con Aldo Cappetti, presidente della CNA (Confederazione dell’Artigianato e della Piccola e Media impresa) della zona aretina, il quale, con una certa simpatia nei nostri confronti, si diceva tuttavia preoccupato dell’idea di regolamentare la circolazione dei capitali, a causa del fitto spettro di contatti che lega le nostre imprese all’area UE. Dunque, abbiamo cercato di spiegare come in realtà la nostra idea riuscirebbe a disinnescare la feroce competizione italiana nell’ambito della globalizzazione, senza che ciò entri in contrasto con l’interesse delle aziende che producono in loco. Cappetti ci ha detto a entrambi che il nostro è un bel sogno, e di continuare, anche se secondo lui è un’impresa molto difficile. Noi lo abbiamo ringraziato per il suo incoraggiamento e l’interesse.
CONCLUSIONI
Quello che abbiamo riscontrato, in accordo con un precedente resoconto fatto anche da Antonio Gisoldi, è che NON è vero che il Popolo italiano non vorrebbe fare politica, che sia disinteressato e menefreghista. La verità è che dopo quasi 40 anni di anti-politica e di partito unico si è fatto estremamente insoddisfatto e nichilista. Ma non aspetta altro: ovvero, che gli si faccia una proposta di qualità che ancora manca; che vuole essere ascoltato; che progressivamente si metterà sempre più in marcia insieme a noi non appena riusciremo a superare questa prima fase di partenza già con quelli che si persuaderanno per primi. Sembra che il banchetto, suggeritoci dal gruppo emiliano, costituisca la chiave di volta per un primo ingresso del FSI sul territorio. Un anno di banchetto potrebbe garantire la raccolta di un certo numero di adesioni per la costituzione di un gruppo stanziale aretino che riuscirà ad organizzare eventi più complessi con la cittadinanza e di genere più vario.
Jacopo D’Alessio
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