Ucraina: Indipendenza dalla Russia o Dipendenza dagli USA?
di MEGACHIP (Vittorio Svobodianik)
La musica delle celebrazioni a Kiev, patria di bravissimi musicisti, è suonata dai militari USA. Una cronaca della Festa dell’Indipendenza fra i sentimenti popolari. Sullo sfondo, la propaganda
KIEV (Ucraina) – Il 24 agosto si è tenuta la festa dell’indipendenza dell’Ucraina. È stata celebrata in grande stile, con consueta parata militare e discorso del presidente Petro Poroshenko e presenza del Segretario USA alla Difesa, James Mattis.
Le persone che hanno assistito alla parata nella via principale di Kiev (Khreshchatyk e Maidan Nezalezhnosti) non erano moltissime, forse a causa della ricorrenza che cadeva di giovedì e quindi permetteva agli abitanti di approfittare di un ponte lungo, forse a causa di un tempo instabile con vento freddo e frequenti piogge che costringevano i presenti a ripararsi velocemente all’interno dei numerosissimi bar e ristoranti dell’immensa via centrale.
Sono sfilate sia le forze armate ucraine sia quelle americane.
Il sentimento nazionalista e l’orgoglio ucraino è molto forte qui, il desiderio di indipendenza dall’influenza economica e geopolitica russa è molto sentito come senso comune dalla maggioranza della popolazione.
Parlando con le persone per strada, si sente ancora forte il risentimento per l’Holodomor, da loro considerato come un genocidio della popolazione ucraina intenzionalmente perpetrato da Stalin dal 1929 al 1933, un evento che ha causato milioni di morti. Praticamente tutte le famiglie hanno tra i loro avi vittime e ricordi di questa sciagurata vicenda.
Inoltre brucia ancora l’eccidio di EuroMaidan del febbraio 2014: sebbene ancora non siano conosciuti né i mandanti né gli esecutori, la martellante propaganda ucraina ne attribuisce tutte le colpe all’ex presidente filo-russo Yanukovich in combutta con i servizi segreti russi.
La guerra in Donbass, con le migliaia di vittime tra i soldati ucraini, concorre ulteriormente a fomentare questo odio anti-russo, presente soprattutto nelle giovani generazioni e nelle fasce sociali più povere e prive di istruzione.
Immediatamente dopo le celebrazioni ufficiali del 24 agosto, si è tenuta una parata “alternativa” di veterani, volontari e parenti dei soldati ucraini morti in Donbass, a ricordare il sacrificio loro e dei loro cari. È stata chiamata “Marcia degli indomiti”. I media dominanti le hanno dato enorme rilievo.
Per questi e molti altri motivi gli ucraini sono coinvolti in ciò che viene presentato come un «affrancamento dall’ingerenza geopolitica russa», anche a costo, come sta giornalmente succedendo, della distruzione di tutti i rapporti civili, sociali e commerciali con il loro ingombrante vicino. Si tenga presente che prima del 2014 il 70% delle esportazioni ucraine erano dirette verso la Russia; ora sono praticamente azzerate. Questo crollo ha portato al fallimento migliaia di aziende, a una riduzione del 20% del PIL nel 2014 e 2015, oltre a una svalutazione della moneta locale (la grivnia) del 70%.
Anche l’approvvigionamento di energia è diventato estremamente complicato: tutto il gas e il carbone che prima venivano prodotti nelle regioni di Donetsk e Lugansk o acquistati a prezzi agevolati dalla Russia, ora arrivano con enormi navi dagli Stati Uniti (a prezzi triplicati) oppure dagli stati Europei limitrofi attraverso il meccanismo del RGF (Reverse Gas Flow – praticamente comprano il gas venduto dal colosso russo Gazprom ai Paesi Baltici e Polonia, i quali lo rivendono con prezzo maggiorato all’Ucraina; economicamente una pazzia!).
Anche l’uranio per le centrali nucleari non viene più acquistato dalla Russia bensì dagli Stati Uniti, con rischi enormi per la popolazione di mezza Europa, in quanto queste centrali, costruite tutte in epoca sovietica e mai più aggiornate né rimodernate, sono state progettate per quel particolare combustibile; una modifica delle caratteristiche tecniche di quest’ultimo potrebbe provocare “seri problemi”, per usare un eufemismo.
In conclusione, se da una parte è comprensibile un desiderio di identità nazionale, di sovranità e di indipendenza da parte del popolo ucraino (valori che in Italia sembrano aver perso da un pezzo qualsiasi capacità di mobilitare politicamente), dall’altra possiamo evincere alcuni aspetti decisamente negativi. Il primo è un’esasperazione della propaganda antirussa, spesso e volentieri atta a nascondere le vere cause degli insuccessi delle politiche anti crisi e anti corruzione del Governo; tale situazione tende a esaltare una sorta di isteria russofoba soprattutto da parte delle classi più povere e meno istruite, in modo da convincere i loro giovani ad arruolarsi – quando va bene – nell’Esercito ufficiale e nella Guardia Nazionale, ma in molti casi in brigate paramilitari (meglio pagate ma estremamente violente e spesso criminali) al servizio di oligarchi senza scrupoli.
Un secondo aspetto da tenere in considerazione è la sempre maggiore influenza geopolitica degli Stati Uniti d’America, a suon di dollari: miliardi e miliardi in prestiti erogati da FMI, Banca Mondiale, UNDP e altri soggetti nell’orbita washingtoniana, che richiedono e richiederanno tutti in contropartita l’attuazione di riforme “lacrime e sangue”, soprattutto del welfare, con ricadute sociali pesantissime in un Paese già economicamente devastato e segnato da ineguaglianze di reddito da Terzo Mondo.
Un episodio forse banale, ma molto significativo, è stato il concerto tenutosi la sera del 24 agosto per la celebrazione della cosiddetta “indipendenza” ucraina. Se c’è un aspetto che caratterizza gli abitanti dell’Ucraina è la loro sensibilità alla bellezza e all’arte, in particolare alla musica, nonché la talentuosità dei loro musicisti. Solo a Kiev ci sono una ventina di teatri e sale da concerto dove quotidianamente si esibiscono musicisti di vario genere (dalla musica classica al jazz al rock), tutti assolutamente bravi. Il Conservatorio di Kiev (Accademia Musicale Nazionale “Petro Tchaikovsky”) ha prodotto e continua a produrre centinaia di eccellenti musicisti che suonano in tutto il mondo.
Ebbene, in mezzo a questo bendidio delle sette note, per il Concerto ufficiale del “giorno dell’indipendenza” le autorità non hanno trovato di meglio che scritturare i mediocri musicisti della banda dell’aeronautica statunitense, la “US Air Force Band”, che ha suonato l’inno nazionale ucraino, l’inno americano, musiche di George Gershwin e altri compositori americani.
Sullo sfondo erano presenti due maxi schermi che proiettavano scene di Times Square con tanto di luci e sponsor come McDonald, JVC, LG, M&M’s, eccetera.
Nel 2017, più che alla celebrazione dell’indipendenza ucraina dalla Russia, abbiamo assistito ad una celebrazione della dipendenza ucraina dagli USA, ma questo purtroppo non traspare da nessun giornale.
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