Banchetto sovranista ad Arezzo
Ieri 13 gennaio, il sottoscritto Luca Russi e Jacopo D’Alessio hanno allestito il primo banchetto sovranista dell’anno ad Arezzo, nella nostra solita “storica” piazza San Jacopo. Siamo un po’ contrariati a questo proposito, perché il mese prossimo saremo costretti a cambiare luogo in quanto il comune di Arezzo pare che sia in procinto, tramite una apposita delibera di cui ancora non sappiamo nulla, di riservare tutte le piazze della città tradizionalmente usate per questo tipo di eventi ai comizi delle forze che si presenteranno alle elezioni politiche. Il prossimo banchetto del Fronte Sovranista in terra d’Arezzo, quindi, si materializzerà (salvo ulteriori imprevisti) sabato 17 febbraio, in Via Giotto (sotto l’ex CCIA). Sarà comunque occasione per farci conoscere da molta gente, perché si tratta dell’area in cui ogni sabato mattina c’è il mercato settimanale, sempre molto frequentato. Anzi, a questo punto ci è venuto in mente che, fermo restando che la collocazione che continueremo a privilegiare (almeno per un bel po’) sarà quella di Piazza San Iacopo perché vogliamo dare modo alle persone di ritrovarci sempre allo stesso posto, per fare la nostra conoscenza se magari la prima volta non si erano potute trattenere o per approfondirla maggiormente se realmente interessate (e infatti ieri abbiamo ritrovato una persona che ci ha riconosciuto e con la quale Jacopo aveva avuto un approfondito scambio di idee alcuni mesi fa), in ogni caso pensiamo che fare una sortita ogni tanto in quartieri diversi, meno centrali, sarebbe altrettanto proficuo: una zona che meriterebbe, ad esempio, è quella del quartiere Saione, molto più popolare e con una alta presenza di immigrati (e relativi problemi di microcriminalità, spaccio di droga e quant’altro, purtroppo). Comunque, la giornata è stata proficua, oltre che abbastanza fredda (cosa che ha indotto Jacopo a prendere una cioccolata calda al posto della tradizionale birra)..! Abbiamo dato via un gran numero di volantini (cosa che ci “costringerà” a ricostituire nuovamente le nostre scorte), e come sempre abbiamo avuto modo di confrontarci qualche minuto di più con le persone più interessate a capire chi avevano di fronte. Le tipologie sono sempre quelle oramai consuete: c’è quello che è fermamente intenzionato a “provare” con i 5 Stelle, quasi si trattasse di provare una nuova marca di un qualsiasi prodotto sullo scaffale del supermercato, c’è il pensionato preoccupato perché il figlio trentenne non trova lavoro, c’è il signore che legge molto attentamente tutti i punti programmatici e poi torna a chiedere lumi, concludendo che tornare ad applicare il dettato costituzionale sarebbe ottimo “ma è un’utopia”, salvo congratularsi stringendoti la mano e promettendo di andare comunque a leggere meglio sul sito, e poi, naturalmente, c’è anche quello che ti dice che “uscire dall’Euro? Ma voi siete pazzi, ragazzi, una moneta forte ci vuole”! ( – E perché, a cosa pensa che debba servire avere una moneta forte? – Beh, come lo compri il petrolio? – Con la valuta che ti procuri vendendo i tuoi prodotti all’ estero, come abbiamo sempre fatto; mica compriamo e basta, no..? – Eh, ma come li compro i derivati? – I derivati !? E a cosa diavolo le servono i derivati? – Che vuol dire, è una cosa che esiste, come la bistecca, io voglio avere la libertà di comprarla, se voglio! E vabbè, il signore in futuro dovrà fare a meno dei derivati, lui non lo sa, ma anche il suo portafogli ne trarrà giovamento)! Note di colore a parte, la serata si è conclusa con la visita di un altro signore, che pochi minuti prima aveva inizialmente rifiutato il volantino, rispondendo “No grazie, io sono comunista” (poi si era tranquillizzato molto alla risposta: “bene, quindi le piace la Costituzione che fonda la Repubblica sul lavoro, lo prenda”). In effetti, poi deve averlo letto con attenzione, perché è venuto a ricercarci al banchetto portando anche il figlio (un giovane uomo, sulla trentina). Ci è stato detto che erano del “Partito comunista”. Domanda: “ma quale, quello di Rizzo”? – No, noi vogliamo fare una “federazione della sinistra”. In attesa di saperne di più, e dopo aver messo bene in chiaro che per noi è innanzitutto dirimente la questione dell’ uscita dall’ Unione europea e dall’ Euro e che il Fsi in questo momento è più che altro impegnato a crescere e a radicarsi sul territorio e quindi sia un po’ prematura la questione delle alleanze a fini elettorali, lasciamo di buon grado e dietro esplicita richiesta i nostri numeri di telefono, e accettiamo volentieri l’ invito ad andare ad una loro prossima riunione per proseguire il confronto, che ci vede comunque d’accordo su una serie di questioni accennate molto velocemente (nazionalizzazione del sistema creditizio, forte presenza pubblica nei processi dell’ economia, irrilevanza delle battaglie sui diritti cosiddetti “civili” perché individuali in luogo di quelli sociali collettivi, eccetera). In fin dei conti, e anche se le operazioni di alchimia politica a cui purtroppo siamo stati abituati in questi anni (nuovi contenitori et similia) ci suscitano sempre molte perplessità, in questa fase a noi interessa prima di tutto che il patrimonio di idee e valori che è alla base delle nostra proposta politica venga compreso dal numero più ampio possibile di cittadini, ed anche in quest’ ottica è importante aprirsi il più possibile al confronto con altre realtà, siano singole personalità, partiti o associazioni. Del resto, la lotta che intendiamo portare avanti è una lotta di liberazione nazionale e popolare; e quindi, se è di lotta di liberazione da parte di un popolo intero che vogliamo parlare, la forma che questa lotta assumerà da parte delle forze politiche che se ne faranno interpreti non potrà che essere quella del frontismo. Il nome stesso che abbiamo adottato costituisce un esplicito richiamo al tipo di strategia che intendiamo adottare nel corso di questa lotta; la pluralità, l’ articolazione, le forze diverse saranno all’ esterno del FSI, e costituiranno l’ alleanza frontista da noi auspicata, se mai ci sarà; non siamo noi a dover essere plurali, noi abbiamo le nostre posizioni molto ben definite a cui non intendiamo rinunciare e su di esse ci definiamo, più che sulle categorie di “destra” o “sinistra” che oggi riteniamo che possano indurre più che altro confusione nella testa delle persone (se non altro per come vengono usate). Questo è quello che diremo anche ai nostri amici, quando e se avremo occasione di farlo.
Ci libereremo
Luca Russi
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